National Geographic Italy - 08.2019

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vecchi demoni biondi con gli occhi azzurri
dall’inferno, dove sono stati spediti dopo la Se-
conda guerra mondiale».
Eppure il Dna antico, che fornisce informa-
zioni dirette sulla biologia dell’uomo preisto-
rico, è diventato un argomento solido contro la
teoria di Kossinna. Innanzitutto perché, docu-
mentando la presenza degli Yamnaya e dei loro
discendenti nel cuore del continente europeo
in quel dato momento, le prove fornite dal Dna
supportano la teoria più difusa tra i linguisti, ov-
vero che la migrazione dei protoindoeuropei sia
avvenuta dalla steppa russa verso l’Europa, e non
al contrario. In secondo luogo perché, assieme
ai dati archeologici, i dati genetici smentiscono
l’afermazione di Kossinna secondo cui in Eu-
ropa esisterebbe una “razza pura” che può essere
identiicata attraverso i suoi manufatti culturali.
In sostanza, gli europei di oggi sono un mi-
scuglio di razze. La ricetta genetica dell’europeo


tipico sarebbe composta più o meno da parti
uguali di Yamnaya e contadino anatolico e da
una parte più piccola di cacciatore-raccoglitore
africano. Nella mescolanza, poi, si nascondono
importanti variazioni regionali: più geni dei
“cowboy orientali” (gli Yamnaya) in Scandi-
navia, una percentuale maggiore di quelli del
contadino in Spagna e in Italia e frammenti si-
gniicativi del Dna dei cacciatori-raccoglitori
nei Paesi Baltici e nell’Europa orientale.
«Per me, i nuovi risultati del Dna stanno mi-
nando il paradigma nazionalista secondo cui
avremmo sempre vissuto qui senza mescolarci
con altre popolazioni», dice Kristiansen da Göte-
borg. «Non esistono danesi, svedesi o tedeschi».
Casomai, «siamo tutti russi, tutti africani». j

Dalla sua casa a Berlino Andrew Curry scrive di
archeologia e altro. Rémi Bénali vive vicino ad
Arles, in Francia, dove ha fotografato una barca
romana per il numero di aprile del 2014.

PRIMI EUROPEI 55

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