La Stampa - 18.09.2019

(Kiana) #1
Ambientalisti ancora scettici sull’ingresso dei 5S: partito inaffidabile

Oggi la decisione. Emergono già le differenze sul voto per la guida Bce

I grillini ai aggrappano ai Verdi


per un gruppo a Strasburgo


ma si astengono su Lagarde


ALBERTO SIMONI


«A


bbiamo spe-
so oltre 1 mi-
liardo di eu-
ro, abbiamo
dispiegato polizia ed esercito
al confine meridionale con la
Serbia. E abbiamo avuto suc-
cesso: non ci sono immigrati il-
legali in Ungheria, li abbiamo
fermati. E facendo così abbia-
mo tolto un fardello agli altri
Paesi europei. Noi siamo stati i
primi a bloccare l’invasione de-
gli illegali lungo la rotta terre-
stre dei Balcani e l’Italia era riu-
scita, chiudendo i porti, a ripe-
tere lo schema sul Mediterra-
neo. Poi però, è cambiato go-
verno. E con esso l’approccio,
e questo ci dispiace».
Peter Szijjarto è il 40enne
ministro degli Esteri unghere-
se dal 2014, fedelissimo di Or-
ban che aiutò a dare una spin-
ta al movimento Fidesz, poi di-
ventato partito di governo e
membro, riottoso talvolta, del
Partito popolare. Lunedì Szij-
jarto ha incrociato le spade a
colpi di dichiarazioni con Di
Maio, accusando l’Italia di
aver compiuto una scelta «de-
plorevole e pericolosa» ria-
prendo i porti. La Farnesina ha
risposto per le rime: «Facile fa-
re i sovranisti con i confini de-
gli altri», ha replicato Di Maio.
Ministro Szijjarto, è finito l’i-
dillio con l’Italia?
«Noi abbiamo una grande sti-
ma per il popolo italiano e colla-
boriamo volentieri con tutte
quelle forze politiche che sono
disposte a contenere l’immigra-
zione illegale; per noi la priori-
tà resta la protezione dei confi-
ni. Aprendo i porti l’Italia man-
da un segnale sbagliato, questa
decisione è un invito ai migran-
ti di mettersi in marcia per l’Eu-
ropa. E si fa un favore a scafisti
e trafficanti di esseri umani».

Con Roma, che ha stretto un
accordo con Francia e Germa-
nia per la redistribuzione dei
migranti, dovrete comunque
dialogare. Crede di riuscirci
con Di Maio?
«Possiamo lavorare insieme
per la protezione dei confini e
per portare aiuto nelle zone di
crisi, in aree colpite da difficol-
tà. Ma siamo contrari all’im-
portazione delle difficoltà, del-
la migrazione in Europa. L’Ita-
lia sta andando in una direzio-
ne opposta, rispetto alla no-
stra e a quella che aveva imboc-
cato Salvini».
Vi sentite un po’ orfani, vi
manca una sponda?
«I nostri alleati più importanti
sono gli ungheresi. Lo sono an-
che i paesi di Visegrad e lo é an-
che Matteo Salvini che da mini-
stro dell’Interno ha subito
grandi pressioni, ha preso deci-
sioni importanti sull’immigra-
zione e così ha contributo a da-
re più sicurezza all’Europa.
Ma soprattutto ha dimostrato
una cosa importante».
Quale?
«Che l’immigrazione illegale
può essere fermata. È una bu-
gia dire che contenere i flussi è
impossibile e che bisogna ra-
gionare sulla redistribuzione.
Salvini ha dimostrato che se
c’è la volontà di bloccare gli
sbarchi si può fare».
L’Italia vorrebbe rivedere l’ac-
cordo di Dublino. Ritiene ci
sia in seno alla Ue la volontà
maggioritaria di riformarlo?
«Non è questo l’approccio giu-
sto. Prima di tutto bisogna fis-
sare le priorità. Per noi in cima
a tutto viene la difesa dei confi-
ni. Quindi la politica deve ado-
perarsi per portare aiuti dove
c’è bisogno».
Lo slogan «aiutiamoli a casa
loro»? Lo hanno usato e ne
hanno abusato un po’ tutti, a
ogni latitudine, non trova?
«L’Ungheria sostiene le comu-
nità cristiane in Medio Orien-

te: per esempio, portiamo so-
stegno soldi e sosteniamo con
progetti di sviluppo e sociali la
costruzione di scuole, ospeda-
li, chiese. Se si aprono i porti
passa il concetto che qui posso-
no entrare tutti, è un invito
all’immigrazione».
Quindi le quote, la redistribu-
zione non sono un elemento
di discussione?
«Il sistema delle quote obbliga-
torie é tuttora sul tavolo e noi
continuiamo a combattere
contro di esso. Chi invita i mi-
granti in Europa vorrà redistri-
buirli. Tocca a noi, tocca agli
ungheresi e alle singole Nazio-
ni, decidere con chi vogliamo
vivere a casa nostra, non a mec-
canismi automatici».
Voi avete 640 richiedenti asi-
lo, l’Italia solo nel 2018 ha va-
gliato 94 mila richieste. Lo
squilibrio è evidente. Non cre-
de che chi chiede misure euro-
pee sulla redistribuzione pos-
sa avere dei solidi argomenti
da far valere?
«La risposta giusta alla crisi mi-
gratoria non è quella di aprire i
confini e distribuire i migranti il-
legali sulla base di quote. Al con-
trario, i confini vanno difesi, è
nell’interesse dell’Italia stessa.
L’Ungheria sì che è solidale con i
paesi europei, abbiamo speso ol-
tre 1 miliardo di euro per proteg-
gere i confini, i nostri poliziotti e
militari difendono non solo
l’Ungheria ma tutti i paesi occi-
dentali. Ci siamo mossi secon-
do le regole dell’area Schen-
ghen, rispettiamo le norme co-
muni e agiamo alla tutela della
sicurezza europea, gli altri do-
vrebbero fare altrettanto».
Di Maio invoca sanzioni per
chi non accetta quote obbliga-
torie. Non teme che Bruxelles
possa punire Budapest?
«Punire un paese che difende
l’Europa? Sarebbe un ricatto e
un controsenso oltre ad essere
contrario alle norme Ue». —
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MARCO BRESOLIN
INVIATO A BRUXELLES

A


ggrappati ai Verdi.
Con la speranza di far-
si aprire la porta per
abbandonare il grup-
po dei Non Iscritti. Dove i soldi
sono pochissimi, lo staff ridotto
all’osso e le possibilità di mette-
re le mani sui dossier pratica-
mente nulle. Ieri gli eurodeputa-
ti del Movimento Cinque Stelle
hanno atteso per tutta sera l’esi-

to della discussione nel gruppo
degli ecologisti, chiamati a deci-
dere se avviare o meno un dialo-
go con gli italiani per ospitarli
sotto il loro tetto. Ma dovranno
aspettare ancora. Altre 24 ore
di suspense, visto che l’incontro
si è chiuso con un nulla di fatto.
La discussione è stata riaggior-
nata a oggi perché nel gruppo ri-
mangono le resistenze di alcu-
ne delegazioni: quella tedesca
in primis, che è anche la più nu-
merosa (25 seggi).
«I Verdi ci permetterebbero
di rilanciare le nostre battaglie

storiche e di rispolverare la no-
stra identità ecologista», spiega
una fonte M5S. La fine del gover-
no gialloverde certamente ha
abbattuto ostacoli che nei mesi
scorsi venivano considerati in-
sormontabili. Ma alla contropar-
te non basta. Gli ecologisti - mar-
catamente europeisti, ma altret-
tanto critici e identitari - non si fi-
dano di un partito che considera-
no capace di cambiare radical-
mente posizione dalla sera alla
mattina. Un partito passato
dall’alleanza con Nigel Farage e
Matteo Salvini al sostegno per

Ursula von der Leyen (che i Ver-
di invece non hanno votato).
Ieri i grillini hanno rispolvera-
to l’anima eurocritica e non han-
no votato a favore di Christine
Lagarde, prossima presidente
Bce. Lo hanno fatto, spiega l’eu-
rodeputato Ignazio Corrao,

«per rispetto dei popoli affamati
dalle politiche del Fondo Mone-
tario da lei diretto». Niente voto
contrario, però. Come previsto
si sono astenuti. Il problema è
che in questo caso la maggioran-
za dei Verdi ha votato a favore.
Ma al di là degli atteggiamen-

ti ondivaghi, ci sono divergenze
sui singoli temi. Anche su quelli
che sono di primaria importan-
za nel dibattito europeo. Vedi al-
la voce immigrazione. Persino il
belga Philippe Lamberts, favore-
vole alle trattativa, ammette:
«Non posso non notare che Lui-

gi Di Maio ha insistito molto per
mantenere con il nuovo gover-
no tutte le leggi scandalose
sull’immigrazione e la soppres-
sione della solidarietà». Il con-
trasto alle Ong impegnate nei
salvataggi nel Mediterraneo,
che Di Maio aveva definito «taxi

del mare», è un pugno in un oc-
chio per i Verdi.
C’è poi la forte contrarietà
dei Verdi italiani, che però al
Parlamento Ue non sono rap-
presentati. Le delegazioni favo-
revoli (per esempio i francesi)
hanno molto puntato sulla que-
stione-Brexit. Attualmente i
Verdi sono il quarto gruppo
all’Europarlamento con 74 de-
putati, uno in più dei sovranisti
di «Identità e Democrazia» (di
cui fa parte la Lega). Ma con
l’addio di Londra all’Ue gli undi-
ci britannici saranno costretti a
uscire e di conseguenza la for-
mazione scenderebbe al quin-
to posto. Anche per questo il
supporto grillino fa gola: il
M5S porterebbe in dote 14 seg-
gi (e dunque la garanzia di ri-
manere il quarto gruppo) e una
vice-presidenza del Parlamen-
to (Fabio Massimo Castaldo),
che si aggiungerebbe alle due
già conquistate dai Verdi. Dun-
que, assicurerebbe un maggio-
re peso in Aula. Ma a quale prez-
zo? Oggi il responso dell’anali-
si costi-benefici. —
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LEONARDO MARTINELLI
FRANCESCA PACI
PARIGI-ROMA

Ricominciamo da capo. È con
questo spirito che Emmanuel
Macron sbarca oggi a Roma,
primo dirigente straniero in vi-
sita dopo il debutto del nuovo
governo. Obiettivo: far dimen-
ticare i difficili trascorsi con la
precedente maggioranza gial-
loverde (compreso il richiamo
dell’ambasciatore in Italia da
parte della Francia lo scorso
febbraio). Macron vuole parla-
re soprattutto di politica migra-

toria. E davvero con un nuovo
spirito, perché anche a casa
sua sta spingendo verso una
stretta, con la volontà di ridur-
re i richiedenti asilo, il ricon-
giungimento familiare, l’assi-
stenza sanitaria ai clandestini.
Intanto, le trattative conti-
nuano fra i ministeri degli In-
terni dei due Paesi, oltre che di
Malta e della Germania, in vi-
sta dell’incontro dei quattro
ministri alla Valletta il 23 set-
tembre, dove si punta a fissare
un meccanismo automatico di
redistribuzione dei migranti
salvati nel Mediterraneo. Il te-
ma sarà affrontato anche oggi
da Macron e Giuseppe Conte,
che si vedranno a cena a Palaz-
zo Chigi (in precedenza il pre-

sidente francese vedrà Sergio
Mattarella, che l’Eliseo defini-
sce «la garanzia di una conti-
nuità nei nostri rapporti, al di
là delle peripezie politiche»).
Proprio ieri una nuova crisi
si è aperta sui migranti tra Ita-
lia e Malta. Dopo che lunedì
notte la nostra Guardia costie-
ra aveva soccorso un barchino
con 90 persone su esplicita ri-
chiesta dell’autorità Sar malte-
se, è ricominciato l’abituale
scaricabarile sulle competen-
ze, con le unità navali italiane
dirette verso La Valletta, che
però si rifiutava di concedere il
trasbordo. Solo in serata i soc-
corsi sono stati trasferiti su un
pattugliatore maltese, forse
grazie all’intervento del presi-
dente di Malta George Wil-
liam Velia, che era ricevuto da
Mattarella. In serata quindi
Malta ha dato via libera allo
sbarco. Per evitare situazioni
del genere, secondo l’Eliseo bi-
sogna definire regole precise:
«Il porto più vicino e più rapi-
damente raggiungibile deve
accogliere i migranti salvati.
Poi dovrà scattare un meccani-
smo stabile e automatico di ri-
partizione di quelle persone
fra i Paesi europei, che non do-
vranno essere solo Francia,
Germania e pochi altri».
A Roma si segnala pure la
presenza del primo ministro li-
bico Fayez al Sarraj, che dopo
quasi due giorni di attesa vedrà
il premier italiano oggi a mez-
zogiorno. Come suggeriscono
diversi media arabi, al Sarraj
avrebbe sperato in un incontro
estemporaneo anche con Ma-

cron (ma l’Eliseo esclude che ci
siano il tempo e l’intenzione di
un vertice a tre). Il leader libico
sta cercando di rafforzare il
suo ruolo, magari riguada-
gnando terreno diplomatico
sul rivale Haftar, che è di casa a
Parigi. Ritornando alla politica
migratoria, ieri all’Eliseo insi-

stevano sul fatto che, al di là
del meccanismo di redistribu-
zione delle persone salvate in
mare, Macron vuole discutere
con l’interlocutore italiano
«della riforma dello spazio
Schengen e dell’accordo di Du-
blino». Quanto agli immigrati
economici «dobbiamo accele-
rarne l’identificazione e il loro
ritorno nei Paesi di origine».
Lunedì scorso Macron ha in-
contrato i deputati del suo parti-
to, la République en Marche:
un incontro ufficioso, ma i mes-
saggi lanciati dal presidente so-
no già trapelati nei media fran-
cesi. In salsa Nicolas Sarkozy,
Macron ha chiesto una stretta
sugli immigrati. Vuole elimina-
re «le distorsioni del diritto d’a-
silo», per cui in Francia, dopo
gli afghani, sono i georgiani e
gli albanesi i richiedenti più nu-
merosi (provenienti da due
Paesi che non hanno diritto al-
lo status di rifugiati). E le richie-
ste in generale aumentano
(130 mila previste a fine anno)
mentre calano nel resto dell’Eu-
ropa. Inoltre, Macron pretende
dai suoi parlamentari nuove
norme che limitino il ricongiun-
gimento familiare e anche il fi-
nanziamento (un miliardo di
euro) consacrato ogni anno al-
le cure mediche dei clandesti-
ni. Una possibilità è escludere il
trattamento di cancro ed epati-
te C. Le prossime presidenziali,
nel 2022, alla fine sono dietro
l’angolo. Marine Le Pen appare
come l’inevitabile rivale, anco-
ra una volta. E sui migranti biso-
gna essere all’altezza.—
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

“Via i migranti economici”

Macron restringe le regole

e cerca l’intesa con Conte

Il presidente francese a Roma: sintonia col governo sulla redistribuzione


La Guardia costiera salva 90 persone, accolte da Malta dopo un negoziato


LUIGI DI MAIO


MINISTRO DEGLI ESTERI


ITALIANO


PETER SZIJJARTO


MINISTRO DEGLI ESTERI


UNGHERESE


LE SFIDE DELL’UNIONE


in Spagna

Il re non sa a chi dare


l’incarico di governo


Le elezioni a un passo


Una seduta del Parlamento europeo a Strasburgo

IL CASO


I DOSSIER APERTI


PETER SZIJJARTO Il ministro degli Esteri: Salvini ha reso l’Europa più sicura, Di Maio fa il contrario


“L’Ungheria non accetta quote

Niente ricatti da Roma e Ue”

Facile fare i sovranisti


con le frontiere degli


altri. Chi non accetta


le quote dev’essere


sanzionato


AP


Abbiamo già speso

un miliardo per

fermare gli illegali

e abbiamo protetto

i confini per tutti

Aprendo i porti l’Italia


manda un segnale


sbagliato, fa un favore


a scafisti e trafficanti


di esseri umani


LE SFIDE DELL’UNIONE


Spagna a un passo dal ritorno
alle urne, a pochi mesi dal vo-
to del 28 aprile. Al termine di
un giro di consultazioni con i
principali partiti, Re Felipe V
ha emesso un comunicato in
cui si constata che «non esiste
alcun candidato con gli appog-
gi necessari per ottenere la fi-
ducia alla Camera». C’è tempo
fino al 23 settembre. Poi, Ca-
mere sciolte. Le ulteriori ele-
zioni potrebbero essere il 10
novembre.

2


REUTERS


3


1


Dall’Eliseo elogi


a Mattarella:


“Una garanzia nelle
peripezie politiche”

Macron e Conte si confronte-
ranno anche su questioni eu-
ropee, in particolare parle-
ranno di migranti, di quote
di distribuzione di chi sbarca
nei porti italiani e di strate-
gie europee dell’accoglienza

Foto 1. Il salvataggio dei migranti ad opera della Ocean Viking di Sos Me-
diterranee e Medici senza frontiere; 2. Il presidente della Repubblica Mat-
tarella e il presidente francese Macron; 3. La gendarmerie evacua il cam-
po migranti di Grande-Synthe, nel Nord della Francia

ANSA


ANSA AFP


Conte e Macron oggi affron-
teranno i temi economici
aperti tra i due Paesi: allean-
za STX-Fincantieri, Tav, dos-
sier Fiat-Renault, vista la
possibile ripresa del negozia-
to fra i colossi dell’auto

Anche la situazione in Libia
preoccupa i leader di Italia e
Francia: la cena di stasera è
per tentare una linea comu-
ne. Conte oggi vedrà anche il
primo ministro libico, Fayez
al-Sarraj, volato a Roma

INTERVISTA


Il muro di filo spinato anti-migranti costruito nel Sud dell’Ungheria, a Tompa, al confine con la Serbia

MERCOLEDÌ 18 SETTEMBRE 2019 LASTAMPA 9


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