La Stampa - 06.11.2019

(Romina) #1

LA STAMPA


Quotidiano fondato nel 1867

DIRETTORE RESPONSABILE
MAURIZIO MOLINARI
VICEDIRETTORI
ANDREA MALAGUTI, MARCO ZATTERIN
REDATTORE CAPO CENTRALE
FLAVIO CORAZZA
CAPO DELLA REDAZIONE ROMANA
FRANCESCO BEI
CAPO DELLA REDAZIONE MILANESE
PAOLO COLONNELLO

ART DIRECTOR


CYNTHIA SGARALLINO


COORDINATORI MACRODESK


GIANNI ARMAND-PILON ATTUALITÀ, ANGELO DI MARINO GLOCAL


ALBERTO INFELISE TEMPI MODERNI, GUIDO TIBERGA CRONACHE,


MARCO SODANO DIGITALE


REDAZIONI


GIUSEPPE SALVAGGIULO ITALIA, ALBERTO SIMONI ESTERI,


TEODORO CHIARELLI ECONOMIA E FINANZA,


MAURIZIO ASSALTO CULTURA, RAFFAELLA SILIPO SPETTACOLI,


MARIA CORBI SOCIETÀ, PAOLO BRUSORIO SPORT,


NATALIA ANDREANI GLOCAL, LUCA FERRUA CRONACA DI TORINO


GEDI NEWS NETWORK S.P.A.


CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE


PRESIDENTE LUIGI VANETTI


AMMINISTRATORE DELEGATO E DIRETTORE GENERALE


MARCO MORONI


CONSIGLIERI


GABRIELE ACQUISTAPACE, FABIANO BEGAL, LORENZO BERTOLI


PIERANGELO CALEGARI, ROBERTO MORO, RAFFAELE SERRAO


DIRETTORE EDITORIALE


MAURIZIO MOLINARI


CONDIRETTORE EDITORIALE


LUIGI VICINANZA


RESPONSABILE DEL TRATTAMENTO DEI DATI DI USO REDAZIONALE (D. LGS.196/2003):
MAURIZIO MOLINARI

REDAZIONE AMMINISTRAZIONE E TIPOGRAFIA:


VIA LUGARO 15 - 10126 TORINO, TEL. 011.6568111


STAMPA:


GEDI PRINTING S.P.A., VIA GIORDANO BRUNO 84, TORINO


LITOSUD S.R.L., VIA CARLO PESENTI 130, ROMA


GEDI PRINTING S.P.A., VIA G. F. LUCCHINI 5/7, VALDARO MANTOVA


GEDI PRINTING S.P.A., ZONA INDUSTRIALE PREDDA NIEDDA NORD


STRADA N. 30, SASSARI


ETIS 2000, ZONA INDUSTRIALE VIII STRADA, CATANIA


REG. TELEMATICA TRIB. DI TORINO N. 22 12/03/2018


CERTIFICATO ADS 8567 DEL 18/12/2018.


LA TIRATURA DI MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 2019


È STATA DI 154.282 COPIE


La Stampa
via Lugaro 21, Torino.
INFORMAZIONI Servizio Abbonati tel. 011 56381;
fax 011 5627958. E-mail [email protected]
CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PER LA PUBBLICITA’:
A. Manzoni & C S.p.a. Via Nervesa, 21 - 20139 Milano.
Telefono: 02 574941 http://www.manzoniadvertising.it
DISTRIBUZIONE ITALIA TO-DIS S.r.l.
via Lugaro 15, 10126 Torino. Tel. 011 670161,
fax 011 6701680.

LA STAMPA


Quotidiano fondato nel 1867
DIRETTORE RESPONSABILE
MAURIZIO MOLINARI
VICEDIRETTORI
ANDREA MALAGUTI, MARCO ZATTERIN
REDATTORE CAPO CENTRALE
FLAVIO CORAZZA
CAPO DELLA REDAZIONE ROMANA
FRANCESCO BEI
CAPO DELLA REDAZIONE MILANESE
PAOLO COLONNELLO
ART DIRECTOR
CYNTHIA SGARALLINO
COORDINATORI MACRODESK
GIANNI ARMAND-PILON ATTUALITÀ, ANGELO DI MARINO GLOCAL
ALBERTO INFELISE TEMPI MODERNI, GUIDO TIBERGA CRONACHE,
MARCO SODANO DIGITALE
REDAZIONI
GIUSEPPE SALVAGGIULO ITALIA, ALBERTO SIMONI ESTERI,
TEODORO CHIARELLI ECONOMIA E FINANZA,
MAURIZIO ASSALTO CULTURA, RAFFAELLA SILIPO SPETTACOLI,
MARIA CORBI SOCIETÀ, PAOLO BRUSORIO SPORT,
NATALIA ANDREANI GLOCAL, LUCA FERRUA CRONACA DI TORINO
GEDI NEWS NETWORK S.P.A.
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
PRESIDENTE LUIGI VANETTI
AMMINISTRATORE DELEGATO E DIRETTORE GENERALE
MARCO MORONI
CONSIGLIERI
GABRIELE ACQUISTAPACE, FABIANO BEGAL, LORENZO BERTOLI
PIERANGELO CALEGARI, ROBERTO MORO, RAFFAELE SERRAO
DIRETTORE EDITORIALE
MAURIZIO MOLINARI
CONDIRETTORE EDITORIALE
LUIGI VICINANZA
RESPONSABILE DEL TRATTAMENTO DEI DATI DI USO REDAZIONALE
(D. LGS.196/2003):
MAURIZIO MOLINARI
REDAZIONE AMMINISTRAZIONE E TIPOGRAFIA:
VIA LUGARO 15 - 10126 TORINO, TEL. 011.6568111
STAMPA:
GEDI PRINTING S.P.A., VIA GIORDANO BRUNO 84, TORINO
LITOSUD S.R.L., VIA CARLO PESENTI 130, ROMA
GEDI PRINTING S.P.A., VIA G. F. LUCCHINI 5/7, VALDARO MANTOVA
GEDI PRINTING S.P.A., ZONA INDUSTRIALE PREDDA NIEDDA NORD
STRADA N. 30, SASSARI
ETIS 2000, ZONA INDUSTRIALE VIII STRADA, CATANIA
REG. TELEMATICA TRIB. DI TORINO N. 22 12/03/2018
CERTIFICATO ADS 8567 DEL 18/12/2018.
LA TIRATURA DI MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 2019
È STATA DI 154.282 COPIE

S


e si compie l’immane sforzo di guardare al caso Ilva senza farsi di-
strarre dalle troppe e confuse voci della politica, la scena si presen-
ta drammaticamente chiara. Un anno fa, Arcelor Mittal ha affittato
per 18 mesi l’Ilva di Taranto con l’impegno di acquisirla il primo giugno
prossimo, per un totale di 1,8 miliardi; contestualmente, il colosso side-
rurgico euroindiano s’è impegnato a investimenti ambientali (1,1 miliar-
di) e industriali (1,2). È stata una gara vinta al rialzo ad un prezzo non da
saldo: «Hanno pagato una bicicletta usata al prezzo di una nuova», è il
senno fuggito dal cuore d’un analista di lungo corso. Eppure, è apparso il
migliore degli accordi possibili, ai lavoratori, ai signori dei palazzi roma-
ni come ai tecnici di Bruxelles, scesi in agosto per vedere l’aria che tira e
quella che respiriamo, e rientrati a casa soddisfatti.
A dodici mesi dal passaggio di mano, Arcelor Mittal ha fatto saltare il
tavolo. Con calma si può ragionare sulla possibilità che abbiano compiu-
to un passo più lungo della gamba con quella firma del 2018. Errore o
no, si sono infilati in una posizione scomoda. I dazi americani li espongo-
no sempre di più alla concorrenza asiatica e turca, mentre la domanda
europea è in forte calo e, secondo le stime, lo sarà almeno per altri due tri-
mestri. L’intrigo del caso Ilva, complicato dalla mutabilità degli umori
politici nazionali, ha finito per generare gran turbamento in Mittal & Co.
Sempre che, come bisogna naturalmente ritenere sino a prova contra-
ria, siano tutti in buona fede.
Allora prendete dei non italiani e portateli nel paese dove gli italiani
sono accampati da secoli. Poneteli di fronte a ogni sorta di alea e vinco-
lo, ambientali e legali, poi industriali. Se siamo di qui, abbiamo ben pre-
sente come nelle amministrazioni pubbliche chi firma un pezzo di carta
lo faccia col timore di finire indagato suo malgrado. E che un sindaco tra-
scurato dalla magistratura sia un elefante bianco. Lo scudo penale servi-
va a garantire il management dalle code delle precedenti gestioni. Se so-
no seri, i nuovi signori di Taranto devono aver pensato che dopo l’elimi-
nazione in Parlamento non ne valesse più la pena. «Senza tutele non ci
viene nessuno», concede un giurista che lavora col governo dove, come
evidente, albergano anime differenti e contrastanti.
È un pasticcio con una sola soluzione accettabile: salvare il potenziale
industriale rimasto della più grande fabbrica siderurgica d’Europa, dare
un futuro a quasi ventimila lavoratori (indotto compreso), e assicurare la
tutela della salute dei tarantini che rischiano di pagare il prezzo più alto e
duraturo dello stallo. Per centrare questo obiettivo, ci sono due vie: ripri-
stinare le condizioni per realizzare il piano Mittal, ribadendo lo scudo pe-
nale con tutti i suoi rischi, senza però riaprire la trattativa sui contenuti in-
dustriali; oppure rompere con gli euroindiani, buttandosi in una disputa
giuridica complessa e potenzialmente costosa, trovando al contempo un
nuovo socio (chi, a queste condizioni?) oppure ripubblicizzando profilati
e affini (con quali soldi?).
Quale sia la risposta che si vorrà e riuscirà a dare, ce n’è un’altra che
non si può rinviare. Nessun governo italiano ha fatto miracoli per l’indu-
stria nazionale e tantomeno per il Mezzogiorno. L’assistenzialismo è
prevalso sulla strategia di sviluppo e la stagione gialloverde è apparsa
più parca di successi del previsto. Nell’ultimo anno sono passati al Mise
accordi annunciati come miracolosi - da Whirlpool a Pernigotti - che la
realtà ha trasformato in beffa. L’Ilva è l’ennesimo brutale inciampo per
una classe politica ondivaga e stonata. Rischia di innescare una crisi lun-
ga e difficile, durante la quale non bisognerebbe dimenticarsi di chi pro-
duce, di chi lavora, di chi respira. Servirebbe una decisione presa
nell’ambito di una strategia industriale seria e moderna, concertata, cre-
dibile e mantenuta nel tempo. Se non ci piace dove stiamo, esiste sem-
pre la facoltà di cambiare posto. Siamo uomini, mica ciminiere. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

LI


LETTERE


& IDEE


L


e proteste di massa hanno certamente minato la credibilità
del Cile-paese modello delle riforme economiche che han-
no liberalizzato e reso prospero il paese. Vediamo dunque
di analizzare i dati reali. Negli ultimi trent’anni dalla fine della dit-
tatura di Pinochet il Cile ha inequivocabilmente conosciuto un in-
vidiabile sviluppo economico. Il reddito pro-capite è arrivato, a
parità di potere d’acquisto, a 25.000 dollari l’anno (quello dell’Ita-
lia è di 35.800), la crescita del Pil è stata in media del 5% annuo e il
debito pubblico rappresenta solo il 25% del Pil (Italia, 135%). Il
Cile è diventato il paese più ricco dell’America Latina con perfor-
mance molto superiori a tutte le altre economie del continente.
Peraltro, l’obiezione del «pollo di Trilussa» (in pochi han man-
giato tutto) non è granché vera. Secondo gli indici di sviluppo
umano dell’Onu la speranza di vita media è 80 anni, come quella
dei paesi Ocse (il club dei paesi sviluppati) e più alta del resto del
Sud America. L’aspettativa di anni d’istruzione per un giovane è
di 16,5 (!) e il 65% della popolazione tra i 25 e i 64 anni ha comple-
tato la scuola superiore. La criminalità (che colpisce soprattutto i
poveri) è molto più bassa che nel resto del continente (2,7 omici-
di per 100.000 abitanti, contro i 56 del Venezuela o i 30 del Brasi-
le, ma anche i 5,3 degli Stati Uniti). E per la Banca Mondiale, la
percentuale di persone che vivono in povertà (meno di 4 dollari
al giorno) è passata dal 31% del 2000 al 6,4% del 2017.
L’indice di Gini, che misura la diseguaglianza di reddito (100
massima e 0 minima) è diminuito dal 52,2 del 2000 al 46,6 del
2017, sotto la media dei paesi latinoamericani.
L’attuale presidente conservatore, Piñera, d’altronde è stato
eletto con il 54,5% dei voti appena due anni fa e per tutto il 2018 e
fino a febbraio di quest’anno i favorevoli alla sua azione di gover-
no erano di più o alla pari degli sfavorevoli (sondaggi Cadem).
Ad ottobre i cileni erano i cittadini sudamericani più contenti del-
la loro condizione economica e il grado di soddisfazione di quali-
tà della vita secondo l’Ocse è di 6,5, in linea con i paesi del Primo
Mondo. C’è stato allora un impazzimento generale? No, semplice-
mente lo scontento a volte esplode in modo imprevisto dopo aver
covato sotto la cenere per molteplici ragioni. La prima è sicura-
mente stata la risposta eccessiva del governo alle prime manifesta-
zioni. Il presidente ha parlato di «stato di guerra» e la polizia ha per-
petrato molteplici abusi.
La seconda è che la rivolta è stata «aspirazionale», un po’ come
nell’autunno caldo italiano del 1969. I 19 milioni di cileni sono
usciti dalla povertà, posseggono 25 milioni di telefonini e 5,5 mi-
lioni di autoveicoli e non accettano di non godere del benessere
della classe media dei paesi sviluppati con cui ora si confrontano.
L’astio contro le élite deriva in parte dalla struttura oligopolisti-
ca di alcune industrie importanti del paese, soprattutto quelle che
provvedono ai bisogni primari del paese, la sanità, i fondi pensio-
ne e le utenze domestiche. Evasione fiscale e corruzione esaspera-
no gli animi: sono più basse che nel resto dell’America Latina ma
non rispetto alle nazioni Ocse.
Insomma, la lezione per paesi in grande crescita grazie alla li-
bertà economica è che le istituzioni devono maturare di pari pas-
so con l’economia, gli oligopoli sono avversari del mercato, l’a-
scensore sociale non va bloccato e lo Stato di diritto va rafforzato.
Certo, la diseguaglianza eccessiva non aiuta, ma l’indice Gini del
disastrato El Salvador è un più egalitario 38, eppure non credo
che a Santiago aspirino a stare come a San Salvador. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

UN MARE DI FIAMME


MATTIA FELTRI


REDAZIONE


AMMINISTRAZIONE TIPOGRAFIA


10126 Torino, via Lugaro 15, telefono 011.6568111,
fax 011.655306;
Roma, via C. Colombo 90, telefono 06.47661,
fax 06.486039/06.484885;
Milano, via Nervesa 21, telefono 02.762181,
fax 02.780049.
Internet: http://www.lastampa.it.
ABBONAMENTI 10126 Torino, via Lugaro 21,
telefono 011.56381, fax 011.5627958.
Italia 6 numeri (c.c.p. 950105) consegna dec. posta anno
€ 425,50; Estero (Europa): € 2.119,50.
Arretrati: un numero costa il doppio dell’attuale prezzo
di testata.
Usa La Stampa (Usps 684-930) published daily in Turin
Italy. Periodicals postage paid at L.I.C. New York and
address mailing offices. Send address changes to La
Stampa c/o speedimpex Usa inc.- 3502 48th avenue -
L.I.C. NY 11101-2421.
SERVIZIO ABBONATI Abbonamento postale annuale 6
giorni: € 425,50.
Per sottoscrivere l’abbonamento inoltrare la richiesta
tramite Fax al numero 011 5627958;
tramite Posta indirizzando a: La Stampa, via Lugaro 21,
10126 Torino; per telefono: 011.56381;
indicando: Cognome, Nome, Indirizzo, Cap, Telefono.
Forme di pagamento: c. c. postale 950105; bonifico
bancario sul conto n. 12601
Istituto Bancario S. Paolo; Carta di Credito telefonando al
numero 011-56.381
oppure collegandosi al sito http://www.lastampashop.it; presso gli
sportelli del Salone

ILVA, BISOGNA DECIDERE


MARCO ZATTERIN


C


he succedeva durante i bombardamenti, Se-
bald lo raccontò così: «Già un quarto d’ora
dopo la caduta delle prime bombe, l’intero
spazio aereo divenne un unico mare di fiamme
(...) Il fuoco, levandosi in cielo in vampe alte due-
mila metri, attirava a sé l’ossigeno con una violen-
za tale che le correnti d’aria raggiunsero la forza di
uragani (...) Giunta al culmine, la tempesta prese
a sollevare i cornicioni e i tetti delle case, sradicò
alberi e trascinò con sé esseri umani trasformati in
fiaccole viventi. Dietro le facciate che crollavano,
lingue di fuoco alte come palazzi salivano al cielo,
si riversavano nelle strade a una velocità di oltre
150 chilometri all’ora (...) Chi era scappato dai ri-
fugi cadeva adesso, in grotteschi contorcimenti,
sull’asfalto liquefatto».
La Germania ci aveva messo cinquant’anni per
raccontarselo: quasi niente a Est, e quel poco giusto
per significare l’elevatezza della dittatura sovieti-
ca, ancora meno a Ovest. Alla rimozione della
Shoah – e della Guerra mondiale nel suo complesso


  • si è cercato di rimediare negli ultimi decenni, e su
    di essa sono stati scritti molti libri, l’ultimo (I senza
    memoria) è di Géraldine Schwarz, dettagliato e im-
    pietoso. Soltanto che rimuovere la storia non serve
    a niente. Prima o poi la storia presenta il conto, e
    tanto più se si è cercato di dimenticarla. Rifiorisco-
    no gli attentati alle sinagoghe, gli omicidi, le basto-
    nature, le fiumane sotto le svastiche, e hanno molte-
    plici cause, una delle quali sono i ragazzi come so-
    no oggi: non hanno nulla da rimuovere, nessun ma-
    le compiuto né subito, e nemmeno compiuto o subi-
    to dai loro padri, ignorano tutto quanto è successo,
    tutto quanto gli è semplicemente estraneo. E dun-
    que e di nuovo contano di vincere il loro smarrimen-
    to coi manganelli in mano, contro la democrazia, lo
    straniero e il giudeo, nel nome mitizzato di uomo
    coi baffetti lontano e sconosciuto. —
    c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


CILE, LA RIVOLTA ANTI-ELITES


ALESSANDRO DE NICOLA


U


n’insostenibile voglia di doppiag-
gio, negli ultimi tempi, contagia at-
tori e cantanti sulla cresta dell’on-
da. L’ultimo esempio riguarda Gigi Pro-
ietti che descrive i pensieri del cane Enzo
nel film di Simon Curtis «Attraverso i
miei occhi» (domani nelle sale), basato
sul best seller di Garth Stein «L’arte di cor-
rere sotto la pioggia». Un attore formida-
bile nei panni (o meglio peli) di un cane. I
giochi di parole si sprecano. Resta l’attra-
zione per un mestiere difficile, che com-
porta tecniche diverse da quelle della
semplice recitazione e che, nella maggior
parte dei casi, si fa in solitudine, via dalla
pazza folla che abitualmente popola set e
quinte teatrali. Se poi, come accade sem-
pre più spesso, il compito è far parlare ani-

mali, le difficoltà aumentano.
Figuriamoci, quindi, quanto sarà stato
complicato per Edoardo Leo e Stefano Fre-
si sperimentare il metodo calandosi, rispet-
tivamente, nell’ultimo «Re Leone», nelle
pelli del suricato Timon e del facocero Pum-
baa. Se è già complesso diventare personag-
gi credibili di storie di uomini e donne, im-
maginiamo quanto possa esserlo quando si
è alle prese con la fauna della savana. O con
creature fiabesche come le sorelle di «Fro-
zen» Elsa (Serena Autieri) e Anna (Serena
Rossi), pronte a volteggiare nuovamente
tra i ghiacci in «Frozen 2 Il segreto di Aren-
delle». In «Ailo un’avventura tra i ghiacci»
(dal 14 nelle sale) diretto da Guillaume
Maidatchevsky, Fabio Volo ha accettato di
diventare un’entusiasta voce narrante.

La moda dei doppiaggi vip sta così di-
ventando linfa vitale per una pratica
osteggiata dai sostenitori dei film in lin-
gua originale con sottotitoli. Una schiera
sempre più numerosa, che ha messo in di-
scussione un’arte italiana storicamente
apprezzata. Eppure si sa che serie e strea-
ming stanno allevando eserciti di spetta-
tori onnivori, pronti a vedere tutto e subi-
to facendo a meno di traduzioni e doppia-
tori. Per continuare a valorizzare al me-
glio lo strumento prezioso della voce sem-
bra che oggi sia necessario qualcosa in
più, la sfida della celebrità che accetta di
tornare nell’ombra e lavorare sulle emo-
zioni. Anche se appartengono a un cane,
a un leone, a un gatto. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

AL CINEMA LA MODA DEI DOPPIAGGI VIP


FULVIA CAPRARA


Contatti
Le lettere vanno inviate a
LA STAMPAVia Lugaro 15, 10126 Torino
Email: [email protected]
Fax: 011 6568924
Anna Masera
Garante del lettore: [email protected]

TM


SEGUE DALLA PRIMA PAGINA


MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE 2019 LA STAMPA 21


NA MI

Free download pdf