Il Sole 24 Ore - 01.09.2019

(Jacob Rumans) #1

12 Domenica 1 Settembre 2019 Il Sole 24 Ore


Finanza & Mercati Lettera al risparmiatore


La società, anche con l’M&A, vuole incrementare la presenza oltreconfine e punta su Francia, Germania, Austria


Il rischio del rallentamento economico: il gruppo afferma che il suo business è slegato dalle dinamiche del Pil


(*) Dati retticati
per voci non ricorrenti
(1) al lordo del piano
stock option

(*) escluse voci
non ricorrenti

Dati in milioni

SEMESTRI A
CONFRONTO*

0 50 100 150

I sem. 2019

Ricavi I sem. 2018
126,

114,

I sem. 2019

Adjusted I sem. 2018
EBITDA^1 35,

29,

I sem. 2019

I sem. 2018
EBITDA
32,

28,

EBIT
I sem. 2019

I sem. 2018

21,

20,

Utile
retticato I sem. 2019

I sem. 2018

14,

13,

Dati in milioni

LE BUSINESS UNIT*

DIGITAL
TRUST

I sem. 2019

I sem. 2018
Ricavi
51,

45,

I sem. 2019

I sem. 2018
EBITDA
13,

11,

Dati in milioni

DEBITO
FINANZIARIO
NETTO

0 20 40 60

0 20 40 60

0 20 40 60

CREDIT
INFORMATION
& MANAGEMENT

I sem. 2019

I sem. 2018
Ricavi
37,

37,

I sem. 2019

I sem. 2018
EBITDA
9,

7,

INNOVATION
& MARKETING
SERVICES

I sem. 2019

I sem. 2018
Ricavi
36,

31,

I sem. 2019

I sem. 2018
EBITDA
17,

124,
-23,
15,
16,
5,
1,
1
-0,
0,
140,

13,

DEBITO FINANZIARIO NETTO 31/12/
FREE CASH FLOW
IMPATTO IFRS 16
DIVIDENDI
OPZIONI PUT SU PARTECIPATE
ONERI FINANZIARI
NUOVI CONTRATTI DI LEASING
VENDITA PARTECIPAZIONI MINORANZA
ALTRO
DEBITO FINANZIARIO NETTO 30/6/

I numeri del primo semestre 2019
Nei primi sei mesi di quest’anno i ricavi
della società si sono assestati a 126,
milioni, in rialzo del 10,6% rispetto allo
stesso periodo del 2018. L’Ebitda dal canto
suo è aumentato del 12,1%, con un margine
sui ricavi del 25,6% (era del 25,2% al
30/6/2018). L’applicazione del principio

contabile Ifrs16 ha comportato un impatto
positivo sul Mol (minori costi) di 1,7 milioni.
Ciò detto, bisogna ricordare che l’apprezza-
mento del titolo ha implicato un accantona-
mento in relazione al Piano di stock option
virtuali. Al netto di questo accantonamento
l’Ebitda margin adjusted è del 28,2%. L’utile
netto, inŽne, è risultato di 14 milioni (+0,3%).

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al Rispamiatore”
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Finanza & Mercati

DOMANDE D&r


RISPOSTE

D Quali sono i Capex previsti
nel 2019?
rLa società stima, nel 2019,
circa 12 milioni di investimenti
in capitale fisso. Un valore
in linea con la media storica
del gruppo

D Nel settore dei servizi per il
“Credit management” si
prevede in Italia una fase di
consolidamento. Tinexta
vuole essere della partita?
rLa società risponde
negativamente. Il gruppo
sottolinea che non c’è
interesse, rispetto a
quest’area di business, né per

eventuali cessioni di asset né
per l’eventuale partecipazione
al risiko di settore

D Di là dalle sorti di un nuovo
Governo gli esperti
sottolineano il perdurare del
rischio del rialzo dei tassi di
mercato in Italia. Un
problema per la struttura
finanziaria di Tinexta?
rIl gruppo si dice tranquillo. La
parte del debito lordo a tasso
variabile è tutta coperta
tramite derivati. Ciò detto
Tinexta non vede grandi rischi
di rialzo dei tassi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tinexta scommette sull’Europa


L’obiettivo è il 25% dei ricavi esteri


di Vittorio Carlini


A


umentare, anche gra-
zie alle acquisizioni, i
ricavi generati al-
l’estero. L’obiettivo,
nel medio-lungo peri-
odo, è arrivare a rea-
lizzare circa il % del fatturato ol-
treconfine. Poi: accelerare l’incre-
mento del business nelle aree del Di-
gital Trust e dell’ Innovation &
Marketing services. Sono tra i focus
di Tinexta, ex Tecnoinvestimenti, a
sostegno della sua attività.
Si tratta di priorità che, per essere
meglio comprese, richiedono dap-
prima di ricordare l’oggetto sociale
del gruppo. La società, che nel primo
semestre del  ha visto ricavi e
redditività salire,divide il business in
tre settori. Il primo è il Digital trust.
Appannaggio di esso sono, da un la-
to, le soluzioni informatiche dovute
agli obblighi di legge (dalla firma di-
gitale alla posta elettronica certifica-
ta); dall’altro quelle legate al mondo
dell’impresa e degli istituti di credito
(ad esempio, l’identificazione digita-
le nelle transazioni online). Il secon-
do è il Credit information & Manage-
ment: servizi diversificati, dal moni-
toraggio del rischio di credito fino al-
le valutazioni immobiliari
dell’eventuale collaterale di prestito.
Infine, il terzo è l’Innovation &
Marketing services”. Vale a dire: il
supporto alle Pmi nell’ambito del-
l’R&D e nello sviluppo di attività
commerciali (soprattutto all’estero).
Ebbene, al  giugno scorso l’inci-
denza delle tre aree sul fatturato era
la seguente: il Digital trust pesa per il
,%; il Credit information & Mana-
gement e l’Innovation & Marketing
services, invece, generano rispetti-
vamente il , e ,% dei ricavi.
Si tratta di una fotografia che, fer-
mo restando l’obietto di crescere in
tutti settori, nel medio periodo resta
tale? Tinexta, di cui la “Lettera al ri-
sparmiatore” ha incontrato i vertici,
risponde negativamente. Il Digital
Trust e l’Innovation & Marketig servi-
ces sono destinati ad aumentare il lo-
ro peso sul giro d’affari. Un risultato
che consegue, afferma sempre Ti-
nexta, ad una volontà strategica pre-
cisa. L’obiettivo è accelerare nei busi-
ness a maggiore marginalità e dove
sono più alte le potenzialità d’espan-
sione. Anche attraverso l’M&A.

Segmenti di business
Ciò detto, quali sono le priorità com-
merciali e industriali del gruppo in
ciascuna delle tre aree considerate?
Partiamo dal Digital trust. Qui Tinex-
ta prosegue, tra le altre cose, nello
sfruttare le soluzioni del riconosci-
mento dell’identità online (ad esem-

pio per l’acquisizione di nuovi clienti
da parte delle banche). Si punta anche
all’espansione nel comparto assicu-
rativo e del credito al consumo. Oltre,
poi, ad ampliare i servizi offerti (ad
esempio con la geolocalizzazione).
Ma non è solamente questione di
sviluppo tecnologico e crescita orga-
nica. Il Digital trust è il fronte princi-
pale attraverso cui Tinexta vuole con-
cretizzare la sua internazionalizza-
zione. L’obiettivo è diventare un im-
portante soggetto europeo nella
certificazione digitale. E questo gra-
zie anche, e soprattutto, allo shop-
ping di società (certification authori-
ty). In tal senso può ricordarsi, da una
parte, l’acquisizione della spagnola
Camerfirma, la cui integrazione – di-
ce Tinexta – prosegue al meglio; dal-
l’altra la jv con la lussemburghese Lu-
xTrust. La prima operazione ha con-
sentito l’espansione in Spagna (oltre
alla creazione di una piccola presenza
in Sudamerica). La seconda, invece,
è volta a crescere nel Gran Ducato e
porre le basi per lo sviluppo in Belgio,
Olanda e Francia (proprio nel Paese
transalpino una nuova filiale targata
LuxTrust è già operativa).
Oltre a ciò, nuovi mercati sono nel
radar? La risposta è positiva. Si guar-
da a quelli di lingua tedesca. Cioè: Au-
stria o Germania. Tinexta, presumi-
bilmente sempre con operazioni
straordinarie, punta nel  a sbar-
care in uno dei due Paesi (in Germa-
nia ha già una presenza indiretta gra-
zie ad un’intesa commerciale con Ve-
rimi). Poi, anche in funzione delle op-
portunità che si concretizzano, la
rotta è verso il Nord Europa. In parti-
colare sulla Scandinavia.
Insomma: il Digital trust e l’M&A
(l’espansione organica non è esclusa
ma implica tempistiche troppo lun-

ghe) rappresentano le chiavi princi-
pali con cui crescere oltreconfine. Un
programma, dice il gruppo, che nel
medio-lungo periodo prevede
l’obiettivo del % dei ricavi generati
all’estero (attualmente intorno al %).

Innovation & Marketing
Ovviamente una mano nel persegui-
re il target dovrà, e potrà, arrivare
dallo stesso Innovation & Marketing
services. L’internazionalizzazione, in
particolare in Spagna e in Francia, è
un atout anche di quest’area di busi-
ness. Un’attività che peraltro, da ini-
zio , potrà sfruttare l’unificazio-
ne della piattaforma informativa e di
marketing a sostegno delle vendite
dell’intero gruppo. Il progetto, oltre
ad agevolare il cross selling, consenti-
rà lo scambio di “news” che, nell’in-
tenzione di Tinexta, potrà sostenere
l’incremento della clientela.
Tutto rose e fiori, quindi? La realtà
è più complicata. L’Italia è in stagna-
zione e il resto dell’Europa ha rallen-
tato la crescita. Tanto che si parla di
rischio-recessione per il Vecchio
Continente. In un simile contesto
può ipotizzarsi che la domanda di
servizi quali quelli di Tinexta dimi-
nuisca. Il che costituirebbe un pro-
blema allo sviluppo. Il gruppo rigetta
il dubbio. La sua attività, indica
l’azienda, è indipendente dal ciclo
economico. Il Digital Trust ad esem-
pio, viene spiegato, rientra nella più
ampia digitalizzazione della filiera
produttiva. Una trasformazione che
nelle banche e non solo, consentendo
la riduzione degli oneri operativi,
viene addirittura accelerata in mo-
menti di difficoltà economica. Ciò
detto, tuttavia, può ulteriormente
obiettarsi che la richiesta di soluzioni
da parte delle Pmi nell’ Innovation &

Marketing services soffre durante le
crisi. Non è così, ribatte Tinexta. An-
zi! Quando l’economia è in forte cre-
scita la domanda di consulenza e ser-
vizi risulta meno forte. Al contrario
proprio nei momenti di congiuntura
debole le imprese, peraltro costrette
a guardare all’estero, hanno bisogno
e richiedono maggiore aiuto. Infine,
aggiunge il gruppo, il business azien-
dale è ancora piuttosto piccolo ri-
spetto ai mercati di riferimento.
Quindi c’è spazio per crescere.

Servizi sui crediti
Già, crescere. Analogamente alle aree
già analizzate lo stesso Credit infor-
mation & Management, nel primo se-
mestre del , è stato contraddi-
stinto da ricavi e redditività in au-
mento. Sennonché, a guardare me-
glio tra le righe del conto economico,
ci si accorge che il fatturato organico
(cioè senza considerare le acquisizio-
ni) è diminuito. Si tratta di un conte-
sto in cui la concorrenza di settore è
un fattore che pare frenare lo svilup-
po dell’unità di business. Il che preoc-
cupa. L’azienda, a fronte di questa di-
namica, professa tranquillità. È una
componente, viene affermato, del-
l’attuale mercato di riferimento. Un
settore dove la pressione ribassista
dei prezzi, anche nell’eventualità di
volumi in crescita, implica il rischio di
ricavi in discesa. Al di là di questo, ag-
giunge Tinexta, da un lato l’attività
mirata di acquisizioni bolt-on per-
mette al gruppo di crescere comun-
que; dall’altro l’efficienza operativa
consente il miglioramento della red-
ditività. Tanto che l’Ebitda organico,
sempre nel primo semestre del ,
è cresciuto del ,%. Di conseguenza
Tinexta non vede particolari proble-
mi sul tema in oggetto.
Dal conto economico allo stato
patrimoniale. Qui, tra le altre cose,
è da rilevare che al // il de-
bito netto si è assestato a , mi-
lioni, in aumento del ,% rispetto
alla fine del . Un problema? Il
gruppo risponde negativamente. In
primis, spiega, perché l’incremento
è essenzialmente ascrivibile all’im-
patto meramente contabile dell’Ifrs
. E poi perché il rapporto tra debi-
to netto ed Ebitda è inferiore a  vol-
te: un livello, conclude la società, di
assoluta tranquillità.
A fronte di un simile contesto
quali allora le prospettive sul ?
Tinexta conferma, senza considera-
re l’impatto dell’Ifrs, le stime di ri-
cavi superiori a  milioni e l’Ebi-
tda tra  e  milioni. L’indebita-
mento netto dal canto suo – senza
contabilizzare eventuali acquisizio-
ni – è previsto in calo rispetto alla
fine del primo semestre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

12
MILIONI
Il gruppo
prevede
per il 2019
circa 12 milioni
di investimenti
in capitale fisso,
un valore
che è in linea
con la media
storica della
società

Risiko nei
servizi per
gestione
dei crediti:
la società
sottolinea
che non
vuole
essere della
partita

POLITICHE MONETARIE

NUOVO QUANTITATIVE EASING: MEGLIO SCELTE DI GRANDE IMPATTO


—Continua da pagina 

Q


uesto criterio – non
essendo proporzionato
alla quantità di debito
in circolazione dei vari
Stati membri – non poteva
essere rigidamente rispettato
nel tempo per via della scarsità
di alcuni titoli di Stato (in
particolare dei Bund).
La capital key non è l’unico
fattore che distingue la
rischiosità dei portafogli di titoli
di Stato detenuti dalle Bcn in
quanto vi sono anche differenze
nella vita media residua
(Weighted Average Maturity) dei
Govies acquistati. Weighted
Average Maturity e capital key
possono quindi costituire
elementi di flessibilità nella
reingegnerizzazione risk-
sharing del Quantitative
Easing (Qe).
Sono ipotizzabili tre
reingegnerizzazioni. La prima

richiederebbe l’abbandono
graduale della capital key in
favore di un algoritmo che
privilegi gli acquisti da parte
delle banche centrali
dell’Eurosistema in
proporzione al livello dello
spread ed al rapporto tra debito
pubblico e Pil.
La seconda, sulla base dei
medesimi criteri, attribuirebbe
alle Bcn opportuni margini di
manovra per incrementare la
vita media residua dei Govies
detenuti in portafoglio e
“congelare” così i rischi nel
bilancio della banca centrale
acquirente.
A supporto di questa
reingegnerizzazione si
dovrebbe prevedere l’emissione
di titoli a lunghissima scadenza
(ultra-long) nelle politiche di
rifinanziamento dei debiti
pubblici dei Paesi membri e
l’idoneità di questi ultra-long
Govies all’acquisto nel Qe,

superando l’attuale limite dei 
anni. L’ultima
reingegnerizzazione sarebbe il
risk-sharing swap, vale a dire il
subentro della Bce alle varie Bcn
nei nuovi acquisti e nel
rifinanziamento dei titoli di
Stato in scadenza.
I mercati apprezzerebbero
questo ritorno ai rischi condivisi
nell’Eurosistema attraverso
un’operatività tesa ad azzerare
lo spread tra i vari Paesi
membri, come avvenne a partire
dal triennio antecedente la
partenza dell’euro e fino ad un
altro autunno caldo, quello del
, allorquando, nell’incontro
di Deauville, Francia e Germania
comunicarono l’impossibilità
del risk-sharing nell’Eurozona.
Sarebbe un po’ come tornare
all’anno zero e superare
gradualmente i limiti di
decisioni – conseguenti a tale
incontro – che hanno
privilegiato gli interessi

nazionali a quelli dell’Eurozona.
Se poi la ridefinizione del Qe
dovesse riguardare aspetti
marginali, focalizzati ad
esempio sul problema della
scarsità dei Bund, si
guadagnerebbe solo del tempo
da spendere, tra l’altro, in un
contesto economico-finanziario
in rapido deterioramento.
Di recente Olli Rehn,
governatore della banca
centrale finlandese e membro
del board della Bce ha
dichiarato che: «Quando lavori
con i mercati finanziari, spesso
è meglio fare overshooting che
undershooting, (e quindi) è
importante presentare un
pacchetto politico significativo
e di grande impatto a
settembre piuttosto che
tentennare». Ci auguriamo
di essere stupiti.
Economista
á@MarcelloMinenna
© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Marcello Minenna


Germania Spagna

Francia Italia

Deviazioni dalla Capital Key. In miliardi di euro, a trimestre

03/15 07/19 03/15 07/

03/15 07/19 03/15 07/

-1,

0

1,

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-1,

0

1,

2,

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0

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2,

-1,

0

1,

2,

Acquisti dei titoli di Stato da parte delle Banche centrali nazionali

‘‘
Sarebbe un
po’ come
tornare
all’anno zero
e superare
gradualmente
i limiti di
decisioni che
hanno
privilegiato
gli interessi
nazionali
a quelli
dell’Eurozona

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