National Geographic Italy - 08.2019

(nextflipdebug5) #1
Spesso i passanti che le chiede-
vano che cosa stesse facendo si fer-
mavano per farsi ritrarre. Lourdes
Santiago González ha posato con la
figlia Brenda. Arrivata qualche de-
cennio prima con la famiglia per at-
traversare il confine, dopo diversi
tentativi falliti è rimasta a Tijuana. A
ogni set, si formava una coda: un ex
membro di una banda criminale de-
portato dalla California; un imitatore
di cantanti famosi che si esibisce nei
locali notturni; migranti dall’Hon-
duras e da El Salvador in rotta per gli
Stati Uniti.
Oltre 10 anni fa Webster lavorava
come fotografa per le Nazioni Unite
in un campo profughi del Kenya,
dove un uomo le disse che per 15 anni
aveva visto passare fotografi, ma che
non aveva una sola immagine di lui
o della sua famiglia. Webster ha ri-
cordato uno scatto in studio dei suoi
nonni con sua madre da bambina
poco dopo che erano emigrati dalla
Grecia in Sudafrica. «È la foto più
preziosa che possiedo», dice. «È un
legame con quello che sono». Molti
dei soggetti di Webster sono fuggiti
dalla guerra, lasciandosi alle spalle i
loro album personali, gli archivi fa-
miliari. Una foto potrebbe aiutarli a
ricostruire il proprio passato.
Nel 2011, con una stampante e uno
studio di posa temporaneo in una
via di Città del Capo, Webster invi-
tava le persone a posare per un ri-
tratto gratuito, e stampava subito la
foto. «È soprattutto per loro, per i loro
bambini, i loro nipoti, i loro amanti,
i loro amici», dice. «È un ricordo di
ciò che sono». Da allora Webster ha
allestito studi in altre località, dalle
strade di Mumbai, in India, a un
campo profughi del Sud Sudan.
Da dietro la macchina, la fotografa
impartisce poche istruzioni. «L’idea
del progetto è che le persone si rico-
struiscano un archivio e riaffermino
la propria identità», spiega. «Mi piace
che siano loro a decidere come vo-
gliono la foto. A scegliere come vo-
gliono essere rappresentate». j

T


un mondo
in costante
movimento

MESSICO


AM.^ DE


L^ S.
POCEANO
ACIFICO

AM. DEL N.


Tijuana

IL SET È MOLTO SEMPLICE: un po’ di tessuto,
una sedia, magari qualche fiore. I suoi prota-
gonisti sono più complessi: una madre ame-
ricana che ogni fine settimana porta i figli in
visita al padre messicano, o un uomo depor-
tato di recente che cerca di rifarsi una vita.
Interrompono quello che stanno facendo,
posano per un ritratto e se ne vanno con una
copia stampata. Dietro l’obiettivo c’è Alexia
Webster, una fotografa sudafricana che alle-
stisce studi improvvisati in giro per il mondo.
Allo Studio Transfronterizo, il suo progetto
di Tijuana, in Messico, la gente di passaggio
offre uno spaccato sulla vita del confine ter-
restre più attraversato del pianeta. Ogni


giorno quasi 100 mila persone - pendolari,
studenti, viaggiatori - si spostano legalmente
da Tijuana a San Diego, in California, alla
frontiera di San Ysidro. Webster ha aperto il
suo primo studio a Tijuana vicino a un caffè
dove i nuovi arrivati spesso si fermano per
avere consulenza legale e un pasto gratis. Poi
ne ha allestiti altri cinque o sei in altri punti
della città come un ricovero per migranti, o
la spiaggia dove finisce la rete di confine.


90 NATIONAL GEOGRAPHIC ITALIA NGM MAPS

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