Corriere della Sera - 23.10.2019

(Grace) #1


CorrieredellaSera Mercoledì23Ottobre
PRIMOPIANO

13


MilionidieuroEra il fatturato del 2013 di «29 Giugno», il consorzio
di cooperative presieduto da Salvatore Buzzi. Gli utili erano per circa
un milione di euro

MilionidieuroÈ il valore degli appalti ottenuti dal 2003
al 2013 dal consorzio «29 Giugno» secondo un’informativa
dei carabinieri
58 98


Laparola


LucaGramazio
È stato consigliere capogruppo Pdl in consiglio comunale a Roma e poi in Regione, 48 anni,
nell’ambito dell’inchiesta «Mondo di Mezzo» è stato condannato a 8 anni e 8 mesi. Anche
per l’ex politico le pene andranno ridefinite in un nuovo processo d’Appello dopo la
decisione della Cassazione

CarloPucci
Già dirigente e direttore del marketing di Eur Spa, Carlo Pucci faceva da crocevia nel
rapporto tra Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e Riccardo Mancini. Era entrato nel mondo
del lavoro con un negozio di tabaccheria in viale Europa a Roma. In Appello, nel processo
«Mondo di Mezzo», era stato condannato a 7 anni e 8 mesi

CesarePlacanica


«Èstatafermataunagiurisprudenzacreativa»


ROMA«Tantireati “fine” sono stati annullati
senza rinvio, per altri andrà ricalcolata la
pena ed èverosimile che ilconteggio finale si
riduca di dueterzi circa: non escludo quindi
che Massimo Carminati possa aver già
scontato per intero la sua pena e che quindi
sia possibile chiederne la scarcerazione».
L’avvocatoCesarePlacanicaèsubentrato
nelladifesadel«Nero»dopolacondannadi
Appellochelomettevaacapodiuna
associazionemafiosa:neescecomevincitore
ancheperlostileconcuihacondottoquesto
processo,dopoiclamorielepolemicheche

l’hannopreceduto.
«In un processo non ci sono mai vittorie o
sconfitte. Siconfrontano duetesi, alcentro
delle quali ci deve sempre essere l’imputato.
Va nno accertati i fatti evalutato se
costituisconoreato. Ho stima profonda della
Procura e del lavorocondotto in questa
vicenda da Pignatone, anche se la Cassazione
ha ritenuto la sentenza di appello
giuridicamente insostenibile».
Peresposizionemediatica,personaggi
coinvolti,quantitàequalitàdireati
contestatiègiustodefinirlounprocessoa
suomodostorico?
«Un processo epocale. Serio etecnico,
difficile in diritto. Mai ne ho fatto una
questione di visibilità.Per questo, però, mi
lasci dire: i politici, tutti, non dovrebbero
cercarepubblicità da una sentenza».
Restanoifatti,gravi,anchesequalificatiin

mododiverso.
«Se guardo a questa sentenza da cittadino,
allora sì, sonocontento.Perchécon
giurisprudenza creativa è stata portata avanti
unatesi che potevaavere pesanti ricadute nel
sociale: leggereexpostcomereati dei
comportamenti che allora non erano
riconosciuticome tali. E sonocontento per la
moglie di Carminati, che in aula si è
commossa».
CarminatièdetenutoaSassariinregimedi
41bis.Chepassilaaspettanoora?
«Comeovvio non ho potuto parlarci, ma
avrà saputo la notizia dalla tv. Andrò a
trovarlo nei prossimi giorni per fare il punto
anchecon ilcollegaco-difensore Francesco
Tagliaferri. Larevocadelcarcereduro, però, è
possibile chiederla fin da ora».
FulvioFiano
©RIPRODUZIONERISERVATA

Avvocatopenalista
Cesare Placanica è nato a Locri
il 15 settembre 1966.
È presidente della Camera penale
di Roma dal 2016

Ildifensore:unprocesso


epocale.Iocontento?Non


cisonovittorieesconfitte


❞Vorreidire
unacosa:
ipolitici,
tutti,non
dovrebbero
maicercare
pubblicità
inuna
sentenza

L’analisi


diGiovanniBianconi


Ilvalzerdellesentenze


eilfinale asorpresa:


lasconfittadellaProcura


Unverdettochelasceràilsegno,nonsolosuldestinodegliimputati
SEGUEDALLAPRIMA

Era un sistema dicorruzio-
ne, malaffaree«crimini da
strada» organizzatoinun’as-
sociazione per delinquere,
che però non ha a che farecon
il «metodo mafioso». Cade
così lacostruzione giuridica
della Procura diRoma guidata
da Giuseppe Pignatone, che
dopo decenni trascorsi in Si-
cilia e Calabria ha portato nel-
lacapitale non solo le sue
esperienzeinvestigativema
anche nuoveintuizioniein-
terpretazioni rispetto a unre-
atocostruitosul modello di
Cosa nostra,epoi evolutosi
neltempo.Unasconfitta che
lascerà il segno,forse non so-
lo su questo processo e sul de-
stino degli imputati.
Quasi cinque anni fa,adi-
cembre2014, scattarono gli

arresticonl’accusa di 416 bis
per 18 persone, e per un’altra
ventina di indagati perreati
diversi. Svelando—sidisse
— una mafia «autoctona, ori-
ginaria e originale» che grazie
alcarisma criminale dell’ex
estremista neroCarminati e
alle pratichecorruttive delca-
po dellecooperativerosse
Buzzi pilotavalaconcessione
degli appalti aRoma. Con una
«riservadiviolenza» pronta
ad essere esercitata incaso di
necessità. Cominciò una par-
tita fatta di atti processuali e
colpi di scena, sentenzealta-
lenanti, disquisizioni giuridi-
cheedibattiti che ieris’è
chiusacon la definitiva scon-
fitta della Procura. Che si sen-
tivaforte delleconferme della
Corte dicassazione sugli arre-

Su quelle basiipmsono
andati avanti, insistendo nella
tesi che però nonresse al di-
battimentodiprimo grado.
Niente mafia, affermò il tribu-
nale a luglio 2017, ma solo due
distintebande «comuni»;
una (diretta da Carminati)
buona per l’usuraeleestor-
sioni, l’altra (guidata da Buzzi)
fondata sullacorruzione per
manipolare le gare d’appalto.
Vinseroquindi le difese, e
perse l’accusa. Ma non era fi-
nita.Perché nel frattempo, al
verdetto che avevaconferma-
togli arresti, la Cassazione ne
aveva aggiunti altri in cuicon-
fermavalaplausibilità delle
«piccole mafie» slegateda
quelle tradizionali, che pos-
sono agireovunque. Ad
esempioaOstia, doveil clan

Fasciani era stato prima assol-
toe poicondannato per asso-
ciazione mafiosa.
Nel 2018 la sentenza d’Ap-
pello, proprio in virtù delle
pronuncedella Cortesupre-
ma, ha ribaltato quella di pri-
mo grado, ripristinando ilre-
ato iniziale. Quello più grave e
dirompente, che aveva provo-
catounterremotopoliticoe
persino fattopaventarelo
scioglimentodel Comune di
Roma per infiltrazione mafio-
sa (peraltro escluso dalla Pro-
cura, oltre che dal prefetto, sia
per le ridottedimensioni del
fenomeno, sia perché nel frat-
tempo eracambiata la Giun-
ta). Dunque il «mondo di
mezzo»tornavaaesserema-
fia. In attesa della pronuncia
definitivadella Cassazione
che però, dopo quelle passa-
te,difficilmenteavrebbe po-
tutomettereindiscussionii
principi già stabiliti.
Ma evidentemente non era
tuttocosì scontato. E in attesa
delle motivazione delverdet-
topronunciatoieri sera, si
può solo immaginare il ragio-
namentofattodai giudici di
legittimità per annullarele
condanne per mafia. Che pro-
babilmentecoincidecon
quantoespostodaalcuni av-
vocati difensori: ammesso
che possano esisterele«pic-
cole mafie»,capaci dicondi-
zionareanche solo singoli
settori della pubblicaammi-
nistrazione,ifatti indicati
nella sentenza d’appello per
dimostrarequelcondiziona-
mento sono stati ricostruiti in
maniera nonconvincente, o
considerata illogicaocon-
traddittoria. Dunque quel
giudizio era sbagliato.
Quanto ricostruito nelle or-
dinanzed’arrestodel 2014 e
posto alla base del primo giu-
dizio della Cassazione, non ha
trovatoconferme nel dibatti-
mento.Ifatti si sono dimo-
strati diversi. Acominciare da
quelli che dovevanocertifica-
rela necessaria «riconoscibi-
lità esterna» dell’associazione
mafiosa. Nonacaso—forse
— i giudici che hanno visto e
ascoltato itestimoni in primo
grado (compresi quelli che
hanno raccontatointimida-
zioni e minacce) hanno nega-
tola mafia, mentrequelli
d’appello che hannorovescia-
toil primoverdetto hanno so-
lo letto lecarte.Un’operazione
«da laboratorio», ha denun-
ciatounavvocatodurantela
discussione. E ora dal labora-
torio della Cassazione è uscita
la soluzione opposta.
©RIPRODUZIONERISERVATA

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stiesull’esistenza di ipoteti-
checonsorterie delinquenzia-
li che potevano essere qualifi-
catecome mafiose. Anche
senza la Cupola, la lupara, il
controllo delterritorio, il rac-
ket e altrecaratteristiche tipi-
che fino a quel momento.

MONDODIMEZZO


È il nome dato a un’operazione del 2014 in
cuivennero arrestati aRoma 28 persone
tra le quali Buzzi e Carminati. Ireati
contestati furonocorruzione, estorsione,
usura e riciclaggio. L’operazione fu poi
denominata dai media «Mafia Capitale»
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