la Repubblica - 03.08.2019

(Brent) #1
di Rosalba Castelletti

Una Costituzione in mano. E l’inno-
cenza disarmata e disarmante dei 17
anni. Solo questo basta per sfidare
una falange di “cosmonauti”, come i
russi chiamano i poliziotti antisom-
mossa. Loro schierati a decine con i
manganelli. Olga Misik sola, il viso
ancora acerbo, una camicetta bian-
ca, un paio di jeans verde speranza e
una penna infilzata in un giubbotto
anti-proiettile che però è solo la divi-
sa del movimento “Bessrochka”,
“Senza scadenza”.
Non importa quanti altri manife-
stanti siano già caduti sotto il peso
di quei bastoni sfollagente. La giova-
ne Olga non arretra. Anzi, s’avvicina
agli agenti e li guarda negli occhi ad
uno ad uno brandendo la Costituzio-
ne come un’arma. Poi inizia a legge-

re ad alta voce l’articolo 31: «I cittadi-
ni della Federazione Russa hanno il
diritto di riunirsi pacificamente,
senz’armi, di tenere riunioni, comi-
zi e dimostrazioni, cortei e picchet-
ti».
La ragazza si aspetta che da un
momento all’altro qualcuno la inter-
rompa. E invece si fermano tutti ad
ascoltarla. Allora si siede a terra,
gambe incrociate sull’asfalto, spalle
ai poliziotti, e declama gli altri dirit-
ti sanciti dalla Costituzione russa,
quel testo varato nel dicembre 1993
che mise fine al governo dell’Urss:
l’articolo 3 sul popolo “unica fonte
del potere”, l’articolo 32 sul diritto a
“partecipare alla direzione degli af-
fari dello Stato” e a “eleggere ed esse-
re eletti negli organi del potere” e
l’articolo 29 sulla “libertà di pensie-
ro e di parola”. Una moderna Antigo-
ne che ricorda agli adulti che quella

protesta non autorizzata dal munici-
pio ottempera a una Legge supre-
ma. Una bambina contro i giganti,
come la Nobel Malala o la coetanea
Greta con le loro proteste quasi im-
possibili e quindi epiche.
Lo scatto è di una settimana fa,
quando migliaia di moscoviti sono
scesi in piazza dopo che la Commis-
sione elettorale ha invalidato le fir-
me raccolte da decine di candidati
indipendenti e li ha esclusi dalle ele-
zioni che si terranno nella capitale
l’8 dicembre. Oggi torneranno in
strada benché i leader della prote-
sta siano stati incarcerati. In ballo
c’è molto di più di un voto locale. A
dirlo, in un’intervista a Meduza, è
stata la stessa Olga. «Si tratta di una
manifestazione a difesa dei diritti
costituzionali elementari che in uno
Stato democratico non verrebbero
messi in discussione. Quando non

hanno riconosciuto le firme è come
se avessero detto: voi non esistete».
Il 27 luglio, fresca di diploma con
lode, il sogno di un futuro da giorna-
lista, Olga ha lasciato la sua cittadi-
na di Voskresensk per andare a Mo-
sca. Ha disubbidito ai genitori: la ma-
dre che «guarda la tv e crede alla pro-
paganda» e il padre che «ama Putin
e non fa che dire: “Non hai vissuto
negli Anni ’90!”».
Alla fine è stata fermata, per la ter-
za volta in un anno. E con lei altri
1.400. Voleva manifestare per una
Russia dove la «Costituzione non
sembri una raccolta di barzellette e i
libri di Orwell non siano il codice del
governo». Soprattutto voleva ricor-
dare che esiste. E c’è riuscita. Quello
scatto con la Costituzione in mano
l’ha resa l’icona dei ragazzini che, se
non il mondo, vorrebbero salvare la
loro Russia.

di Paolo Garimberti

Sono i giovani a lanciare la sfida per
la libertà e la democrazia ai regimi
autoritari. Sempre più giovani, addi-
rittura adolescenti, contro le intimi-
dazioni e le repressioni poliziesche.
A Hong Kong c’è un sedicenne tra i
44 arrestati nelle manifestazioni del
passato weekend e incriminati addi-
rittura per “sommossa”. E a Mosca è
diventata virale la fotografia di Olga
Misik, 17 anni, che sabato scorso si è
seduta per terra davanti a un minac-
cioso schieramento di Omon (le forze
anti-sommossa dalla tenuta sinistra co-
me la loro fama) e ha cominciato a leg-
gere il testo commentato della Costitu-
zione: i tre articoli, soprattutto
il 31, che garantiscono la libertà
di manifestare, ma che vengo-
no regolarmente disattesi dal-
le autorità con una serie di con-
dizioni, che rendono di fatto
vietato dimostrare nei luoghi
più simbolici e più centrali del-
la capitale. Eppure in piazza
vanno in migliaia e l’età media
è sempre più bassa: all’ultima
sono stati arrestati e denuncia-
ti in centinaia in una repressio-
ne senza precedenti nell’era
putiniana e il loro leader, Alek-
sej Navalnyj, condannato a 30
giorni di carcere (dove ha avu-
to un principio di avvelenamento, spe-
cialità della casa al Fsb, successore del
Kgb).
Oggi è prevista una nuova manife-
stazione e forse Olga tornerà in piazza.
La Costituzione che tiene in mano nel-
la foto, come si legge nella copertina, è
quella della Federazione Russa, varata
da Boris Eltsin, dopo il crollo dell’Unio-
ne Sovietica. Che di costituzioni ne ave-
va avute quattro. L’ultima, del 1977,
non differiva molto dalla penultima
del 1936, nota come “Costituzione stali-
niana”. Garantiva sì la libertà di parola,
assemblea, religione ma subordinava i
diritti politici degli individui agli inte-
ressi supremi del Pcus, il partito comu-
nista: di fatto annullava la libertà del
singolo. La Costituzione eltsiniana è in
buona misura una scopiazzatura di
quelle francese e americana nell’inten-
to di fare anche della Russia una demo-
crazia liberale. Putin, che pure ci ha

giurato sopra quattro volte da presi-
dente eletto, mostra di non averne
grande rispetto. Del resto, nella ormai
famosa intervista al Financial Times
(pubblicata in Italia da Repubblica), ha
decretato la fine delle “democrazie li-
berali”. Lui, come il suo sempre più
stretto partner Xi Jinping, che minac-
cia di mandare l’esercito contro i dissi-
denti di Hong Kong, crede che funzio-
ni meglio la “democratura”, crasi di de-
mocrazia e dittatura coniata da quel
geniale scrittore che era Predrag Mat-
vejevic.
Perciò le manifestazioni di piazza,
ancor meno con una ragazzina che gli
ricorda la Costituzione appresa al liceo
di Voskresensk, non piacciono al presi-
dente russo. Anche perché stanno di-
ventando frequenti. Prima di quelle at-
tuali a Mosca, nate per una selezione
assai poco democratica dei candidati
alle elezioni locali, se ne erano svolte

svariate in tutta la Russia, con decine
di migliaia di persone, per protestare
contro la riforma della raccolta dei ri-
fiuti. Putin ha ammesso, nel rituale dia-
logo tv con il Paese a giugno, che il pro-
blema è «enorme». Ma poi le forze
dell’ordine hanno schiacciato una ma-
nifestazione a Likino-Duljovo, dove gli
ambientalisti avevano messo un croce-
fisso e un’icona all’ingresso di una fore-
sta che sarebbe stata devastata dalla
costruzione di un inceneritore. E l’in-
verno dello scontento dei russi era co-
minciato con le proteste per la riforma
delle pensioni e del sistema fiscale.
Putin sente scricchiolare il suo tasso
di popolarità, che secondo gli ultimi
sondaggi è sceso ai livelli più bassi dal
2006 (pur restando attorno a un con-
fortevole 62 percento, ma era abituato
al 90, ancora nel 2015). E sa che le prote-
ste dei giovani idealisti si saldano con
quelle dei meno giovani, che hanno

motivazioni soprattutto economiche: i
redditi dei russi sono in costante ten-
denza negativa da cinque anni (la più
lunga striscia dai caotici anni ‘90), con
una diminuzione del 13% rispetto al


  1. Tuttavia la gente continua ad ave-
    re fiducia nello zar. Come scrive Dmi-
    trij Trenin, direttore del Carnegie Mo-
    scow Centre, nel suo nuovo libro Rus-
    sia, «Putin è forse uno dei pochissimi,
    nella Russia contemporanea, a essere
    considerato come qualcuno che ha a
    cuore il suo popolo». Ma il “suo popo-
    lo” comincia a considerare insopporta-
    bile l’arricchimento esorbitante, ed esi-
    bito, del suo cerchio magico, che un
    grande studioso di Urss e poi di Russia,
    Anders Aslund, ha definito «la clepto-
    crazia autoritaria»: oligarchi, boiardi
    di Stato, amici personali del presiden-
    te. Quella che ai tempi delle costitu-
    zioni comuniste si chiamava la “no-
    menklatura”.


Lo scenario


Ragazzi in piazza, redditi in calo


ora il potere scricchiola


sotto il peso di quel testo


il personaggio

Leggere la Costituzione a Mosca


Così la giovane Olga risveglia i russi


f


I cittadini della


Federazione Russa


hanno il diritto di


riunirsi


pacificamente,


senz’armi, di tenere


riunioni, comizi e


dimostrazioni


MUMIN SHAKIROV (RFE/RL)

La scheda
Da Stalin
a Eltsin

Stalin 1936
La Costituzione
del 1936, varata
sotto Stalin,
garantiva libertà
di parola
e assemblea. Ma i
diritti politici
individuali erano
subordinati agli
interessi del
partito

La Costituzione
L’articolo 31

g


lIl simbolo
Olga Misik, 17
anni, di
Voskresensk, 90
km a Sud della
capitale. Ha
disubbidito ai
genitori per
andare a
manifestare. In
foto, protesta
leggendo la
Costituzione di
fronte ai
poliziotti a Mosca

Eltsin 1993
L’odierna
Costituzione fu
adottata nel
1993 con Eltsin
presidente:
ricalca quelle di
Francia e Stati
Uniti e disegna
la nuova Russia
post-sovietica
come una
democrazia
liberale

. Sabato, 3 agosto 2019 Mondo pagina^15

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