la Repubblica - 01.08.2019

(ff) #1
SUL VENERDÌ IN EDICOLA DOMANI

L’attesa di Woody


“La caccia alle streghe


prima o poi finisce”


di Arianna Finos

I migliori anni è una Storia d’Ita-
lia — sentimentale ma anche poli-
tica — firmata da Gabriele Mucci-
no. Quarant’anni d’amicizia, pas-
sioni, scelte civili e trasformazio-
ni dei protagonisti che incontria-
mo nell’82 a sedici anni, pigiati in
un’utilitaria nel caos degli scontri
in strada tra manifestanti e celeri-
ni («una scena girata a Trastevere,
malgrado gli avvisi molti passanti
sono fuggiti spaventati» dice il re-
gista). Li rivediamo festosi al ma-
trimonio di uno di loro, poi con-
frontarsi duramente, un decen-
nio dopo, su scelte di vita diverse.
Si amano, sperano, si tradiscono,
si ritrovano con i capelli bianchi e
i figli adolescenti, «è un film sulla
ciclicità della vita. Malgrado i do-
lori i miei personaggi sanno guar-
dare con ottimismo al futuro», di-
ce Muccino, che a quattro giorni
dalla fine delle riprese ha presen-
tato un assaggio del film, (prodot-
to da Rai Cinema, Leone Film
Group e Lotus), in sala il 13 febbra-
io del 2020. «I protagonisti della
storia sono quattro: Pierfrance-
sco Favino è il figlio di un gommi-
sta che diverrà avvocato per supe-
rare il senso di inferiorità, Clau-
dio Santamaria appartiene a una
famiglia borghese e il suo entusia-
smo per la vita sopravviverà alle
traversie. Kim Rossi Stuart, figlio
di un barista, è quello più naif: tro-
verà la sua strada nell’insegna-
mento. E poi c’è Micaela Ramaz-
zotti, di cui i tre amici sono inna-
morati. Cresciuta senza padre cer-
cherà tutta la vita una figura pa-

terna, facendo molti disastri pri-
ma di trovare un equilibrio».
Quelle raccontate in questa
«commedia drammatica» sono
microstorie in una cornice più
grande che scorre «dalla fine de-
gli anni di piombo alla caduta del
Muro di Belino, a Mani pulite,
dall’11 settembre che ci ha resi più
fragili, al Vaffa day di Grillo». Pur

non essendo direttamente politi-
co quello di Muccino è un film «di
denuncia sociale, siamo tutti per-
sone che contano su chi ci gover-
na e tutti portatori di un pensiero,
progressista o conservatore, an-
che se non lo neghiamo il film
non si schiera, perché i personag-
gi sono individualisti, egocentri-
ci. Questa storia ha un’epicità che

gli altri film, anche quelli america-
ni, non hanno mai avuto».
La struttura del film rimanda a
C’eravamo tanto amati di cui Muc-
cino ha comprato i diritti, «è il
film a cui ho attinto di più, tre o
quattro passaggi sono presi da li,
un omaggio. Ho deciso di pagare i
diritti perché non volevo sembras-
se un plagio ma non è assoluta-
mente un remake. Il padre di que-
sto tipo di racconto è Rodolfo So-
nego e il film a cui penso di più è
Una vita difficile, in particolare
per uno dei personaggi». E poi, co-
me spesso nell’opera mucciniana,
c’è la sua vita. «Gli anni Ottanta so-
no i miei anni, ma non è detto che
i migliori siano quelli che coinci-
dono con la giovinezza. A quindi-
ci anni ero un adolescente incupi-
to, a trenta ho trovato il modo di
comunicare grazie al cinema». La
circolarità della vita nella realtà è
rappresentata dalla presenza, in
veste di attori, di due figli di Muc-
cino, Ilan di 16 anni e Penelope di
10: «Avevo bisogno di attori delle
loro età, li ho sottoposti a provini,
alla piccola ho anche dovuto chie-
dere di risparmiarsi emotivamen-
te sul set». Nel ruolo della moglie
di Santamaria c’è Emma Marrone,
al debutto come attrice «Vivo nel-
la curiosità - racconta il cineasta -
avevo cominciato a osservare Em-
ma su Instagram, l’ho trovata inte-
ressante e ha un volto molto cine-
matografico. Ci siamo incontrati
in un ristorante, abbiamo parlato,
le ho raccontao il film. È venuta a
fare un provino, scene difficili, sa-
pendo che nulla era scontato. Ha
avuto il ruolo per merito».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il regista e il nuovo film “I migliori anni”


C’eravamo così amati


Muccino fa il ritratto


di una generazione


Il video
Il backstage
sul sito

L’autore
Gabriele
Muccino, 52
anni, dopo A
casa tutti bene
torna al cinema
con I migliori
anni, in sala a
febbraio 2020
Sul nostro sito
la clip del
backstage
e il trailer
del nuovo film

kRitratto di un artista
La copertina del Venerdì, domani in
edicola, con l’intervista di Riccardo
Staglianò a Woody Allen

JESSICA MIGLIO

kIl cast
Emma Marrone,
Pierfrancesco
Favino, Claudio
Santamaria e
Kim Rossi Stuart
sul set di I
migliori anni

Intervista al regista


dagli scandali


al nuovo film


alla psicoanalisi


“Il cinema? Continuerò


finché mi pagheranno”


iSul set
Woody Allen, 83,
con Timothée
Chalamet, 23, sul
set di Un giorno di
pioggia a New York

di Marco Romani

«Tutte le cacce alle streghe finisco-
no prima o poi. Per definizione non
sono una buona cosa. Tendono a
esaurirsi col tempo, si smorzano fi-
no a spegnersi». A 83 anni, quaran-
tanove film e infiniti attacchi me-
diatici alla sua vita privata, Woody
Allen liquida così la messa al bando
negli Stati Uniti del suo nuovo lavo-
ro. Un giorno di pioggia a New York,
dopo che Amazon si è tirata indie-
tro, uscirà in Europa: il 10 ottobre
sarà nelle sale italiane distribuito

da Lucky Red. La copertina del Ve-
nerdì in edicola domani è dedicata
al grande regista newyorkese, inter-
vistato in esclusiva da Riccardo Sta-
glianò.
Storia di una giovane coppia (El-
le Fanning e Timothée Chalamet)
che nell’arco di un’uggiosa giorna-
ta si trova a fare i conti con seduzio-
ni multiple, nel film Allen riflette
ancora una volta sulla chimica dei
rapporti a due. «Le relazioni tra uo-
mini e donne» spiega «hanno un’ac-
cordatura molto fine e delicata. Se
in un organismo manca anche un
piccolo elemento, tipo lo zinco o il
ferro, si possono avere anche tutti
gli altri, ma quella singola mancan-
za alla fine può uccidere. Lo stesso
avviene nelle relazioni. Devono ave-
re tutto altrimenti falliscono. O con-
tinuano tra troppi conflitti». Quan-
to ai rimedi per far tornare un rap-
porto in buona salute, Allen ha più
di un dubbio. «C’è chi prova con la
terapia di coppia, chi con lo yoga, a
volte funziona ma non spesso. Le

cose che ti fanno star bene, avere
una barca o guardare il baseball o
fare una passeggiata in montagna,
sono quelle che aspetti con trepida-
zione. Se invece stare insieme di-
venta un lavoro – molta gente dice
della propria relazione “bisogna la-
vorarci” –, allora non è più diverten-
te». Metodico estremista (compre-
so l’odiato tapis roulant su cui sale
tutte le mattine), antimondano per
principio e addolcito dagli anni, Al-
len conferma a Staglianò il suo lun-
gho rapporto con la psicoanalisi.
«Io ci sono sempre andato. Per me
funziona, certo meno di quanto

uno desidererebbe, ma aiuta». E al-
la soglia degli 84 anni, che compirà
a dicembre, il momento di appen-
dere la cinepresa al chiodo non è
all’orizzonte. «Farò film sin quando
qualcuno mi pagherà per farli».
La storia di copertina del Vener-
dì si conclude con una riflessione
di Natalia Aspesi su meriti e limiti
del #MeToo, il movimento di de-
nuncia delle molestie sulle donne
(e non solo) che ha rivelato i lati più
oscuri di Hollywood, compresa la
gogna per star poi risultate inno-
centi.
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. Giovedì, 1 agosto 2019^ pagina^31

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