Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
Introduzione l 17

Le prove che abbiamo sulla reincarnazione suggeriscono che gli esseri
umani viventi (e forse gli animali) hanno una mente, o un'anima se volete, che li
fa vivere durante la vita e che sopravvive alla loro morte. La maggioranza dei
biologi bollerà questa insinuazione con l'etichetta di vitalismo (9) dichiarando di
averlo ormai screditato decenni fa. Nuove prove,- o anche un'analisi di quelle
trascurate del passato - potrebbero ridare credito al vitalismo. Non ritengo che
gli scienziati di altre discipline debbano perdere alcunché eccetto alcuni dei loro
assunti - come quello di considerare una persona niente altro che un corpo fi­
sico - se esaminassero con mente aperta le prove disponibili a favore di una vi­
ta dopo la morte. La reincarnazione, per lo meno come la concepisco, non invali­
da le nostre conoscenze in materia: di evoluzione e di genetica. Fa pensare, piut­
tosto, alla coesistenza di due correnti di evoluzione - una biologica e una per­
sonale - che durante le vite terrene possono interagire. Come ciò possa accade­
re lo possiamo solo a malapena immaginare, anche se in un capitolo successivo
ho proposto alcune ipotesi sperimentali sui processi che possono manifestarsi.


L'idea della reincarnazione offre un contributo alla comprensione del­
l'unicità dell'individuo. Gli studiosi di genetica impiegano la parola fenotipo per
indicare la persona viva che è il prodotto dell'interazione dei geni dell'individuo
con il suo ambiente (i soli elementi implicati che la maggioranza dei genetici ri­
conosce attualmente). La maggior parte dei biologi riconosce l'unicità di ogni fe­
notipo - persino quelli dei gemelli monozigoti (identici). Essi ritengono che la
genetica e le influenze ambientali arriveranno alla fine a spiegare questa unicità.
Esistono delle possibilità quasi infinite nella variazione della composizione gene­
tica: fra queste sono da annoverare la casuale distribuzione dei cromosomi nei
gameti Oe cellule maschili e femminili che si uniscono durante il concepimento),
la ricombina:zione dei geni fra i cromosomi, ·e le mutazioni possibili dei geni. An­
che l'ambiente può variare di molto tanto che qualcuno una volta fece notare
che nemmeno i gemelli Siamesi hanno precisamente lo stesso ambiente poiché,
nel passare attraverso una porta, uno di essi deve essere il primo (10).
Idee che sembrano possedere una validità generale possono, se messe alla
prova di fronte a tutte le osservazioni che sono loro pertinenti, rivelarsi insuffi-


(9) Vitalismo
Il concetto di vita lismo è particolarm ent e associato (n ei tempi moderni) con le id ee e gli scritti di
Hans Dri esc h (1908, 1914). Driesch cominciò la sua vita professiona le in qua lità di embriologo e la finì in
qua lità di filosofo. I suoi esp erim en ti ne l campo dell'embriologia lo convinsero che, lo svi lu ppo di un or­
ganismo in seguito alla fecondazione di un uovo, non potrebbe venir e spi egato ad eguatamente tramite le
attuali o le future conoscenze nel campo della chimica e dell a fisica. Eg li vi oppose una spiegazion e mec­
canicistica dei pr ob lemi della mo rf o lo gia e diss e che qu es ti ric hied evano per la lo ro soluzione l' inc lusione
in tutti gli organismi viv enti di un elemento che dir ezioni ed un ific hi, per il qual e eg li adottò il termine
Aristotelico entelechia.
Dri es c h div enn e profondament e int eressato alla ric erca psic hica e, nel 1926-27 , fu eletto pr esid en t e
de lla Società per la Ric erca Psic hica. Il suo libro Ricerca Psichica (Driesch, 1932/1933) contiene gli studi
da lu i condotti. Gruber (1978) pubblicò un 'analisi dell e id ee di Driesch riguardanti la bio logia e la ricerca
psic hica.
Altri sci enziati ha nno avanzato delle id ee simili a qu elle di Dri esc h, non necessariamente chiaman­
dole vitalismo (Hardy, 1965, 1966).
(10) Gemelli siamesi che passano attraverso una porta
Jackson (1966) fece questa affermazione.
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