ANDREA JOLY
F
ango e foglie su tutto
il marciapiede, appe-
na dietro la fermata
degli autobus. Via
Sacchi, lato Porta Nuova, era
sempre così prima del suo ar-
rivo qualche mese fa. Oggi,
come quasi tutte le mattine,
Julius Osabuohien sarà lì a ri-
pulire la strada con scopa e
paletta. «Sono venuto a Tori-
no dopo gli anni a Rovigo, do-
ve mi hanno portato dopo il
viaggio dalle spiagge della Li-
bia, su un barcone - racconta
il 34 enne nigeriano - Ora abi-
to in corso Belgio con altri tre
miei cugini e tutti puliamo
una zona diversa della città,
per fare qualcosa. L’idea è
semplice: quando trovo del-
lo sporco pulisco, sperando
che qualcuno mi aiuti». Con
qualche moneta per man-
giare e magari anche un la-
voro vero dopo aver studia-
to da elettricista in patria,
«ma il certificato che ho pre-
so in Italia non vale ed è
sempre più difficile costruir-
si un futuro».
Una storia come tante in gi-
ro per Torino, dove molti mi-
granti hanno deciso di armar-
si di una scopa per pulire un
angolo di città: dai giardini
La Marmora a via Sacchi pas-
sando per le vie del centro.
Un’iniziativa che nasce an-
che dall’idea di un gruppo di
amici torinesi e realizzata
dall’ex pubblicitario Lanfran-
co Fava, oggi libraio 73enne:
«L’idea era già venuta anni fa
a un amico che mi era venuto
a trovare in libreria: realizza-
re un foglio che potesse coin-
volgere i senzatetto che chie-
devano l’elemosina. Su un la-
to, in inglese, le indicazioni
per mettersi a pulire la città
facendosi notare di più,
dall’altro i campi in bianco,
da riempire con il proprio no-
me e le informazioni utili per
farsi conoscere da chi pas-
sa». Tra le mura della libreria
Moderna di via dell’Arcive-
scovado, attività che ha tenu-
to in vita anche in pensione
dopo la scomparsa della ma-
dre Pina Gaidano - storica de-
cana dei libri del Piemonte e
amica di Italo Calvino - l’ex
grafico ha disegnato la locan-
dina da distribuire: «Ho fatto
un paio di bozzetti, poi ab-
biamo plastificato una se-
rie di versioni. Non erava-
mo certi che potesse funzio-
nare, invece gli amici che
l’hanno distribuito hanno
trovato la disponibilità di
tutti i ragazzi per le strade».
A cui, oltre ad una copia del-
la locandina, hanno dato
10 euro: «Per comprarsi
una scopa e iniziare. Oggi
ne vedo tanti in giro, non so
se per merito nostro o me-
no. Ma a volte da un semino
buttato lì nasce una grossa
pianta».
Lo stesso destino che po-
trebbe avere l’iniziativa pro-
mossa da Fondazione Con-
trada e l’associazione com-
mercianti di via Po sul rilan-
cio dei portici simbolo di Tori-
no. Con i commercianti allea-
ti con i writer, per un centro
più pulito. E per una città che
si mobilita per migliorarsi a
partire dai suoi cittadini, an-
che quando i problemi sem-
brano troppo grandi. Un’osti-
nazione torinese che si ritro-
va nelle parole di Lanfranco
Fava quando racconta della
sua libreria: «Non è un perio-
do favorevole, ma non volevo
che si spegnessero le luci nel
negozio per cui mia madre ha
lavorato tutta la vita. Mi gui-
da la passione e l’affetto per
tutti questi libri». Non certo
l’abitudine a venderli, nono-
stante sia cresciuto tra quelli:
«Nella vita ho fatto tutt’altro
e i libri, a dire il vero, mi piace
più comprarli». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
DIEGO MOLINO
È qui che Giuseppe Carpano
fra il 1889 e il 1902 perfezio-
nò la formula del vermouth,
l’elisir di vino bianco ed erbe
che nel Settecento il suo avo
Antonio Benedetto contribuì
a rendere popolare. Ed è sem-
pre fra le sue boiseries, gli
specchi e i dipinti che era soli-
to soffermarsi, osservare e
scrivere Cesare Pavese. Quel-
lo del Caffè Elena è un picco-
lo grande pezzo di storia del-
la città e in questi giorni l’ele-
gante locale di piazza Vitto-
rio Veneto, al numero 5, si
prepara a festeggiare i 130
anni dalla sua nascita. Lo fa-
rà per tutta la giornata di ve-
nerdì 20 settembre organiz-
zando master class per bar-
tender, letture interpretati-
ve e musica dal vivo.
«Il bar Elena è ancora qua e
si trova in buono stato di salu-
te – racconta Fulvio Griffa,
uno dei soci che ne rilevò la
proprietà nel 2001 –, questa
per noi è una soddisfazione
nonostante ci costi tanta fati-
ca». Per certi aspetti dentro il
tempo si è quasi fermato: i ta-
voli dal piano in breccia ros-
sa e le sedie sono di fine Otto-
cento, mentre il bancone a ro-
soni della ditta Strola risale
agli Anni Venti. «Ma non sia-
mo rimasti di sicuro fermi,
anzi cerchiamo sempre di rin-
novarci» dice Griffa. «Un
esempio? Sei anni fa siamo
stati fra i primi a decidere di
abolire l’apericena, proprio
nel momento in cui andava
più di moda, preferendo inve-
ce puntare sulla qualità. No
ai buffet dozzinali, da noi si
possono consumare delle ta-
pas accompagnate da un cali-
ce di vino». Intanto è già pron-
to il programma per la festa
del 20 settembre in cui si esi-
birà il quartetto Accordi e Di-
saccordi insieme alla voce di
Alessandra Soro, per uno
spettacolo ispirato alla tradi-
zione dello swing Anni 30 e
con rimandi al cinema. A se-
guire è previsto il djset di
Martina Lorenzo, insegnan-
te di ballo lindy hop.
«I caffè storici torinesi si dif-
ferenziano fra quelli nati pri-
ma e dopo l’Unità d’Italia». È
è lo storico Vincenzo Santan-
gelo a operare questa distin-
zione. «Quelli nati alla fine
dell’Ottocento come Fiorio,
il Bicerin o Caffè San Carlo
erano residui risorgimentali,
dove ad esempio si formaro-
no le primissime organizza-
zioni politiche» dice. Il Caf-
fè Elena, che oggi compie
130 anni, svolse invece
un’altra funzione. «All’epo-
ca per leggere i giornali biso-
gnava andare nei bar, ecco
che questo fu uno dei luoghi
che contribuì alla formazio-
ne dell’opinione pubblica».
E conclude: «Oggi, però, va
detto che tutti i caffè storici
hanno perso l’aura del pas-
sato e sono diventati dei me-
ri luoghi del consumo». Luo-
ghi del consumo, dove incro-
ciare facce e storie. Di quel-
le facce e di quelle storie ne
sa qualcosa anche Enzo
Maolucci, cantautore torine-
se che nei Settanta scrisse
una canzone: «Al Bar Elena,
stile liberty...». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
PIER FRANCESCO CARACCIOLO
Per chi la percorre in automo-
bile è inevitabile imbattersi in
buche e avvallamenti. Ce ne so-
no a decine, lungo tutto viale
Seneca, soprattutto nella par-
te più a valle. «È una delle prin-
cipali strade della collina, ma è
stata abbandonata - sbotta Au-
relio Di Fino, che abita in zona
- Così la strada è poco sicura. E
le sospensioni delle auto conti-
nuamente a rischio». In molti,
a Borgo Po, chiedono un inter-
vento rapido. E proprio ieri
mattina i tecnici della Circo-
scrizione 8, cui erano arrivate
diverse segnalazioni, si sono
mossi: hanno riempito alme-
no una parte delle buche che si
erano aperte nelle ultime setti-
mane. «La tacconature non ba-
stano più: ne hanno fatte a cen-
tinaia, così tante che ora la stra-
da è ancora più insidiosa. Oc-
corre rifare tutto l'asfalto», in-
terviene Giovanni Feluco, al-
tro residente in zona.
Il suo desiderio, però, non
sarà esaudito. Non subito, al-
meno. Il rifacimento di viale
Seneca, infatti, quest'anno
non è inserito tra gli interventi
di manutenzione straordina-
ria. È in un altro elenco, molto
più lungo, che comprende 250
lavori necessari tra Borgo Po,
San Salvario e Cavoretto. A
questa lista, ogni anno, si attin-
ge per decidere le poche manu-
tenzioni possibili, consideran-
do le risorse limitate. Per capir-
ci: quest'anno in tutta la ex Ot-
to sono stati spesi 267 mila eu-
ro, ma solo per viale Seneca ne
occorrerebbero 160 mila. Sta-
rà alla Circoscrizione, che ogni
anno si esprime con un parere,
decidere quando inserire que-
sto tratto di precollina.
Intanto, il Comune ha trova-
to i fondi per un altro tipo di in-
tervento: la manutenzione dei
guard rail. Grazie a ribassi di
gara la Giunta ha stanziato
145 mila euro, con cui entro fi-
ne anno saranno riparate o so-
stituite le barriere stradali
danneggiate da incidenti in
diverse arterie: strada
dell’Aeroporto, Lungo Stura
Lazio, via Don Luigi Sturzo,
corso Orbassano (lungo l’in-
nesto alla tangenziale e
nell’anello di Stupinigi), cor-
so Ferrara (all’angolo con via
delle Primule) e la strada che
va da Superga a Cavoretto. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
QUARTIERI
borgo po
La rabbia tra i residenti della collina
“Nessuno ripara la strada groviera”
LA STORIA
Da via dell’Arcivescovado a via Sacchi i negozi chiedono ai mendicanti di tenere in ordine strade e marciapiedi
C’è chi regala 10 euro per acquistare scopa e paletta e chi ha preparato un volantino per aiutarli a trovare un lavoro
Il patto tra negozianti e senzatetto
per ripulire i portici del centro
MARTA BARONIO
Aprire la mente, superare i
preconcetti e migliorare così
le proprie relazioni, con tutti
quanti. È il messaggio di Us-
sama Dannawi, 26 anni, au-
tentico creatore di ponti tra
le due culture che convivono
a di San Salvario. Impegnato
da anni in attività di volonta-
riato che promuovono com-
prensione e inclusione, con
l’associazione «I giovani mu-
sulmani d’Italia» lavora per
abbattere gli stereotipi e con-
ciliare nei giovani l’identità
mussulmana e italiana. Do-
po aver partecipato a una
missione umanitaria in Siria,
Ussama ha promosso tante
iniziative : «Oltre all’apertu-
ra al pubblico delle moschee
di Torino - con tanto di visite
guidate - è stata molto bella
quella del pasto offerto a
1900 persone del quartiere,
in occasione della fine del Ra-
madan: un momento molto
significativo nell’Islam. Attra-
verso un banchetto sotto for-
ma di tavola unica e concen-
trica, abbiamo dato proprio
l’idea della necessità di comu-
nità e unione».
Ussama Dannawi contri-
buisce così, nella sua quoti-
dianità, a rendere San Salva-
rio un luogo sempre più coe-
so nelle sue diversità, renden-
dole ricchezze e occasioni di
condivisione. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
- Lanfranco Fava, titolare della libreria Moderna di via dell’Arcive-
scovado, autore del volantino destinato agli «spazzini volontari».
- Via Po: il simbolo di una città che ha bisogno di maggiore cura.
- Julius Osabuohien, 34 anni, al lavoro in via Sacchi.
centro
Da Pavese ai dj-set
I 130 anni di storia
del Caffè Elena
Venerdì la festa: corsi per bartender e swing Anni 30
Su La Stampa
Domenica abbiamo pubblicato
la lettera, firmata dall’assessore
Marco Giusta, dove Città e asso-
ciazioni si impegnano a supera-
re il degrado di via Po. Sul tavolo
ci sono incentivi per le manuten-
zioni e spazi dedicati ai writer.
QUARTIERI
MARCO GIUSTAASSESSORE
Farmacie
Via Po è storicamente una strada chiave per la città, non solo dal punto di vista della viabilità
L’obiettivo è evitare di equiparare, con l'abusato termine di
degrado, ogni forma espressiva che
Bella, storica, ricca di fascino, ma anche bisognosa di tante attenzioni. E’ la nostra via Po, è da secoli uno dei fiori all’oc-chiello architettonici del capo-luogo piemontese e oggi per compare sui muri della città
Torino, che da alcuni anni è en-trata nel novero delle città d’ar-te europee più visitate, è un gioiello da tenere con cura.
e di sicuro molto impegnativa, a cui la Fondazione Contrada e l’associazione Commercian-Operazione non facile certo
ti di via Po, con la condivisione e il sostegno dell’Amministra-zione comunale, intendono
contribuire con un progetto per il rilancio delle arcate. Via Po è anche una strada molto particolare perché, forse uni-
ca fra le grandi vie commercia-li del centro cittadino, ospita piccole e storiche attività del territorio ed si rivela strategica
in occasione dell’organizzazio-ne di grandi eventi. I portici di Via Po, oggi come nel passato,
sono oggetto di scritte, volanti-ni, messaggi politici, amorosi, sportivi, che rappresentano, al di là di qualsiasi senso del deco-
ro, forme di espressività, espressione di conflitti e di pro-testa oltre che segni dei tempi.Insieme al necessario deco-
ro, si devono assicurare anche margini di espressività compa-tibili con il contesto e che non danneggino in modo perma-
nente le proprietà private. Per far ciò serve operare mante-nendo una visione complessi-
va, di desideri, esigenze, volon-tà e regole. Il primo punto di cui tener conto riguarda il ri-spetto delle norme che obbli-
gano i proprietari a interveni-re per mantenere in un ade-guato stato di conservazione i loro beni quando questi coin-
volgono lo spazio pubblico. Vi-sta la particolare situazione dei portici, che costituiscono
proprietà privata a uso pubbli-co e sono quindi esposti a una maggiore usura a causa della loro fruibilità collettiva, la Cit-
tà di Torino intende attivare varie forme di incentivi: agevo-lazioni per consentire l’avvio di interventi di pulizia periodi-
ca e programmata da parte del-le proprietà e di una manuten-zione costante per la rimozio-
ne di scritte vandaliche, affis-sioni abusive, la pulizia di pare-ti, volte e pavimenti.Le agevolazioni, in prima
istanza, potrebbero riguarda-re l’iter autorizzativo per atti-vare le manutenzioni, un pro-getto quadro per la manuten-
zione ordinaria, condiviso da-Città e Sovrintendenza, con-sentirebbe una riduzione di tempi e costi tecnici. Un ulte-
riore risparmio per i proprieta-ri potrebbe venire dalla ridu-
zione del pagamento del suo-lo pubblico per le aree di can-tiere. Inoltre si potrebbero atti-
vare cambiamenti nell’orga-nizzazione e nella gestione dei cantieri in modo da favorire
l’interesse di sponsor per l’am-piezza e la periodicità dell'in-tervento.A proposito degli spazi da
rendere disponibili per la co-municazione sociale ecco alcu-ne soluzioni innovative. La pri-ma riguarda l'uso diffuso di fi-
niture antigraffiti di ultima ge-nerazione, che consentono un’agevole rimozione di scrit-
te e affissioni non autorizzate, senza impedirne la realizzazio-ne. L’obiettivo è evitare di equi-parare, con l'abusato termine
di degrado, ogni forma espres-siva che compare sui muri del-la città: confondere scritte van-daliche con azioni di comuni-
cazione sociale che hanno co-me oggetto, a titolo puramen-te esplicativo, il contrasto alla
violenza di genere, alle discri-minazioni generate dal siste-ma economico. Gli antigraffiti consentono una veloce rimo-
zione dei graffiti autoreferen-ziali e permettono di conserva-re, per più tempo ma non all’in-finito, i messaggi derivanti da
azioni e sensibilità collettive. L'altra iniziativa che, con un pizzico di ironia, potremmo chiamare «Tatzepo», consiste
nel mettere a disposizione del-la espressività artistica spazi murali per affissioni, in zone
predefinite con commercianti e Sovrintendenza.esempio da Murarte, Torino Questi spazi, utilizzabili ad
Graphic Days, Accademia Al-bertina delle Belle Arti o come elemento di comunicazione o esposizione di Here nella Ca-
vallerizza potranno, a rotazio-ne, donare un'impronta cultu-rale di avanguardia alla via Po
rendendola una galleria a cie-lo aperto. Un ulteriore contri-buto da parte della Città sarà quello di mettere a disposizio-
ne delle squadre sociali di puli-zia. Ciò consentirebbe per il fu-turo una forte riduzione dei co-sti di manutenzione a carico
dei proprietari.operazione necessita di un'am-Per aver successo, questa
pia partecipazione, dalla pro-prietà ai commercianti, dalle istituzioni alle associazioni. In-sieme possiamo restituire a
via Po la bellezza che merita. Il risultato, migliorato da questa esperienza pilota, può succes-sivamente essere esteso pro-
gressivamente a tutto il siste-ma dei portici di Torino.Assessore e Presidente ContradaMARCO GIUSTA
GERMANO TAGLIASACCHIDirettore Contrada
Aperte tutti i giorni: alle ore 21Porta Nuova. Con orario continuato dalle ore 9 alle ore 19,30: dalle ore 7 alle ore 20p.za Massaua 1, sempre aperta ; c.so Romania 460 (Auchan) (24 ore su 24)c.so Belgio 41; dalle ore 9 ; atrio Staz.
c.so Fiume 4; c.so Francia 1/bis; c.so Grosseto 66; c.so Tassoni 66/D; c.so U.
Sovietica 585; p.za C. Bozzolo 11; p.za V. Veneto 10; via Barletta 93; via Carlo Capelli 47; via di Nanni 79/E; via Luini 34; via Nizza 15; via Oxilia 13(19,30- 21,30): c.so Francia 1/bis. Aperte la sera e la notte: p.za Massaua 1;. Di sera
la proposta della giunta via Nizza 65; via XX Settembre 5. Informazioni: http://www.federfarmatorino.it
“Via Po, alleanza
tra grafitari
e proprietari”
Incentivi per la manutenzionee spazi destinati alle scritte
Ecco un tratto di viale Seneca, rattoppato di recente
REPORTERS
Creatore di ponti sopra
gli stereotipi, a San
Salvario trasforma le
differenze in ricchezza
- Il dehors all’an-
golo di piazza Vit-
torio Veneto. 2.
L’insegna storica
di Giuseppe Carpa-
no, che verso la
fine dell’800 perfe-
zionò la formula
del vermouth. 3.
L’interno del
locale ha mantenu-
to il fascino di
un tempo
1
USSAMA
DANNAWI
Eroi di quartiere
REPORTERS
1
3
2
Aperte tutti i giorni: piazza Massaua 1, sempre aperta (24 ore su 24);
atrio Stazione Porta Nuova dalle ore 7 alle ore 20; corso Romania 460
(Auchan) dalle ore 9 alle ore 21. Di sera (19,30-21,30): corso Belgio 97;
corso Francia 1/bis; corso Traiano 73; piazza Galimberti 7; via Foligno
69; via Sacchi 4; via San Remo 37; via Sempione 112.
Aperte la sera e la notte: piazza Massaua 1; via Nizza 65; via XX Settem-
bre 5; corso Vittorio Emanuele II 66 (aperta fino alle 24).
Informazioni: http://www.federfarmatorino.it
Farmacie
3
I primi risultati sono
visibili lungo
la passeggiata
verso Porta Nuova
REPORTERS
2
50 LASTAMPA MERCOLEDÌ 18 SETTEMBRE 2019
QUARTIERI
T1