ANDREA ROSSI
La diaspora di Renzi, almeno a
Torino, non fa breccia. Anzi. I
parlamentari pronti a seguire
l’ex premier nella sua nuova
avventura politica, lontano
dal Pd, sono tre: la fedelissima
Silvia Fregolent, l’unica che si
può dare per sicura, il senatore
Mauro Marino (entrambi mol-
to vicini a Maria Elena Boschi)
e il leader dei Moderati Giaco-
mo Portas cui Renzi vorrebbe
affidare l’organizzazione del-
la nuova formazione. Scelta,
quella di Portas, che qualcuno
potrebbe considerare bizzar-
ra: lui che non ha votato la fidu-
cia al governo Pd-Cinquestelle
se ne va con Renzi che ne è sta-
to il primo artefice. «Ma quale
contraddizione», spiega il de-
putato, «io ero contrario a que-
sto governo ma capisco che po-
tesse essere considerato il ma-
le minore. Del resto era già suc-
cesso nel 2013: abbiamo fatto
il governo con Forza Italia. Ma
all’epoca nessuno si azzardò a
dire che bisognava fare un’al-
leanza e presentarsi insieme a
livello locale». Portas riunirà
sabato i Moderati per decidere
il da farsi, ma la strada sembra
tracciata: «Io non voglio mori-
re grillino».
Che poi la volontà di non
«morire grillini» è quella che
spinge molti renziani - anche
della prima ora - a rimanere
nel Pd per ingaggiare da oggi
in poi una feroce battaglia con-
tro chi predica la «casa comu-
ne» con il Movimento. Prende-
te Mauro Laus, un altro di quel-
li che ha vissuto con sofferen-
za la nascita di questo gover-
no. A Renzi un senatore in più
sarebbe servito eccome. Laus
ci ha pensato, poi ha detto di
no: «Sarà faticoso ma resto per
dare ancora più vigore alla
mia battaglia riformista. E per
responsabilità verso chi mi ha
votato: io non sono stato elet-
to nel listino, ho vinto un colle-
gio, ho un dovere verso 100 mi-
la persone che mi hanno vota-
to». Ogni riferimento ai colle-
ghi in uscita, tutti eletti nel listi-
no, sembra voluto.
Alla base della decisione di
Laus c’è anche un’altra ragio-
ne: «Torino va puntellata, non
c'è bisogno di ulteriori sbanda-
menti». L’addio del senatore
avrebbe indebolito non poco
la posizione del suo braccio de-
stro Mimmo Carretta, segreta-
rio provinciale e tra i più fieri
oppositori dell’asse con i Cin-
questelle. Carretta, ovviamen-
te, non ha mai coltivato l’idea
di uscire: «È casa mia». E con
lui tutti i consiglieri comunali,
decisi - con diverse sfumature
- a proseguire la battaglia anti
Appendino.
Certo, i malumori sono pro-
fondi e laceranti, soprattutto
verso quelli che il capogruppo
a Palazzo Civico Stefano Lo
Russo definisce «i continui
strappi e accelerazioni di alcu-
ni dirigenti», riferendosi a chi
propone di costruire una casa
comune con i grillini. Ecco, sot-
to questo profilo c’è da registra-
re una brusca frenata anche da
parte di chi appartiene alla sini-
stra del partito, vedi il segreta-
rio regionale Paolo Furia:
«Nessuna casa comune con il
M5s e nessun partito persona-
le (quello di Renzi, ndr)».
È uno slogan che sembra
adattarsi bene ai renziani del-
la prima ora, nessuno dei quali
- a parte Fregolent e il presiden-
te della circoscrizione 8 Davi-
de Ricca - ha scelto di seguire
l’ex leader. Non il deputato Da-
vide Gariglio, uno dei primi
renziani piemontesi. Non la
collega Francesca Bonomo.
Non i consiglieri regionali Al-
berto Avetta (tra l’altro presi-
dente uscente dell’Anci), Da-
niele Valle e Raffaele Gallo, e
nemmeno il deputato Stefano
Lepri con la vice segretaria re-
gionale Monica Canalis.
Tutti (o molti) scontenti di
rimanere. Ma ancora più scetti-
ci sul partire. —
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ALESSANDRO MONDO
P
arco della Salute di To-
rino: dal “dibattito
pubblico” non si scap-
pa, nel senso che, piac-
cia o meno, non si può prescin-
dere dalla nuova procedura di
legge prevista per le opere con
appalti elevati; toccherà alla
Regione chiarire con Anac,
l’Autorità anticorruzione, co-
me conciliarlo con la procedu-
ra di gara già avviata; trattati-
va aperta sul piano per salva-
guardare la specificità dell’o-
spedale Regina Margherita, te-
ma caro alla giunta regionale
di centrodestra guidata da Al-
berto Cirio, obiettivo che po-
trebbe essere raggiunto con di-
verse modalità.
E’ la sintesi dell’incontro avve-
nuto ieri a Roma tra l’assesso-
re regionale alla Sanità Luigi
Icardi e Andrea Urbani, diret-
tore del Ministero della Salu-
te: “rendez vous” risolutivo sul-
la Città della Salute di Novara -
la Regione ha ottenuto il via li-
bera per procedere con la solu-
zione del partenariato pubbli-
co-privato a patto che garanti-
sca con una legge la copertura
del canone - e interlocutorio
per quanto riguarda il futuro
“Parco” torinese.
In questo caso la partita con-
tinua a mostrare profili di in-
certezza. Nessuna pregiudizia-
le, da parte del Ministero, a
scorporare dal progetto del
“Parco” il polo materno-infan-
tile mantenendo in attività, al-
meno in una prima fase, Regi-
na e Sant’Anna: puttosto si
tratta di stabilire se i letti at-
tualmente garantiti dalle due
strutture, sommati ai 1.040
previsti nel nuovo polo ospe-
daliero al Lingotto, sforano o
meno la soglia fissata dal de-
creto ministeriale 70 (quello
che disciplina per ogni regio-
ne il numero minimo e massi-
mo dei posti). «Si stanno va-
gliando tutte le opportunità»,
spiega Icardi.
Comunque vada, e sul pun-
to il presidente Alberto Cirio è
tassativo, la gara in corso non
dovrà essere interrotta per nes-
sun motivo: «In caso contrario
sarebbe la fine». Concetto riba-
dito dal presidente ieri matti-
na in Consiglio regionale. Ne
conviene Mauro Salizzoni,
Pd: «Guai se la procedura di ga-
ra fosse interrotta, chi dovesse
farlo se ne assumerebbe la re-
sponsabilità di fronte alle pros-
sime tre generazioni di pie-
montesi».
Vale anche per il dibattito
pubblico, perorato dai Cinque-
stelle e ribadito dal Ministero
nonostante il cambio della
guardia tra Giulia Grillo e Ro-
berto Speranza. In questo caso
si tratta di chiarire una serie di
punti: la compatibilità di que-
sta procedura, applicata per la
prima volta in Italia, con la ti-
pologia di gara scelta per il Par-
co, ma anche i tempi e le moda-
lità. «Ne parlerò giovedì con la
sindaca Appendino - aggiun-
ge Cirio -. Dato che non c’è un
precedente, le chiederò di con-
dividere un format da presen-
tare all’Anac. L’obiettivo, pur
dovendo assolvere ad un ob-
bligo di legge (ndr: previsto
per permettere a tutte le parti
coinvolte di avanzare critiche
e stimoli volti a migliorare il
progetto) è non perdere in al-
cun modo tempo».
Ieri il governatore ha antici-
pato la sua interpretazione
dell’adempimento di legge:
una giornata aperta al pubbli-
co per spiegare il progetto, do-
ve gli interventi dei relatori si
alternino alla proiezione dei
“rendering” e dei numeri. In-
somma: tutto in un giorno. A
detta di Cirio «una formula
smart, che permetterebbe di
coniugare partecipazione e ve-
locità». Si tratta di vedere cosa
ne pensa Appendino. —
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SERGIO CHIAMPARINO “Una scissione a freddo”
“Mi ha stupito l’accelerata di Matteo
Le divisioni fanno male alla sinistra”
IL CASO
Con il via libera all’unanimi-
tà la Regione Piemonte ta-
glia i vitalizi degli ex consi-
glieri introducendo il meto-
do contributivo, con un ri-
sparmio di 550 mila euro
l’anno. Il provvedimento è
stato imposto da una norma
nazionale del 2018, estesa
poi, con la legge di bilancio,
a tutte le Regioni italiane.
La scadenza per adeguarsi,
onde evitare sanzioni, era il
30 settembre. Il paradosso,
come ha fatto notare il grilli-
no Giorgio Bertola, è che il
“contributo di solidarietà”
introdotto dalla scorsa legi-
slatura in attesa della legge
nazionale portava risparmi
quasi doppi rispetto a quelli
attuali. Ma era una misura a
termine. Di qui la necessità
di un intervento normativo
definitivo, con il quale il Mo-
vimento 5 stelle ha voluto in-
trodurre un ulteriore taglio,
con l’esclusione dalla clauso-
la di salvaguardia di chi per-
cepisce il doppio vitalizio,
perché ha ricoperto ad esem-
pio anche il ruolo di parla-
mentare. Un passaggio su
cui la maggioranza ha fatica-
to a compattarsi, prima del
via libera all’unanimità. Il
provvedimento riguarderà
15 percettori e porterà a un
ulteriore risparmio di
145mila euro che il M5s ha
chiesto di destinare alla sicu-
rezza delle scuole piemonte-
si. «Il meccanismo contribu-
tivo elimina un privilegio in-
giustificato introdotto in
gran segreto dai parlamen-
tari nel Natale 1954», esulta-
no i consiglieri grillini. —
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Lo strappo di Renzi a Torino non fa breccia
Pronti a seguirlo soltanto tre parlamentari
La diaspora dal Pd lascia freddi consiglieri regionali e comunali. Ma cresce il malumore per i vertici del partito
LIDIA CATALANO
ALESSANDRO MONDO
A
d ogni scossone tut-
ti lo interrogano co-
me una specie di ora-
colo per ritrovare la
bussola. È successo anche ie-
ri, quando nel Pd si è consu-
mato il temuto scisma con la
fuoriuscita di Matteo Renzi.
«Cosa volete che dica, io or-
mai sono sullo scivolo pensio-
nistico, bisogna sentire cosa
ne pensano le nuove leve», si
schernisce Sergio Chiampari-
no. Lui, l’ex comandante in ca-
po e oggi grande saggio dei
dem piemontesi, si è imposto
la linea del basso profilo. «Ho
71 anni, mi avvio al capolinea
della mia storia politica. E se
avrò qualcosa da dire, lo farò
quando sarò definitivamente
fuori dai giochi», ripete da
tempo. Però poi fatica a na-
scondere lo «stupore» per
«l’accelerata di una svolta sì
prevista, ma non certo con
queste tempistiche».
A governo appena insedia-
to, frutto peraltro di un accor-
do indicato come via maestra
dallo stesso senatore di Scan-
dicci. E ora che fa? Si sfila,
con i viceministri e i sottose-
gretari ancora freschi di giura-
mento. «Una mossa così, a
freddo», riflette Chiampari-
no, che oggi siede tra i banchi
della minoranza in Consiglio
regionale. E ricorda che la
stessa neoministra dell’Agri-
coltura Teresa Bellanova,
convinta renziana, nei giorni
scorsi ha dichiarato che non ri-
teneva «imminente» l’avvio
del nuovo progetto politico.
Più che imminente, in effetti
è stato fulmineo. «Una strate-
gia per contare di più negli
equilibri parlamentari...».
Proprio ora che l’esecutivo
giallo-rosso aveva ottenuto
«segnali positivi dai mercati».
E l’Italia, grazie in particolare
alla nomina di Paolo Gentilo-
ni - che ieri ha definito il Pd
«un progetto di vita» - a com-
missario Ue all’Economia, sta-
va ricominciando ad avere
«un peso centrale in Europa».
Chiamparino insomma
«preferisce non parlare», ma
lascia intendere che la neona-
ta creatura di Renzi rischia di
non portare a nulla di buono.
«Quando si rompe qualcosa
non è mai positivo. Di sicuro
alla sinistra questi scossoni
non hanno mai fatto bene, è
così dal 1921». Da quando
cioè le divisioni interne, dopo
i governi Bonomi e Facta, por-
tarono all’ascesa di Mussoli-
ni. «Già, ma noi dobbiamo
guardare al nostro governo lo-
cale e insistere con Roma per-
ché sia data attenzione ai
(purtroppo) pochi progetti
che stiamo portando avanti».
A proposito, cosa dice della
rappresentanza ai minimi ter-
mini del Pd piemontese nell’e-
secutivo? «Bè... il problema
sono le correnti, è la conse-
guenza di un partito correnti-
zio. È un dato oggettivo. Ma
anche di questo preferisco
non parlare». —
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POLITICA
La gara non va
fermata, bisogna
rispettare gli obblighi
di legge senza
perdere tempo
Il Parco della Salute, previsto in zona Lingotto, dovrà coniugare assistenza sanitaria, didattica e ricerca
30,4%
Alle ultime elezioni
regionali, a Torino, il Pd
è stato il primo partito
con il l 30,4% dei voti
14
Sono i parlamentari
piemontesi eletti nel Pd
alle ultime elezioni
politiche del 2018
LUIGI ICARDI
ASSESSORE REGIONALE
ALLA SANITA’
ALBERTO CIRIO
PRESIDENTE
REGIONE PIEMONTE
Giacomo Portas
Ancheilleaderdei
Moderati,deputato
elettoconilPd,èpronto
afarelevaligieper
curarel’organizzazione
delmovimentorenziano
Mauro Maria Marino
Ilsenatore,untempo
riferimentodella
correntediRosyBindi,si
èpoispostatosulfronte
renziano.Ancheluiè
vicinoaBoschi
Davide Ricca
Ilpresidentedella
Circoscrizione8èun
renzianodella
primissimaora,forseil
primoaTorino,e
abbandoneràilPd
Mauro Laus
Nonsenzasofferenza,il
senatorehadecisodi
restarenelPdancheper
nonindebolireil
segretariotorinese
Carretta,aluivicino
CHI VA E CHI RESTA
Davide Gariglio
L’exsegretario
regionale,oradeputato,
èstatotraiprimia
sostenereRenziaTorino
mahadecisodinon
seguirloinquestasfida
SERGIO CHIAMPARINO
CONSIGLIERE REGIONALE PD
Il Ministero non ha pregiudiziali a scorporare dal progetto Regina Margherita e Sant’Anna
Trattativa aperta sul numero dei posti letto, nessun dietrofront sul dibattito pubblico
Parco Salute, il governo apre
al nuovo piano della Regione
regione
Sì al taglio
dei vitalizi
“I risparmi
alle scuole”
Giorgio Bertola (M5S)
Il processo
di salvaguardia
della specificità
dell’ospedale
infantile è avviato
Silvia Fregolent
Ladeputataèuna
renzianadellaprimaora
edètraquellicertidi
lasciareilPd,fortedel
suosolidorapportocon
MariaElenaBoschi
Matteo Renzi a Torino durante una convention elettorale nel 2018
POLITICA
COLLOQUIO
Quando si rompe
qualcosa non è
mai positivo. Questi
strappi fanno danni,
è così dal 1921