Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
256 l Bambini che ricordano altre vite

Questi diversi elementi non sono, tuttavia, sconnessi come la biancheria
che viene stesa ad asciugare sopra una corda. Appartengono ad un essere unifi­
cato, proprio come i nostri organi individuali e i nostri corpi fisici. {Potrebbe es­
servi una frammentazione all'interno dell'unità - proprio come nel caso degli
organi fisici che sono compresi nel corpo - ma rimane tuttavia un'unità). Pos­
siamo facilmente vedere le connessioni rilevate fra i vari elementi presenti al­
l'interno dei casi in. nostro possesso. Ad esempio, un bambino che afferma di
avere una moglie ed un figlio in un altro villaggio, vuole andarli a trovare; un al­
tro bambino che ricorda la vita di un dottore, vuole giocare a fare il dottore; ed
un terzo che descrive di essere stato ferito a morte, mostra un chiaro segno di
nascita che afferma derivargli dalla ferita che gli è stata inferta nella vita prece­
dente e denuncia spesso l'intenzione di volersi vendicare del proprio assassino.
In breve, non vediamo un gruppo di ricordi isolati come in un archivio di nastri
magnetici, ma l'evidenza di un proposito. Ho detto precedentemente (nell'intro­
duzione) che, per poter credere che qualcuno sia sopravvissuto alla morte, ab­
biamo bisogno di prove che non mettano solo in luce i ricordi di quella persona,
ma che evidenzino la continuazione dei suoi propositi. E questo è un dato che
possiamo trovare abbondantemente nei nostri casi.
Nella persona che presumibilmente si reincarna, i tre elementi di cui ho
parlato in precedenza - ricordi sotto forma di immagini, memorie comporta­
mentali e tracce fisiche - sono associati in modo inestricabile e non mi riesce di
immaginare che essi non lo siano stati anche durante il periodo di tempo che in­
tercorre fra una vita terrestre e l'altra. Ciò suggerisce che essi possano esistere
anche (o che esista una rappresentazione di essi) in un veicolo intermedio, pro­
babilmente assieme ad altri elementi che a tutt'oggi ci sono ignoti.
Ho proposto di chiamare psychophore (l) il veicolo che trasporta gli elemen-

(l) Psychophore
Ho tratto questo termine dal significato greco di «supporto dell'anima». (Desidero ringraziare il
Professor Da�d Kovacs del Dipartimento di Studi Classici dell'Università della Virginia per avere appro·
vato il termine psychophore e per avermi suggerito la sua corretta interpretazione). Il concetto di psycho·
phore corrisponde al telo in cui, secondo Schriidinger (1955, pag. 91-92), sarebbero contenute tutte le
esperienze.
Sono a conoscenza di molti libri Buddisti ed Induisti che affermano l'esistenza di corpi non fisici
che agirebbero in quanto veicoli dello spirito fra una vita e l'altra. Tuttavia, questi scritti derivano diretta·
mente da una Tradizione religiosa; inoltre, volendo essere obiettivi, si tratta solo di conclusioni personali
raggiunte da alcuni veggenti che sono state poi trasmesse ai loro seguaci. Non voglio sminuire questa ar·
gomentazione, ma i dati forniti non sono così pubblicamente verificabili come quelli riscontrati nei casi
di reincarnazione da me studiati. Anche questi casi, va riconosciuto, non forniscono tuttavia alcuna evi·
denza dell'esistenza di qualcosa di simile allo psychophore; ma poiché i soggetti hanno fornito delle infor·
mazioni verificabili e apparentemente acquisite in modo paranormale, credo si possano fare maggiori
congetture a tale proposito di quanto non se ne possano fare sulle scritture di cui abbiamo parlato in pre­
cedenza, mantenendo comunque inalterato il rispetto per quest'ultime.
Alcuni dei concetti delle religioni dell'Asia Meridionale riguardanti tali veicoli intermedi sono filtra­
ti in Occidente -attraverso la teosofia ed i suoi derivati - e fanno oggi parte di alcuni scritti popolari
Occidentali riguardanti soprattutto le esperienze di OBE; ma termini quali corpo astrale hanno una conno­
tazione che credo sia meglio evitare. Per questa ragione, mi è sembrato più saggio coniare un nuovo ter·
mine che non avesse nessun legame con religioni o con insegnamenti esoterici.
Poiché è alquanto difficile concepire un'esistenza indipendente dal proprio corpo, i filosofi e gli psi­
cologi interessati al problema della sopravvivenza della personalità umana dopo la morte, si sono spesso
interessati alla natura di un'esistenza post-mortem libera dal veicolo fisico, e ciò li ha portati a prendere

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