La Stampa - 18.09.2019

(Kiana) #1

accusato di violenza sessuale scappÒ dalla questura


Fuggì lanciandosi dalla finestra


Preso in Spagna il pusher atleta


GIUSEPPE LEGATO


«Era un rapporto consenzien-


te e non una violenza sessuale.
Lei era pienamente consapevo-


le di ciò che faceva. Non era
ubriaca, nemmeno brilla se vo-


gliamo essere precisi. E quindi
non solo non l’ho violentata


ma nemmeno ho approfittato
di una situazione di scarsa luci-
dità». Simone Caminada, 36


anni, blogger italiano di origi-
ni brasiliane, appassionato di


politica, stretto collaboratore
del filosofo Gianni Vattimo, ha


risposto per quattro ore, ieri
pomeriggio, al sesto piano di


Palagiustizia, alle domande
del pm Giulia Rizzo che lo ha


iscritto nel registro degli inda-
gati per violenza sessuale ai


danni di una donna autrice di
un esposto contro di lui. Ac-


compagnato dal legale di fidu-
cia Manuel Perga, Caminada,
maestro orafo, si è difeso dal-


le accuse messe nero su bian-
co dall’autrice della denuncia


che colloca il presunto reato
la sera del 30 agosto scorso.


La donna ha raccontato di
aver bevuto cinque bicchieri


di prosecco a una vodka e poi


di essere andata casa di Cami-
nada e di essersi trovata in
una stanza in cui avrebbe subi-
to violenza in un rapporto
non consenziente.
In procura sono scattate le
verifiche del caso seguendo il
protocollo del cosiddetto “co-

dice rosso”, che ha introdotto
modifiche al codice penale e di
procedura «in materia di tute-
la delle vittime di violenza do-
mestica e di genere» stabilen-
do l’obbligo per i magistrati di
raccogliere la testimonianza
della persona offesa entro tre

giorni dall’iscrizione della noti-
zia di reato nei registri della
procura. «Il mio assistito ha of-
ferto la sua dettagliata versio-
ne dei fatti» spiega l’avvocato
Perga. E aggiunge: «Ha am-
messo un rapporto consen-
suale riportando fatti e circo-

stanze non solo logiche ma
anche di natura testimonia-
le». Infine: «Ha negato ferma-
mente l’accusa di violenza e
di aver approfittato della don-
na per un presunto stato di al-
terazione. Ha aggiunto, ri-
guardo alla parte finale della
denuncia oggetto di contesta-
zione, che anche di fronte ai
carabinieri, intervenuti su ri-
chiesta del fidanzato, non ha
parlato di stupro».
L’uomo è indagato e forni-
sce una versione diametral-
mente opposta a quella ripor-
tata dalla presunta vittima nel-
la denuncia. Il fidanzato avreb-
be chiamato i carabinieri dopo
aver sentito al telefono la don-
na turbata per l’epilogo violen-
to di una serata iniziata in un
locale del centro in compagnia
di un’amica e di Caminada stes-
so. Il blogger è indagato in un
altro procedimento per circon-
venzione di incapace in cui il
professor Vattimo è parte offe-
sa. Indaga la procura e il pm
Rizzo ha già sentito l’uomo
due volte a proposito di queste
contestazioni. —
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IRENE FAMÀ


L’accusa: pesantissima. Vio-
lenza sessuale, reato che


certamente non gli avrebbe
risparmiato l’arresto. E quel


giorno in Questura - era il 4
giugno scorso - Moussa Lay,


35enne di origini gabonesi
al termine dell'interrogato-
rio negli uffici della Squa-


dra mobile, è balzato sul da-
vanzale della finestra lan-


ciandosi dal primo piano
dell'edificio per poi fuggire.


Un salto di sette metri che
ha lasciato interdetti investi-


gatori, magistrato ed avvo-


cato, che si trovavano lì in
quel momento, ma che non
ha né scalfito, né spaventa-
to Moussa. La struttura atle-
tica da calciatore grazie al
suo passato in una squadra
di dilettanti del Senegal e
agli allenamenti che aveva
continuato a seguire anche
a Torino, in zona Vanchi-
glietta, gli ha permesso di
saltare con estrema sicurez-
za. Per lui è stato un gioco
da ragazzi, quel balzo e poi
la corsa a perdifiato fino a
raggiungere la stazione di
Torino Porta Susa.

Grazie a una rete di amici-
zie tra piccoli spacciatori to-
rinesi, Moussa è poi riuscito
a raggiungere la Spagna,
Torreveja, dove lunedì è sta-
to arrestato. E per bloccar-
lo, la polizia ha dovuto am-
manettargli anche i piedi.
«Grazie alla collaborazione
dell'Interpol, è stato indivi-
duato già dopo una ventina
di giorni – spiega il dirigen-
te della Squadra mobile
Marco Martino –. Si è atte-
so che le procedure interna-
zionali ne consentissero la
cattura e ora verranno av-

viate le procedure per l’e-
stradizione».
In molti lo chiamano “uo-
mo ragno” e non soltanto
per le sue abilità atletiche.
Anche perché quale sia il

suo vero nome non è ancora
stato chiarito. Agli agenti
ha detto di essere Moussa
Lay. In Spagna, però, aveva
un permesso di soggiorno
con il nome di Diallo Pape.
E su una figurina di calcio
trovata in un album a casa
della sorella, che lo ritrae
con la divisa di una squadra
senegalese, è chiamato Fall
Pape Bilal. Qualunque sia il
suo nome di battesimo, l'uo-
mo è accusato di violenza
sessuale, spaccio ed ora an-
che evasione. Sarebbe stato
lui, secondo gli inquirenti,
ad aver violentato, la notte
del 21 aprile in via Bra insie-
me a un altro pusher, una
marocchina di 41 anni, usa-
ta come merce di scambio
per pagare alcune dosi di
crack. Per quella vicenda so-
no state fermate altre due
persone. —
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«L'umanità è la principale ri-
sorsa dell'Arma». Lo ripete
più volte il generale Aldo Ia-
cobelli, nuovo comandante
della Legione carabinieri Pie-
monte e Valle d'Aosta, ieri
nel suo discorso durante la ce-
rimonia alla caserma Bergia.
Punta l'accento sull'impor-
tanza del fattore umano, che
ha contraddistinto la sua car-
riera e la sua storia. Classe
'63, originario di Salerno, nel
2000 fu il primo ad entrare
nel covo di via Malta, dove un
gruppo di rapitori aveva tenu-
to prigioniera per venti gior-
ni Laura Spadafora, quindi-
cenne sequestrata all'uscita
da scuola e liberata con un bli-
tz dei carabinieri dei Gis. Ieri,
lei era seduta tra le autorità.
«Per me ormai è come una se-
conda figlia – spiega il genera-
le, salutandola con un abbrac-
cio commovente – E la sua ri-
mane una vicenda significati-

va dei valori dell'Arma». Do-
po aver pubblicato numerosi
articoli, aver insegnato come
docente in diverse università
e aver ricoperto per quattro
anni l'incarico di comandan-
te del Raggruppamento cara-
binieri investigazioni scienti-
fiche, Iacobelli torna a Tori-
no, dove, dal 1994 al 2000,
era stato comandante del Nu-
cleo investigativo e del repar-
to operativo del comando
provinciale. «La città è miglio-
rata. Qualche problema è ri-
masto. I carabinieri devono
essere vicini ai veri problemi
del cittadino». Iacobelli è su-
bentrato al generale Mariano
Mossa che andrà a ricoprire
l'incarico di vice comandante
interregionale carabinieri Pa-
strengo.IRE.FAM. —
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È indagato anche per circonvenzione d’incapace: il filosofo È parte offesa


Dal pm il blogger accusato di stupro


“Quella ragazza era consenziente”


Caminada, stretto collaboratore di Vattimo, davanti al magistrato si difende: “Io innocente”


Simone Caminada all'ingresso in procura accompagnato dal suo legale Manuel Perga

la cerimonia

Nel giorno

di Iacobelli

c’è l’abbraccio

di Laura

REPORTERS


*


*


Un lettore scrive:


«Mi sono recato al cimitero


monumentale per portare
dei fiori sulle tombe dei miei


cari e con enorme sorpresa
nelle vicinanze del cimitero


ebraico un gruppo di nomadi
(una volta si chiamavano zin-


gari) facevano tranquilla-
mente picnic seduti intorno a


due tavoli di plastica bianca;
tavoli pieni di bottiglie di bir-


ra e altre bibite varie oltre a
pane, salumi ed altro non de-


cifrabile.
«Ho cercato, invano, qualche
custode a cui fare presente la


situazione. Trovo sia davve-
ro vergognoso e indegno ven-


ga consentito di oltraggiare
un luogo destinato al ricordo


e al rispetto delle persone ca-
re non più presenti tra noi».
LP

Un lettore scrive:


«Nei primi mesi di quest’anno
sono state eseguite opere di
manutenzione straordinaria
al giardino Colombo di corso
Re Umberto: un intervento re-
sosi necessario per contrasta-
re il degrado causato dalla tota-

le assenza di un’ordinaria ma-
nutenzione.
«Ebbene, sono trascorsi pochi
mesi dalla conclusione dei lavo-
ri ed il citato giardino già neces-
siterebbe di un minimo di cure
non fosse altro che per dare
una risistemata all’eccessiva
quantità di ghiaia che malde-
stramente è stata riversata
nell’area dei giochi e che ora tra-
cima disordinatamente ovun-
que, fin nelle strade limitrofe.

«Come se non bastasse cinque
alberi sono stati abbattuti la-
sciando dei vuoti esteticamen-
te poco piacevoli. Agli assesso-
rati competenti chiedo ogni
quanto è prevista la necessaria
manutenzione ordinaria di
questo giardino e se e quando
verranno piantumati dei nuo-
vi alberi in sostituzione di quel-
li mancanti.
«Gradirei una risposta».
LORENZO GNAVI BERTEA

Una lettrice scrive:


«Ringrazio e mi unisco al ram-
marico del cittadino che, di re-
cente, ha segnalato su questa
rubrica la triste visione di chi
ha orinato in centro città, indi-
sturbato e sotto gli occhi di tut-
ti. “Mal comune, mezzo gau-
dio”, mi viene da aggiungere,
se tali scene non fossero scan-
dalose e inammissibili per il
prestigio di Torino e, purtrop-

po, diffuse anche in periferia.
Combattiamo da anni, infatti,
per un orinatoio, con aggiunta
di altro...., en plein air in un
luogo del quartiere Aurora, ac-
canto ad una scuola e ad un fre-
quentato giardino pubblico.
Quasi sconfitta, non mi resta
che confidare vivamente
nell’intervento dei giovani Vi-
gili Urbani, assunti da poco
tempo che, per ora nelle circo-
scrizioni 6 e 7, girano a piedi e
vigilano, con potere di sanzio-
nare sia le infrazioni al codice
della strada, che quelle ai rego-
lamenti comunali. Grazie! Ini-
ziativa davvero lodevole, se
servirà ad educare gli incivili e
a restituire alla città ordine, pu-
lizia, decoro e bellezza».
CRISTINA GIARDINELLI

Specchio dei tempi

«Picnic al cimitero» - «Il degrado dei giardini Colombo»

«Servono orinatoi nel quartiere Aurora»

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MERCOLEDÌ 18 SETTEMBRE 2019LASTAMPA 49


CRONACA DI TORINO


T1 PR

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