Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
14 l Bambini che ricordano altre vite

co numerosi, anche se fossimo sicuri (e non possiamo esserlo) che la loro migliore
interpretazione possa riguardare un esempio di reincarnazione; oltretutto, nono­
stante una certa somiglianza mostrata in casi diversi non possiamo certo affermare
che essi siano rappresentativi della vita di una persona comune. In realtà, quando
più in là ne descriverò le caratteristiche ricorrenti, i lettori si renderanno pronta­
mente conto che le vite apparentemente ricordate non sono vite ordinarie. Ciò è so­
lo parzialmente dovuto ai metodi accidentali che ho dovuto impiegare, nel racco­
gliere i casi. Questi, inoltre, non sono rappresentativi perché il ricordo di una vita
precedente è un'esperienza non usuale che capita solo a poche persone per ragioni
che, per la maggioranza dei casi, solo ora stiamo iniziando a comprendere. Sebbene
questo libro non tratti direttamente della reincarnazione, il problema centrale della
mia ricerca e di questo mio lavoro è appurare se questo fenomeno si manifesti o
no, per lo meno in qualche caso. Ciò equivale a chiedere se la personalità umana
(o una sua componente) possa sopravvivere alla morte, e più tardi - forse dopo
un intervallo trascorso in un regno non fisico - possa associarsi ad un altro corpo
fisico. La reincarnazione non è il solo modo concepibile per mezzo del quale una
personalità umana può sopravvivere alla morte. Non è l'unica forma di sopravvi­
venza che la maggioranza dei cristiani e dei musulmani si attende, e neppure è la
sola che i ricercatori scientifici hanno preso in considerazione (3).
Al giorno d'oggi, la maggioranza degli scienziati non crede che dopo la morte
vi sia o che possa esservi alcun tipo di sopravvivenza (4), e quelli che vi credono
fanno derivare il loro convincimento dalla fede in un particolare insegnamento re­
ligioso, mentre la più parte tende a negare che il problema possa essere studiato
scientificamente. Nonostante tutto, poco più di cento anni fa, in Inghilterra, un pic­
colo gruppo di scienziati e studiosi iniziò a discutere la possibilità di avere una
prova evidente della sopravvivenza dopo la morte, tramite la raccolta e l'analisi di
dati con il metodo tipico delle altre discipline scientifiche. Sia questi ricercatori
che i loro successori sono riusciti a raccogliere una serie interessante di dati. I casi
affrontati in questo libro rappresentano solo una sezione delle informazioni dispo­
nibili che chiunque studi l'argomento della sopravvivenza dopo la morte dovrebbe
valutare (5).
Nei due paragrafi precedenti mi sono riferito alla personalità umana, ma ve­
diamo come viene definita la parola personalità dall'Oxford English Dictionary: «La
qualità, il carattere o la realtà di essere una persona come qualcosa di distinto da


(3) Possibili modalità di sopravvivenza dopo la morte
Ducasse (1951) e Thouless (1979) hanno descritto alcuni dei differenti modi in cui una personalità
umana potrebbe concepibilmente sopravvivere alla morte fisica.
(4) Miscredenza degli scienziati nei confronti di una vita dopo la morte
Una statistica ha rivelato che, laddove il 67% della popolazione mondiale crede in una vita dopo la
morte, solo il 16% degli scienziati fa altrettanto (Gallup, 1982).
(5) Differenti tipi di prove a sostegno della sopravvivenza in seguito alla morte
Altre prove che supportano l'esistenza di una vita oltre la morte ci provengono dall o studio delle ap·
parizioni, delle visioni sul letto di morte, delle esperienze di pre-morte, delle esperienze di OBE e di alcu­
ne comunicazioni medianiche. Ho pubblicato un breve studio a proposito di tali prove (Stevenson,
1977c). Gauld (198 2) ha scritto un grosso volume a tal riguardo e anche Gauld ha condotto un suo studio
personale (Thouless, 1984).


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