Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1

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indagini alcune settimane o mesi dopo che era avvenuto l'incontro fra le due fa­
miglie (10) e, probabilmente, durante tale intervallo, i ricordi dei vari testimoni
avevano finito con l'indebolirsi. A volte, un tale incontro può aver luogo dopo
che il bambino ha parlato della sua precedente vita per un anno o per parecchi
anni. Durante tutto questo tempo, il soggetto ha ripetuto molte volte le sue prin­
cipali affermazioni a proposito della sua precedente incarnazione. Ho già spiega­
to precedentemente come, una tale ripetizione, tenda a fissare stabilmente nella
mente degli ascoltatori adulti ciò che il bambino va dicendo e sembra alquanto
impossibile che, tali ricordi, possano subire delle grandi alterazioni una volta in­
contrata l'altra famiglia. Delle gravi distorsioni nel ricordare quanto detto dal
soggetto, sono imputabili unicamente ad un indebolimento della memoria da
parte del nostro informatore. Un tale problema, tuttavia, dovrebbe affligge-re più
di una persona poiché, nella maggioranza dei casi, parecchi informatori ci hanno
fornito delle dichiarazioni pressoché identiche di ciò che il bambino affermava
prima che le due famiglie si incontrassero.
Tuttavia, si potrebbe ribattere che, i motivi che potrebbero far sì che il caso
finisse per assumere una sua particolare dimensione, possono essere abbastanza
forti da produrre delle distorsioni nella memoria di molti testimoni. È fuori di
dubbio che, in alcuni casi, ciò possa tranquillamente accadere. Spesso i genitori
vogliono ardentemente che le affermazioni fatte dai loro figli risultino corrette;
una conferma della loro veridicità, infatti, li vendica anche dei vari pettegolezzi
espressi dai loro vicini. E, come ho già detto, i membri di una famiglia ove si è
verificato un lutto, dimostrano di non avere un giudizio imparziale nei confronti
delle affermazioni del soggetto, essendo felici di credere che il defunto parente
sia tornato a vivere, se non con lòro, almeno in un'altra famiglia.
Ma le cose non vanno sempre in questo modo. Possiamo trovare anche del­
le famiglie che restano completamente indifferenti di fronte ad un caso simile o
che, a volte, si dimostrano addirittura maldisposte nei confronti di esso. Ho già
messo in evidenza come molti genitori, per una ragione o per l'altra, non gradi­
scano le affermazioni dei loro bambini. Giungono a credere che, avere dei ricor­
di di una precedente esistenza, possa essere pericoloso; hanno paura di poter
perdere i loro bambini; possono essere riluttanti, se qualcuno cerca di verificare
le affermazioni dei soggetti a proposito della loro precedente vita, vita che può
essere stata più povera o più benestante di quella attuale; o possono detestare
ogni incoraggiamento di comportamenti presenti nei loro bambini, ma che essi


(9) Casi in cui le affermazioni del soggetto furono registrate prima che le due famiglie si incontrassero
Nel 1975 pubblicai una lista di dodici casi di questo tipo (Stevenson, 1975a). Da allora, la lista non si
è allungata molto e oggi siamo in possesso di venti casi.
(10) Intervallo fra gli eventi principali di un c-.o e le sue prime registrazioni scritte
La frase eventi principali si riferisce qui al periodo in cui le due famiglie coinvolte si sono incontrate
per la prima volta. La prima relazione scritta di un caso viene abitualmente redatta da uno dei miei colla·
boratori o personalmente da me, raramente da parte dei genitori del soggetto o da qualche altra persona.
Ho pubblicato una tabella che raffigura questo intervallo relativamente a quattordici casi studiati in India
e nello Sri Lanka (Stevenson, 1975a, pag. 27). L'intervallo medio in questi casi è risultato essere di tre me­
si e mezzo circa. Credo che negli ultimi anni tale intervallo medio sia andato ulteriormente diminuendo,
almeno nei casi studiati in India e nello Sri Lanka, ma questa è solo un'impressione e non posso suppor·
tarla con delle cifre.

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