la Repubblica - 03.08.2019

(Brent) #1

Intervista a Jerome Fenoglio


Il direttore di Le Monde


“Anche in Italia sovranisti e destra


rendono più fragile la democrazia”


Coro di proteste anti Salvini

per gli insulti ai cronisti

La polizia: niente sconti se la scorta ha sbagliato. La Digos convoca il reporter di Repubblica minacciato. La stampa estera:


lasciato solo dai colleghi. Petizione Pd per la sfiducia al vicepremier. Il forzista Rotondi: “Aggredito da fan della Lega”


parigi —La migliore strategia per di-
fendere l’informazione dagli attac-
chi del potere politico «è quella di
unire le forze come stanno già facen-
do molte grandi testate di Paesi di-
versi. Un’inchiesta condotta a livel-
lo europeo è meno soggetta alle
pressioni dei politici dei singoli sta-
ti». Dal 2015 Jerome Fenoglio dirige
Le Monde, il principale quotidiano
francese di area progressista.
Direttore Fenoglio, due giorni fa
il ministro dell’Interno italiano ha
attaccato e intimidito un giornalista
perché aveva raccontato una
vicenda a lui sgradita. Non è il primo
episodio. Anche in Occidente la
libertà di stampa è in pericolo?
«Non dobbiamo stupirci. È già
successo altre volte nella storia
dell’Europa. Oggi capita di nuovo
perché abbiamo un sistema
democratico indebolito, attaccato su
più fronti dalla stessa politica. E la
libertà di espressione non viene vista
come un diritto ma talvolta come un
privilegio, qualcosa di cui poter fare a
meno».
Una deriva autoritaria?
«Sovranismi ed estrema destra che
sono al potere in diversi Paesi
europei, a partire dall’Italia ma non

solo, hanno contribuito a rendere più
fragile il sistema democratico. Ma
non accade solo in questi Paesi. In
Francia abbiamo avuto episodi di
intolleranza verso le testate che
conducevano inchieste scomode».
Qual è la differenza tra la
fisiologia e la patologia? Il potere
attaccato si difende, è fisiologico.

Quando l’assalto alla libertà di
espressione diventa patologico?
«Quando i giornalisti sono minacciati.
Quando si cerca di impedire loro di
fare il loro mestiere. Quando si
attacca alla radice la libertà di
espressione diminuendo le tutele. E
questo lo possono fare i politici
modificando le leggi per rendere più

difficile il nostro compito».
Accade anche in Francia?
«Certamente. Qui da noi sono in
preparazione progetti di legge che
cercano di costringere i giornalisti a
rivelare le fonti. Impedirebbero così
una tutela fondamentale nel nostro
mestiere, quella di garantire a chi ci
rivela le notizie che non verrà
perseguito per questo. È una delle
regole fondamentali del giornalismo
investigativo in tutto il mondo».
Ci sono stati anche in Francia casi,
come quello recente del ministro de
Rugy, in cui i politici hanno accusato
i giornali di aver esagerato con gli
attacchi agli uomini del Palazzo. I
giornali esagerano?
«Non mi piace parlare delle inchieste
di altri. Dico che spesso quando la
politica reagisce mettendo i giornali
sotto attacco è la politica che poi ha
torto. A noi è successo lo scorso anno
con il caso Benallah, (il collaboratore
del presidente Macron sorpreso a
picchiare dei gilet gialli durante una
manifestazione n.d.r.). Ci hanno
attaccato ma alla fine si è dimostrato
che i nostri articoli erano corretti».
Uno degli aspetti oscuri della
Russia di Putin è la negazione della
libertà di informazione. C’è un

Dopo il tweet sulla “zingaraccia”


Di Segni: “Il ministro alimenta i pregiudizi”


di Rosario Di Raimondo

bologna — Fuga dal Parlamento.
Da oggi gli onorevoli si godono 38
giorni filati di ferie, un record che
per il capogruppo Pd Graziano Del-
rio serve a Salvini per sottrarsi
dall’Aula in un periodo molto caldo.
Il meteo non c’entra: va avanti l’in-
chiesta interna della Questura di Ra-
venna sul caso del figlio del vicepre-
mier a bordo della moto d’acqua del-
la polizia, con relative intimidazioni
e insulti verso il giornalista Valerio
Lo Muzio che ha documentato tutto
per Repubblica. Ma c’è anche la rac-
colta firme lanciata in tutta Italia
dal segretario Pd Nicola Zingaretti
per sostenere la mozione di sfiducia
nei confronti del capo leghista:
«Troppe ombre, pochi fatti. Salvini
dimettiti».
Dopo gli insulti e le minacce a Lo
Muzio («Sappiamo dove abiti», gli
ha detto, tra l’altro, un uomo della
scorta di Salvini), il capo della Poli-
zia Franco Gabrielli ha chiesto al
questore di Ravenna Eugenio Rosa-
rio Russo di fare i dovuti accerta-
menti. Ma soprattutto ha assicurato
che non ci saranno sconti nei con-
fronti di chi ha provato a impedire a

un giornalista di fare il suo lavoro. È
questo, infatti, l’aspetto più grave
della vicenda.
La Digos di Ravenna ha convoca-
to il cronista. L’appuntamento è per
lunedì mattina alle 10.30. I dirigenti
gli hanno chiesto un incontro per
comprendere bene la dinamica dei
fatti, come sono andate le cose e va-
lutare così come andare avanti
nell’inchiesta. La procura aspetta
una relazione completa da parte del-
le divise prima di decidere, a sua vol-
ta, se e come muoversi.
E proprio ieri un altro episodio
consente di capire il clima verso chi
fa informazione e non solo. Il viceca-
pogruppo di Forza Italia alla Came-
ra, Gianfranco Rotondi, è stato insul-
tato e minacciato a Pescara, durante
un’intervista, da due persone che,
definendosi salviniane, avrebbero
sottolineato come il leader della Le-
ga sarebbe l’unico a volere il bene
del Paese. Rotondi era con un opera-
tore televisivo, i due hanno chiama-
to il 113 e si sono rifugiati in un bar.
A Lo Muzio, intanto, è arrivata la
solidarietà della stampa nazionale e
internazionale. Non solo per le inti-
midazioni ma per il comportamen-
to del vicepremier durante la confe-
renza stampa al Papeete Beach di Mi-

lano Marittima: «Vada a riprendere i
bambini in spiaggia, visto che le pia-
ce tanto», ha detto Salvini al giornali-
sta, impedendogli di fatto di fare do-
mande. Cioè il suo lavoro. Per i corri-
spondenti esteri dall’Italia, durante
quella conferenza stampa «il colle-
ga è stato lasciato solo». «Se Salvini,
che non hai mai nascosto una sua
grande ammirazione per Trump, ha
deciso di imitare lo stile del Tycoon
di attaccare e insultare i giornalisti
che il presidente Usa descrive come
“nemico del popolo”, siete messi ma-
le voi italiani», ha commentato ad
esempio Trisha Thomas, corrispon-
dente della Associated Press e presi-
dente dell’Associazione Stampa
Estera. «Da un ministro si attendo-
no parole decenti e onorevoli», è la
presa di posizione del quotidiano
cattolico Avvenire, ritenendo «al li-
mite della diffamazione» le allusio-
ni di Salvini. Si sono schierati a fian-
co del giornalista anche i comitati di
redazione de Ilfattoquotidiano.it, La
Stampa, Corriere della sera Usigrai.
«Le parole hanno un peso e quanto
detto dal ministro dell’Interno con-
tro il collega Valerio Lo Muzio è
estremamente grave», ha scritto in
una nota Primo Di Nicola, M5S, vice-
presidente della vigilanza Rai.

La libertà di stampa


è sotto attacco. Noi


giornalisti dobbiamo


difenderla


mantenendo alta


la vigilanza


e lavorando insieme


Primo piano L’ultima spiaggia


Il ministro
Matteo Salvini,
46 anni,
vicepremier e
ministro
dell’Interno è in
vacanza a
Milano
Marittima

dal nostro inviato Paolo Griseri

direttore
Jerome
Fenoglio, 53
anni
Nel giorno del ricordo del Porrajmos, il massacro di
rom e sinti nei campi di sterminio nazisti, la
presidente dell’Unione delle comunità ebraiche
italiane Noemi Di Segni ha lanciato un severo
richiamo. “Questa ferita aperta e che mai potrà
rimarginarsi nella coscienza d’Europa parla anche al
nostro presente. Un monito sulle conseguenze cui
possono portare le parole di odio. Sta a noi non
soltanto vigilare perché ciò non riaccada, ma anche
intervenire con la massima fermezza davanti a nuovi
segnali di pericolo che si ripresentano in modo
sempre più allarmante anche per l’irresponsabilità di
chi, ai più alti livelli istituzionali, continua a soffiare sul
fuoco di orrendi pregiudizi”. Il riferimento di Di Segni
è al tweet del vicepremier sulla “zingaraccia che va a
dire ‘Salvini dovrebbe avere un proiettile”.

La presidente
Noemi Di
Segni, 50 anni,
dal luglio 2016
guida l’Ucei,
l’Unione delle
comunità
ebraiche
italiane

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pagina. 2 Sabato, 3 agosto 2019

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