12 Mercoledì11Marzo2020 CorrieredellaSera
LECARCERI
Sifalacontabilitàdellesommossedoponuovidisordini
inaltreottostrutturedaBolognaaPalermo
Icolloquisospesieisospettisull’ingressodelladroga
Dodicimorti eancoraquindicievasi
malaprotestasembrarientrare
ROMALe rivoltestanno rien-
trando, ma latensioneresta.
Sullecarceri italianeconti-
nuano a premere la paura del
coronaviruseleconseguen-
zedelle misureper evitare
che ilcontagio entri negli
istituti; aggravate dal sovraf-
follamentoche già impone
condizioni di vita difficili da
sopportare. Il numerodei
morti provocati dai disordini
èsalitoadodici:aquelli di
Modena, diventati nove,se
ne sono aggiunti tre a Rieti. A
Foggia sicercano ancora
quindici evasi. Ieri le proteste
sono andate in scena a Bolo-
gna, Campobasso, Caltanis-
setta, Enna, Larino,Pescara,
Palermo e Genova.
Idecessi sembrano tutti
causati da dosi eccessivedi
metadoneoaltri farmaci.
Come se l’assaltoalle infer-
merie avesse datoliberosfo-
goaingestioni smisuratedi
sostanzesostitutivedegli
stupefacenti,acui il fisico
dei detenuti non haretto. A
questoproposito,c’èchi so-
spetta che l’interruzione del-
le visiteavrebbe interrotto
uno deicanali clandestini
per far entrareladroga in
carcere;diqui le crisi d’asti-
nenza di alcuni detenuti che
avrebberocercatodi supe-
rarleconciò che hanno tro-
vatonelle infermerie.
Si tratta di un’ipotesi,
considerata peròplausibile
dagli stessi operatoricarce-
rari, cheoffrirebbecomun-
que un ulteriore, drammati-
cospaccatodella situazione
in cuiversanoipenitenziari
italiani. Nella quale la so-
spensione deicolloqui «a
vista»conifamiliari, seppu-
retemporaneaedisposta a
tutela delle personerecluse,
rischia dirompereequilibri
moltofragili. Facendo
esploderealtrecontraddi-
zioni. In questi giorniidi-
rettori degli istituti, Garanti
dei diritti, polizia peniten-
ziariaevolontari hanno
concentratoilorosforzi per
convincereidetenuti che si
tratta di misurecontingenti,
compensatedaunmaggior
numeroditelefonateecol-
legamenti via skype.
Gli altri rimedi puntano ad
alleggerire il peso del sovraf-
follamento, ma si tratta di so-
luzioni «volontarie» ricerca-
tedai magistrati di sorve-
glianza. Tra le misurevarate
dal governo, non ci sono
provvedimenti specifici, se
non la generica raccomanda-
zione di evitare che i detenuti
facciano avantieindietro
conlecelle «valutando la
possibilità di misure alterna-
tive alcarcere». Così i giudici
di Napoli,Roma, Firenze e al-
tre città hanno deciso dicon-
cedere(come suggeritoan-
che dall’associazione Antigo-
ne) ai detenuti semiliberi che
normalmente escono al mat-
tinoerientrano la sera, di
pernottarefuori.Odiaccor-
dareloropermessi speciali
di due settimane. Altempo
stesso, però, in alcuni istituti
sono stati sospesiinormali
permessi-premio (sempre
per evitare il viavai possibile
veicolo dicontagio), solle-
vando ulteriori problemi.
Il ministrodella Giustizia
Alfonso Bonafede oggi dirà
la sua in Senato, ma ieri ha
dovuto incassare la diserzio-
ne dei sindacati della polizia
penitenziaria di un’incontro
già fissato: «Le uniche garan-
zie di intervento, in questo
momento, possono giungere
solodal presidentedel Con-
siglio». Il suoex collega di
governo Matteo Salvini chie-
de «pugno diferro»e«un
commissario straordinario
che gestisca l’emergenza».
©RIPRODUZIONERISERVATA
2
settimane
dipermessiai
detenutisemi-
liberidecisedai
giudicidi
sorveglianzadi
Firenze,Napoli
eRoma
AlSenato
Ilministrodella
Giustizia,Alfonso
Bonafede,riferirà
oggialSenato
LeprotestefuoridalcarcerediRebibbia,lunedì
Ilgiudicemilanese
GiovannaDiRosa
G
iovanna DiRosa era a
San Vittore quando è
scoppiata la rivolta. Il
presidente del Tribunale di
sorveglianza di Milano ha
partecipato alla trattativa fino
allaconclusione.
Cosaèsuccesso?
«Ero lì per un incontrocon
i detenuti. Abbiamo dovuto
interrompere perché si
sentivano urla e rumori. Al
primo pomeriggio la rivolta
sembrava finita quando un
gruppo di detenuti ètornato
su untetto per qualche ora».
Cosachiedevano?
«Ridurre il sovraffollamen-
to. Dicevano checosì non è
possibile evitare ilcontagio
dacoronavirus. San Vittore è
unvecchiocarcere
circondarialecon spazi esigui
e gli arrestati che entrano
ogni giorno. Contestavano
che operatori e agenti
possono portare il virus
dall’esterno. Abbiamo
spiegato che ogni giorno tutti
vengono sottoposti a triage ».
Quandosietepotuti
entrareneireparti,qualera
lasituazione?
«Tuttorotto. Acqua sui
pavimenti,termosifoni
divelti, bagni distrutti, porte e
vetri sfondati. Abbiamo
scelto la strada della dissuasi-
one e non laforza. Il direttore
Siciliano, ilcomandante della
polizia penitenziariaFederico
e gli agenti sono stati eroici».
Pensacisiastatauna
regianazionaleperarrivare
aindultooamnistia?
«Diciamo che è singolare
che a Milano, dovegià da un
paio di settimanec’erano
forti preoccupazioni
sanitarie, la protesta si è
scatenata solo quando sono
state adottate in tutta Italia le
misure che hanno bloccato
permessi ecolloqui».
IericonipmNobilieRuta
aveteincontratodinuovoi
rappresentantideidetenuti.
«Ci siamo impegnati a
rappresentare la situazione.
Non perché hanno protesta-
to, ma perché stavamo già
lavorando per migliorarla.
Rinnoveranno le istanze per
le quali dicono di non avere
avuto risposta e noi ci
impegniamo a rappresentarle
ai giudicicompetenti».
GiuseppeGuastella
©RIPRODUZIONERISERVATA
«Erolìdentro,
conildialogo
rivoltafinita»
GiovannaDi
Rosa,
presidentedel
Tribunaledi
sorveglianzadi
Milano
diGiovanniBianconi
Primopiano Idetenuti