Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
144 l Bambini che ricordano altre vite

so tempo, controlla la correttezza della traduzione del primo; io trascrivo le do­
mande e le relative risposte in Inglese (o in Francese). La sera, poi, ci riuniamo
per rivedere assieme i vari appunti presi quel giorno. Nel fare ciò, prendiamo
nota e discutiamo delle possibili omissioni e discrepanze e possiamo decidere di
avere bisogno di un'ulteriore intervista per chiarire delle questioni dubbiose. A
volte mi è capitato di comparare l'accuratezza dei miei appunti con quella di una
registrazione.
Nel prossimo capitolo, discuterò le difficoltà che si incontrano nel voler ot­
tenere un'interpretazione quanto più corretta di tali casi. Qui voglio invece por­
re l'attenzione sul fatto che, essendo molto meticoloso nel registrare accurata­
mente tutto ciò che un informatore ha da dirmi, in qualche modo, trasferisco su
di lui la responsabilità di eventuali errori presenti nelle mie relazioni.
In molte interviste necessito di interpreti, e ciò può creare il problema della
loro competenza e della possibile influenza di pregiudizi personali sulle informa­
zioni che vengono espresse e registrate. Probabilmente, di tanto in tanto, si sono
verificati degli errori di traduzione, come ho messo in evidenza nelle mie detta­
gliate relazioni. Tuttavia, non credo che ciò avvenga frequentemente né credo
danneggi in misura considerevole le indagini. Per più di dieci anni, sono stato
molto fortunato nel poter lavorare in più paesi utilizzando sempre lo stesso
gruppo di interpreti. Si erano abituati ai miei metodi e, assieme, abbiamo rintrac­
ciato alcuni termini ed alcune frasi dei vari linguaggi, che si prestavano facilmen­
te ad una errata traduzione. Inoltre, registrando le domande poste, oltre alle ri­
sposte date, ho potuto valutare se l'interprete aveva seguito fedelmente ciò che
avevo detto o se aveva inserito qualcosa di personale. Gli interpreti più esperti,
spesso conoscono meglio di me quale sia il modo migliore di porre una doman­
da e, a volte, per approfondire un punto che appare importante, ne suggeriscono
di proprie. Così, per ciò che riguarda le interviste, li considero come dei miei
collaboratori, non come degli assistenti (12).


Le informazioni ottenute durante le interviste con la famiglia del soggetto. Le in­
formazioni che miriamo ad ottenere si dividono in cinque categorie principali.
Queste sono: l) ciò che il bambino dichiara a proposito della sua vita preceden­
te; 2) la possibilità che il bambino abbia ricevuto in qualche modo tali informa­
zioni; 3) qualche comportamento insolito del soggetto che lo colleghi apparente­
mente alla sua precedente esistenza; 4) informazioni sulla gravidanza della ma­
dre e sui primi mesi di sviluppo del soggetto; e 5) informazioni varie su fattori
quali la classe di appartenenza della famiglia del bambino, una valutazione del­
l'intelligenza del soggetto, la situazione economica e sociale della famiglia e l'at­
teggiamento che ognuno dei suoi componenti ha nei confronti del caso.


(12) Uso degli interpreti
Sebbene io non ritenga che gli interpreti distorcano significativamente le testimonianze relative ai ca­
si, credo che avere bisogno di loro equivalga ad un'importante perdita di informazioni. Inoltre, questa
perdita non si esplica soltanto nei riguardi delle informazioni verbali comunicate; si manifesta anche nel­
l'incapacità, riscontrabile anche negli intervistatori più esperti, di comprendere appieno una cultura di­
versa dalla propria - anche se si è del tutto padroni della lingua appartenente a tale cultura.

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