Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1

156 / Bambini che ricordano altre vite


molto importante, perciò, saper riconoscere i casi in cui l'identificazione della
defunta personalità debba in qualche modo rimanere avvolta dal dubbio.
Nei casi che appartengono al terzo gruppo, il soggetto rivela così tanti nomi
specifici, nonché altre ìnformazioni dettagliate, da permetterei tranquillamente
di asserire che, le sue affermazioni, si riferiscono ad un'unica persona e non pos­
sono adattarsi a nessun'altra. I bambini Birmani sembrano particolarmente capa­
ci di stabilire l'identità della persona di cui ricordano la vita. Ne rivelano spesso
il nome, nonché quello del coniuge, dei genitori e del suo assassino, se ve n'è sta­
to uno. Fra tutti i casi che ho studiato, tuttavia, il record dei nomi propri dichia­
rati, non è detenuto da un bambino Birmano, bensì da Suzanne Ghanem del Li­
bano. Mi rivelò una lista di ben cinquantanove particolari riguardanti la sua pre­
cedente vita. Vi erano inclusi i nomi di ventitré membri della famiglia cui si rife­
riva e di due conoscenti. Inoltre, abbinò loro la giusta relazione di parentela con
Saada, la donna di cui si ricordava la vita.


L'analisi dei casi individuali


Nel considerare i casi individuali, dobbiamo tenere a mente una domanda,
ovvero: è possibile che il soggetto abbia acquisito in modo normale le informazio­
ni che riguardano la sua precedente vita? Se, in aggiunta alle sue affermazioni, egli
rivela un comportamento insolito ad esse collegato, dobbiamo chiederci anche se
il bambino può aver sviluppato una tale modalità comportamentale per imitazio­
ne di altri membri della sua famiglia, o se questa non è altro che il risultato di una
serie di esperienze avute prima di vivere questa sua presente esistenza.
Nel rivolgerei il primo interrogativo, possiamo constatare immediatamente
che, in due differenti tipologie di casi, le affermazioni del bambino possono rara­
mente fornire l'evidenza che si stia di fronte ad un processo paranormale; questi
sono casi, in cui non si riesce a rinvenire alcuna persona la cui vita corrisponda
alle affermazioni del soggetto (casi irrisolti), o casi in cui la persona identificata
era vissuta presso la famiglia del soggetto o vicino al luogo in cui essa viveva. Nei
casi irrisolti, raramente sorge il problema di decidere se le informazioni del bam­
bino sono state ottenute in modo normale o paranormale, poiché i dati in nostro
possesso non hanno la possibilità di essere verificati (5); nei casi in cui, invece, la
persona identificata sia vissuta nella stessa famiglia o nello stesso villaggio del
soggetto, non possiamo quasi mai ottenere una evidenza convincente che il bam-


(5) Infonnazioni paranormali nei casi irrisolti
A volte, i soggetti di un caso irrisolto fanno delle precise affermazioni a proposito di eventi o di altri
particolari relativi ad una località (dove dicono di aver vissuto nella loro vita precedente) e ci sembra im­
possibile che siano venuti a conoscenza di tali ·dati in modo normale. Un esempio può essere costituito
dal caso di Thusari Wijayasinghe (dello Sri Lanka) che ci ·raccontò che a Panadura, la località in cui ella
asseriva di essere vissuta nella sua passata esistenza, « era stata bruciata una divinità ». Questa affermazio­
ne si riferiva all'incendio di un tempio Indù e dell'idolo contenuto al suo interno, avvenuto realmente nel
1958 durante un tumulto popolare.
Thusari nacque nel 1969 e visse a Colombo, 25 chilometri a nord di Panadura. È quindi piuttosto
impensabile che la bambina potesse essere venuta normalmente a conoscenza dell'incendio del tempio
Indù di Panadura.

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