Corriere della Sera - 02.08.2019

(C. Jardin) #1


CorrieredellaSeraLunedì2Settembre
ESTERI


11


Ilventodell’ultradestra


sullaGermaniadell’Est


AfDèilsecondopartito


InSassoniasaleal27%.Manongovernerà


DALNOSTROCORRISPONDENTE


BERLINOIl vento dell’Est spinge
in altol’estrema destra, ma
non abbastanza da sconvolge-
reil quadropoliticotedesco.
Almeno per il momento. Nel
votoregionale in Brandebur-
goeSassonia, l’AfD raddop-
pia nel primo e addirittura tri-
plicaisuoivoti nel secondo,
ma mancal’obiettivodichia-
rato di diventare il partito più
forteinentrambiiLand. Sia
purecon unaforte emorragia
di voti, la Cdu dellacancelliera
Merkel rimane al primo posto
a Dresda econtinuerà a gover-
nare, anche se dovràcercarsi
un nuovoalleato al posto dei
socialdemocratici. Più grave
la sconfitta della Spd, che in
Sassonia crolla al minimo sto-
rico e aPotsdam riesce fatico-
samentearimanereprimo
partito, superando di pochi
punti l’AfD.
Le proiezioni danno in Sas-
sonia la Cdu al 32,5%, incalo
di7punti rispettoal2014.
L’AfD balza al 27,8% (avevail
9,7%) e il suo leaderregionale,
Jörg Urban, parla di un «gior-
no storico», anche se non può
nascondereladelusione di
aver mancato il sorpasso della
Cdu, cheisondaggiconside-
ravano possibile ancora po-
che settimane fa.Asinistra


sono incalo drammaticosia
la Spd, scesa dal 12,4% all’8%,
sia la Linke, che dal 18,9% del
2014 è oraferma al 10,5%. Be-
neiVerdi, che sfondano nel
Land, passando dal 5,7% al-
l’8,5%. Seconfermati,inuovi
rapporti diforzarendono
complicata per la Cdu lafor-
mazione di unacoalizione. Il
ministro-presidenteMichael
Kretschmer, l’uomo che nel-
l’ultimo scorcio dellacampa-
gna ha trascinatolarimonta
della Cdu, ha escluso ogni
ipotesi di alleanzaconAfD e
questorende possibili solo
due alternative: un’alleanzaa
due Cdu-Verdi, che peròdi-
sporrebbe di una maggioran-
za di appena un paio di seggi.
Ovvero unacoalizioneKenya,
cioè nero-rosso-verde, tra
Cdu, Spd e Grünen. Inoltre in
Sassonia pende la questione
dei seggi di AfD, che in base ai
risultati ne haottenuti 38, ma
ne avrà solo 30, il numero dei
candidati rimasti in lista dopo
che lacommissione elettorale
aveva bocciato per irregolarità
una parte dei nomi.
Nel Brandeburgo, dovego-
verna sin dalla riunificazione,
la Spd viene data al 26,5%
(aveva il 31,9%) e ora avrà biso-
gno di almeno due partiti per
rimanerealverticedel Land.
APotsdam, dov’èguidata da
uno dei leader dell’ala dura,
AndreasKalbitz, in passato le-
gatoadambienti neonazisti,
l’AfD sale dal 12,2% al 23,8%.
La Linke, fin qui alleata della
Spd, crolla dal 18,6% al 10,7%,
facendovenire meno la mag-
gioranza uscentenelParla-
mentoregionale. Incalo an-
che la Cdu, che passa dal 23%


al 15,7% di ieri. Ancora più
smaglianteche in Sassoniaè
il successo deiVe rdi, che dal
6,2% passano al 10,5% e diven-
tano l’eventuale ancora di sal-
vezza per il ministro-presi-
dentesocialdemocratico
DietmarWoidke, che potreb-
be ora ampliare a loro l’allean-
za con la Linke.
Il votoin Brandeburgo e
Sassoniaconferma la crisi dei
grandi partiti di massa e il ra-
dicamentoormai profondo
della AfD nelleregioni della
exGermania Est, dove il parti-
to di estrema destra ha gioca-
totuttosullaretoricadella

promessa tradita della riunifi-
cazione, rivendicando per sé
la missione dicompletarela
Wende, la svolta del 1989.For-
temente influenzato dalla Flü-
gel, l’ala più estremista, il
messaggio di AfD ha infatti
puntato non solo suitemi del-
l’immigrazioneedelle ansie
economichecausatedalla
chiusura delle miniere dicar-
bone, ma anche sulla narra-
zione della “memoria nega-
ta”, la percezione diffusa nella
exDdr di essereconsiderati
“tedeschi di seconda classe”,
la leggenda della democrazia
incompiuta.

Sul pianofederale, ilvoto di
DresdaePotsdam lancia un
nuovo, serio avviso alla Gros-
seKoalition incaricaaBerli-
no. In uncerto senso la stabi-
lizza nel breve periodo, ricor-
dando alla Cduesoprattutto
alla Spd quantopocoavreb-
berodaguadagnaredauna
rotturaedaeventuali elezio-
ni. La “coalizionevaavanti”,
ha dettoThorsten Schäfer-
Gümbel, uno dei trereggenti
della Spd.Perquantoancora
non è chiaro. Prossimaverifi-
ca, a fineottobre in Turingia.
PaoloValentino
©RIPRODUZIONERISERVATA

Chi vince e chi perde, ilconfrontocon il 2014
(datiin%)

CDU AfD Linke SPD Verdi FDP Altri


CorrieredellaSera


Sassonia


Brandeburgo


20192014201920142019201420192014201920142019201420192014


39,
32,

15 ,7^23


9,


12,


27 ,


23,


18,


18 ,


10,


10,


12,


33


7,


26


5,


6,


8,


10,


4


1,


4,


4,


10,


5,


8,


8,


SuCorriere.it
Tuttigli
aggiornamenti
sulvoto
regionale
diierineiLand
tedeschidi
Brandeburgoe
Sassonia

Esultanza
Il presidente
dell’AfD in
Sassonia e
principale
candidato Jörg
Urban festeggia
con i colleghi il
risultato
nell’elezione
del Land: il suo
partito ha
triplicato i voti
(Epa)

Mancatosorpasso


InBrandeburgolaSpd


calamatieneilprimato


Ilpartitoantiimmigrati


si«ferma»al22%


diDavideFrattini


Israele-Libano,


lafrontieratorna


primalinea


Diplomazie


L


a rappresaglia non è
stata una sorpresa, la
propaganda di
Hezbollah aveva perfino
indicato il giorno:
domenica. Alle cinque del
pomeriggio i missili
hanno bersagliato la base
militare israeliana al
confinecon il Libano. I
razzi anticarro hanno
centrato unveicolo, i
militari a bordo sono
riusciti a saltare poco
prima, i soldati erano in
stato di allerta da una
settimana. Non ci
sarebbero vittime neppure
nelle altre esplosioni che
avrebberocolpito alcuni
edifici.Tsahal ha risposto
bombardandocon
l’artiglieria lazona da dove
è partito l’attacco, il fumo
che si alza daicampi
incendiaticome in un
giorno di guerra. Era dal
2015 che la frontiera tra i
duePaesi non si
trasformava in prima
linea, anche allora dopo il
raid orchestrato da
Hezbollah — due militari
morti — pervendicare
l’uccisione di un loro
comandante. Hassan
Nasrallah, leader
dell’organizzazione sciita
filo-iraniana, dimostra
così ai suoi sostenitori di

saper mantenere le
minacce e — per ora —
sembra aver evitato il
conflitto allargato (che
non vuole). Il premier
Benjamin Netanyahu è
impegnato nella
campagna elettorale — gli
israelianivotano il 17
settembre — e anche lui
non ha interesse a dare il
via allo scontrototale.
Quella che non siferma è
la guerra tra le guerre,
come la chiamano i
generali israeliani: loStato
ebraico vuole impedire
all’Iran e alleforze pilotate
daTeheran (come
Hezbollah) di irrobustirsi
troppo. Così, la settimana
scorsa, due droni sono
statitelecomandati sopra
Beirut e avrebbero
distrutto l’apparecchiatura
per produrre un
componente essenziale
dei missili balistici di
precisione.Unpezzo
unico daotto tonnellate,
trasferito — secondo
l’intelligence israeliana —
dai pasdaran a Hezbollah.
È stata questa perdita
strategica a determinare la
reazione ordinata da
Nasrallah. Assieme alla
necessità di ripagare
l’umiliazione di
un’operazione israeliana
dentro quella che
considera la suaroccaforte
nei quartieri a sud della
capitale libanese.
@dafrattini
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