La Stampa - 18.09.2019

(Kiana) #1

FRANCESCO SPINI
MILANO


Atlantia chiude un lungo capi-


tolo della sua storia. Giovanni
Castellucci non è più l’ammini-


stratore delegato del gruppo
che, da partecipazione statale


in 18 anni ha trasformato in co-
losso mondiale del settore, tra


autostrade e aeroporti. Si è di-
messo nel corso di un consi-


glio di amministrazione di cui
egli stesso aveva chiesto la con-
vocazione. Gli sviluppi dell’in-


chiesta di Genova sul crollo
del ponte Morandi in cui han-


no perso la vita 43 persone – in
cui sono emersi nuovi dubbi


sulla manutenzione dei via-
dotti, con report addomestica-


ti – non gli hanno dato scelta.


O si dimetteva o l’avrebbe sfi-
duciato il consiglio. Ha scelto
l’atto personale di responsabi-
lità che i consiglieri, espressio-
ne non solo del primo socio,
ovvero la Edizione dei Benet-
ton col 30,25%, ma anche de-
gli altri principali soci come il
fondo sovrano di Singapore e
la Fondazione Crt hanno ac-
colto, definendo una risoluzio-
ne consensuale con il mana-
ger e approntando una cabina
di regia in attesa che l’iter per
individuare il nuovo ammini-
stratore delegato si compia.
Così le deleghe esecutive
«in via temporanea», come
spiega una nota di Atlantia,
sono state trasferite a un co-
mitato di cui fanno parte il

presidente Fabio Cerchiai,
Carlo Bertazzo, Anna Chiara
Invernizzi, Gioia Ghezzi e
Carlo Malacarne. Nel frat-
tempo il direttore finanzia-
rio Giancarlo Guenzi è stato
nominato direttore genera-
le. Al suo posto, come uomo
dei numeri, subentrerà da su-
bito, anziché dal primo otto-
bre, Tiziano Ceccarani.
Gli ingranaggi si sono mos-
si. E i Benetton possono tirare
il fiato. Luciano, il patriarca
della famiglia ieri era a Milano
per le sfilate della settimana
della moda. A cda ancora in
corso gli hanno chiesto cosa si
aspettasse. «È una settimana
che siamo sotto choc per quel-
lo che appare dai comunicati

della giustizia – ha riposto ai
giornalisti –. Speriamo che si
chiarisca. Sicuramente ci sarà
qualche cambiamento. Que-
sto lo aspettiamo dal cda di og-
gi». Così è stato. Erano giorni
che la famiglia di Ponzano Ve-
neto chiedeva discontinuità,
lo ha fatto con un comunicato
sabato e lo ha fatto, in via più
riservata, in un consiglio di
Edizione lunedì: il capoazien-
da, del resto, non poteva non
assumersi la responsabilità og-
gettiva di quanto accaduto.
Per uscire di scena, Castel-
lucci non avrà solo le compe-
tenze di fine rapporto, che in
13 anni da amministratore de-
legato e altri 5 da direttore ge-
nerale vogliono dire svariati
milioni di euro. Riceverà an-
che un importo «a titolo di in-
centivo all’esodo» pari ad al-
tri 13 milioni e rotti. «Il sud-
detto importo – spiegano dal-
la società – è calcolato sulla
base del contratto in essere in
riferimento ai compensi do-
vuti all’ingegner Castellucci
in caso di recesso», come pre-
visto dalla società. Sarà paga-
to in quattro rate, la prima su-
bito e poi ogni 2 gennaio fino

al 2022. La società, però, ha
già fatto sapere che non pa-
gherà e chiederà la restituzio-
ne in tutto o in parte di quan-
to già elargito se «dovessero
emergere condotte dolose
comprovate e accertate». Ca-
stellucci manterrà i diritti già
maturati nei piani di incenti-
vazione, per un anno potrà
ancora contare sulla copertu-
ra assicurativa, l’auto azien-
dale, la casa. Quanto ai proce-
dimenti giudiziari sull’attivi-
tà resa in Atlantia, sarà la so-
cietà a coprire eventuali in-
dennizzi e risarcimenti, oltre
che spese legali e perizie.
Per lui, nella nota del grup-
po, l’onore delle armi per «il
decisivo contributo dato nei
18 anni ai vertici del gruppo
per trasformarlo in un leader
globale nel settore delle infra-
strutture, sviluppandone il va-
lore in maniera significativa».
Da parte di Castellucci il gra-
zie per l’opportunità di un pro-
getto industriale «estrema-
mente stimolante e ambizioso
e a cui resterà sempre legato».
Ma per le 43 vittime di Geno-
va, nemmeno una riga. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
PERSONAGGIO

Per 18 anni è stato il manager simbolo della famiglia di Ponzano Veneto


Difficile transizione per i successori. Il nodo Abertis e i dossier sul tavolo


Così ha trasformato

Autostrade in un colosso

Ma non lascia un erede

INFRASTRUTTURE E GIUSTIZIA


MILANO


F


inisce un’era per
Atlantia, i Benetton
sperano che se ne
apra un’altra. Per ri-
partire. Giovanni Castellucci,
classe 1959, per 18 anni è sta-
to, secondo solo a Gianni
Mion, il manager simbolo del-
la famiglia di Ponzano Vene-
to, quello che più di altri, su
spinta dello scomparso Gil-
berto Benetton, ha dato cor-
po alla diversificazione e so-
prattutto all’internazionaliz-
zazione degli “united co-
lours” sviluppando le altre
gambe del gruppo, dalle auto-
strade agli aeroporti. Dopo
gli inizi nella consulenza tra
Parigi e Milano, in Boston
Consulting Group, era appro-
dato alla Barilla dove era di-
ventato amministratore dele-
gato. Un anno appena, e sia-

mo nel 2001, l’incontro con
Gilberto che fa scattare l’inte-
sa. Parte così la scalata inarre-
stabile di questo manager
marchigiano che ha in tasca
una laurea in ingegneria a Fi-
renze e un master alla Bocco-
ni. Entra in quella che allora
si chiamava Gruppo Autostra-
de come direttore generale e

quattro anni dopo ha già le de-
leghe di amministratore dele-
gato della controllata Auto-
strade per l’Italia dove resterà
in sella fino al gennaio di que-
st’anno, quando dà un primo
segno di discontinuità dopo
la tragedia del ponte Moran-
di e le indagini che coinvolgo-

no anche lui. Ma continua, fi-
no a ieri, a tenere saldo il co-
mando di Atlantia, che parte
nel 2005. È qui che Castelluc-
ci costruisce l’impero dei Be-
netton proiettando Atlantia
su business diversi (non solo
strade, ma aeroporti tra cui
gli scali romani di Fiumicino
e Ciampino, oltre a quello di
Nizza) e internazionali,
espandendo l’interesse in 23
paesi nel mondo.
Il grande salto arriva però
due anni fa con l’acquisto di
Abertis, l’operatore autostra-
dale spagnolo, che in un solo
colpo raddoppia la sua dimen-
sione nel settore e innalza il
gruppo sul podio mondiale
degli operatori di trasporto.
Un curriculum di prim’ordine
che non bastava più. «Prima
di venerdì, prima delle inter-
cettazioni che hanno rivelato
i report ammorbiditi sullo sta-
to dei viadotti, il mercato ve-
deva con favore il fatto che gli

azionisti avessero mantenuto
Castellucci al potere – com-
menta un’analista –: come
manager è un fenomeno, ne-
gli anni ha dimostrato di sa-
per trattare, a vantaggio del
gruppo, con tutti i governi, sa
tessere la tela dietro le quin-
te. Con venerdì però tutto è
cambiato. La sua uscita di sce-
na può essere la base, per il
gruppo, di rifarsi una credibi-
lità oggi incrinata».
Sarà un lungo viaggio. E
con molte complicazioni. L’af-
fare Abertis, per dire, si è con-
cretizzato – al termine di una
battaglia di rilanci e con il go-
verno di Madrid – in un’al-
leanza tra la stessa Atlantia,
che ha il 50% più un’azione, e

Acs-Hochtief che ha un 49%
accompagnato da diritti di ve-
to capaci grazie a patti paraso-
ciali che danno agli spagnoli
diritti di veto. E indovinate
chi ha rapporti in prima perso-
na con Florentino Perez che,
oltre ad essere il patron del
Real Madrid, è anche il nume-
ro uno degli alleati iberici dei
Benetton? Castellucci ovvia-
mente, che, allo stesso modo
tiene i fili con i palazzi romani
anche sul caso Alitalia, dove
Atlantia è il possibile quarto
socio accanto a Fs, Delta e Sta-
to. La transizione non sarà fa-
cile, la sua impronta di super-
manager ben pagato (oltre 5
milioni nel 2018) – e che poco
concede alla vita mondana e

agli hobby, se non alla passio-
ne per la vela, coltivata soprat-
tutto in anni giovanili – è ben
visibile nel gruppo dove, con
piglio deciso, tutto risponde-
va a lui. «La sua posizione di
vertice appariva compromes-
sa: chi tratta con un manager
sotto la cui gestione, al di là
delle responsabilità persona-
li, si risparmiava sulla manu-
tenzione?», si chiede l’anali-
sta, preoccupato sulla sorte
delle concessioni.
«Il mercato – nota un altro
operatore – è capace di dare
un prezzo ad ogni rischio,
non all’incertezza totale, co-
me quella in cui Atlantia si tro-
va oggi». F.SP. —
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ANSA


ANSA


LUCIANO BENETTON


PATRIARCA


DELLA FAMIGLIA VENETA


ROBERTO GIOVANNINI


ROMA


E


adesso, ora che Gio-
vanni Castellucci
non c’è più? Come si
concluderà la partita
sulla revoca della concessione
ad Autostrade per l’Italia? E
che fine farà la partecipazione
dei Benetton alla cordata sal-
va-Alitalia? Certamente nelle
stanze dei ministeri e a Palaz-
zo Chigi la decisione di Atlan-
tia di terminare dopo 18 anni
di servizio il mandato del ma-
nager di Senigallia viene inter-
pretato come un estremo ten-
tativo di limitare i danni. Ma è
un fatto che dopo le recenti cla-
morose intercettazioni, l’aria
che tira nei palazzi della politi-
ca non è certo molto salubre
per Autostrade.
Già nei giorni scorsi, dopo la
diffusione delle incredibili
conversazioni tra i dirigenti
aziendali, era diventato chia-
ro che trovare sponde nel Par-
tito Democratico per evitare
la revoca della concessione
fortemente voluta dai Cinque
Stelle sarebbe stato molto più
difficile. Venerdì scorso l’ex
ministro delle Infrastrutture e
uomo forte del Pd Graziano
Delrio aveva spiegato che «al-

cune concessioni, in particola-
re quelle collegate alla trage-
dia del Morandi, vanno viste,
come già sta facendo la Presi-
denza del Consiglio, con
esperti che potranno anche ar-
rivare fino alla revoca». E ieri,
nel corso della registrazione
di «Porta a Porta», perfino l’ex
premier Matteo Renzi - leader
di un nuovo partito che pro-
grammaticamente si defini-
sce vicino al mondo delle im-
prese - ha lasciato una porta

aperta alla revoca della con-
cessione di Autostrade. «Io le
concessioni le farei valutare
all'avvocatura dello Stato - ha
affermato Renzi - devono deci-
dere loro. Se ci sono le condi-
zioni si tolgono. Decide chi ha
competenza in materia».
Pressoché impossibile e ir-
realistica la revoca globale
«secca» di tutte le concessioni,
è altrettanto impossibile segui-
re la strada dei semplici atti
amministrativi, come la revo-
ca della convenzione in corso.
Una strada che aprirebbe un

contenzioso furibondo presso
la giustizia amministrativa;
ma il vero pericolo - dal punto
di vista del governo - sarebbe
quello di trovarsi sconfitti dal
Tribunale Amministrativo re-
gionale. Un pool di giuristi del
Mit interpellati nei mesi scorsi
dall’allora ministro Toninelli
in un rapporto di oltre 60 pagi-
ne ha peraltro rilevato l’alto ri-
schio di contenzioso con Auto-
strade in caso di revoca per via
amministrativa.
Secondo gli esperti consulta-
ti da Palazzo Chigi, dunque,
due sarebbero le strade mae-
stre realmente percorribili
per una revoca totale o par-
ziale della concessione ad
Autostrade. La prima è quel-
la di far approvare dal parla-
mento una legge che superi
la norma di Silvio Berlusconi
che ha «blindato» per via legi-
slativa le concessioni auto-
stradali. A quel punto si apri-
rebbe la strada per una globa-
le ridefinizione della conces-
sione. Una strada certamen-
te «pulita» dal punto di vista
giuridico, ma decisamente
lunga e comunque non priva
di incognite. La seconda op-
zione è quella di trovare un
accordo con Autostrade,
una intesa concordata con
l’impegno a evitare ogni con-
tenzioso giudiziario o ammi-

nistrativo ulteriore. Secon-
do alcune fonti, il governo
potrebbe accontentarsi di
una revoca parziale, limitata
alla concessione dell’A10, il
tratto autostradale Geno-
va-Ventimiglia dove insiste-
va il ponte Morandi. Misura
accompagnata dalla riduzio-
ne generalizzata di almeno
il 10-15% delle tariffe auto-
stradali sul resto della rete.
Troppo poco per il Movimen-
to Cinque Stelle, che come

offerta di compromesso «ve-
de» invece la revoca della
concessione per tutte le auto-
strade del quadrante del
Nord-Ovest: oltre all’A10,
anche l’A26 Genova-Gravel-
lona, parte dell’A7 Geno-
va-Milano, e l’A8 Milano-Va-
rese. Più il taglio delle tarif-
fe a carico degli automobili-
sti. L’ultima parola l’avrà
Conte, ma la partita non sa-
rà breve. E di certo anche la
questione Alitalia sarà cala-
ta sul tavolo. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Così su «La Stampa»

INFRASTRUTTURE E GIUSTIZIA


Dalla consulenza

a Barilla, poi nel 2001
l’incontro

con Gilberto Benetton

Atlantia, l’addio


di Castellucci


Via con 13 milioni


di buonuscita


Le deleghe vanno a un Comitato di cinque consiglieri


Luciano Benetton: “Sotto choc per i fatti emersi”


Atlantia, controllata da Edizione della famiglia Benetton,
è la società che detiene la maggioranza di Autostrade per l’Italia

L’ex numero uno di Atlantia Giovanni Castellucci


È da una settimana

che siamo sotto choc

Sicuramente ci sarà

qualche cambiamento

Lo aspettiamo

dal cda di Atlantia

Anche per il Pd e Renzi la revoca non è più un tabù e prende forma uno stralcio parziale

Ma il M5S chiede un provvedimento che coinvolga tutte le concessioni del Nord-Ovest

Concessioni e dossier Alitalia


ora la soluzione è meno difficile


RETROSCENA


I grillini vorrebbero
anche una riduzione

delle tariffe
tra il 10 e il 15%

La maggioranza
è d’accordo: Conte

avrà l’ultima parola
sulle scelte

La Stampa, nell’edizione di do-
menica, ha anticipato la svolta
dei Benetton che ha portato ie-
ri alle dimissioni di Castelluc-
ci. Gli sviluppi dell’inchiesta
hanno fatto vacillare la fiducia
della famiglia di Ponzano Ve-
neto nei manager. Da qui la ne-
cessità di salvaguardare «la
reputazione degli azionisti».

.


L’INCHIESTA SUI CONTROLLI AMMORBIDITI AI VIADOTTI: PRONTO A DIMETTERSI IL CDA SPEA
Benetton, adesso vacilla
la fiducia nei manager
“Salvaguardare gli azionisti”. Sulla revoca M5S e Pd si affidano a Conte

Inter Conte da solo in testa
Domani il Toro può raggiungerloBUCCHERI, CONDIO — PP. 31 E 33

Juve Pari deludente a Firenze
Sarri contesta la maglia biancorossaBARILLÀ, GARANZINI E ODDENINO — PP. 30 E 31

Napoli Mertens show: 2-
e per la Samp è crisi neraD’AMICO — P. 32

Un migrante proveniente dalla Guinea si guarda allo specchio mentre si fa radere i capelli a bordo della Ocean Viking

w

MUna parata così, non se la dimenti-eglio dell’Inter e del Boca Juniors. degli amati portieri
cherà per la vita Angel Micael Var-gas Fernandez, 20 anni, argenti-
no, da 12 in Italia, benzinaio di giorno, studente di Informatica
all’Itis di Lodi la sera, eroe per un minuto. Quanto basta per piglia-

re al volo il piccolo Kevin, 4 anni, che si dondolava dal balcone al se-
condo piano di una palazzina co-lor crema sulla provinciale 195
che attraversa Casalmaiocco vici-no a Lodi. «L’ho sentito urlare,
l’ho visto che stava cadendo e vo-lare nel vuoto, mi sono lanciato
per cercare di prenderlo», raccon-ta lui subito.

w

VENEZIA


MATTEO PORRU


Ecco come ho vinto
degli Under 22il Campiello
P. 21

LE STORIE


CLAUDIA LUISE


Ivrea, una nuova vita per l’ex Olivetti
grazie al digitale P. 27

FABIO POLETTIINVIATO A CASALMAIOCCO (LODI)


GIORDANO STABILE — P. 10


MAURIZIO MOLINARI


POMPEO ACCUSA L’IRAN


Yemen, i ribelli sciiti
ale raffinerie sauditettaccano dal cielo

scuote Il medio oriente
LA PRIMA
GUERRA
DEI DRONI

L’

attacco dal cielo contro gli impianti petroliferi di
rivela come, senza proclami ma Aramco in Arabia Saudita
con un’intensità crescente, è in pie-no svolgimento in Medio Oriente
la prima guerra dei droni.Sin dalla Guerra Fredda il Me-
dio Oriente si è affermato come pa-lestra di armamenti e tattiche: du-
rante la guerra del Kippur si svolse sul Golan la più imponente sfida
di carri armati dalla fine della Se-conda Guerra Mondiale con i T
russi dei siriani contrapposti agli Sherman americani degli israelia-
ni; nel 1970 sui cieli di Suez i Phan-tom 4 venduti dal Pentagono a
Israele duellarono con i Mig-21 so-vietici; nel 1974 nel kibbutz di
Maalot un commando palestinese fece strage di bambini inauguran-
do il terrorismo più efferato; nel 1983 in Libano gli Hezbollah intro-
dussero gli attentati con i ca-mion-bomba per demolire gli
obiettivi avversari; nel 2010 il vi-rus Stuxnet, realizzato da Israele e
Stati Uniti, colpì le centrifughe nu-cleari iraniani nel primo blitz di
guerra cyber.I droni come strumento d’attac-
co si affacciano nell’estate 2018: in luglio un aereo iraniano senza
pilota, armato di esplosivi, viola le difese israeliane e penetra per 10
km sui cieli della Valle del Giorda-no prima di essere abbattuto da
un elicottero; in agosto i ribelli houti filo-iraniani lanciano droni
armati sui palazzi reali sauditi che riescono a fermarli con un intenso
fuoco delle batterie antiaeree.

CONTINUA A PAGINA 15


L’inchiesta sui controlli ammor-biditi ai viadotti autostradali fa
vacillare la fiducia dei Benetton nei confronti dei manager:
«Dobbiamo salvaguardare la re-putazione e il buon nome degli
azionisti». Il cda Spea pronto a dimettersi. DI MATTEO, FREGATTI,
GRASSO E MENDUNI – PP. 6-

RENATA BRITO/ANSA/AP


CONTINUA A PAGINA 21


w

Angel Micael Vargas Fernandez

COME NOI IN EUROPA SOLO LA SPAGNA


ISTRUZIONE


IL RITARDO


DELLE DONNELINDA LAURA SABBADINI


OXFORD


ALESSANDRA RIZZO


Rubato il water d’orodi Cattelan: era
nella casa di ChurchillP. 11

STAMPAPLUS ST+


Via libera del governo giallorosso all’approdo della Ocean Viking a
Lampedusa. Di Maio: «Così Salvini aumenta i consensi». SERVIZI – PP. 2-

Viking a Lampedusa
Di Maio: così Salvini
aumenta i consensi

LODI, IL MIRACOLO DI UN BENZINAIO ARGENTINO: ILLESO IL BIMBO DI 4 ANNI


Cade dal balcone, lo salva un tuffo di Angel


Nmolto istruite. Ma è veramente el convinti che le donne siano nostro Paese in tanti sono
così? Purtroppo no e soprattutto se ci confrontiamo con l’Europa.
Le donne residenti in Italia che hanno il diploma o la laurea so-
no solo il 63,8%, in Europa 15 punti di più. – P. 21

LORENZA RAPINI


All’Ariston di Sanremo
gli spettacoli di magiadebuttano^
P. 27

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