Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1

166 l Bambini che ricordano altre vite


per arrivare ad una simile conclusione; ma qui si sta discutendo qualcosa che
non si limita a delle semplici risposte comportamentali. I bambini dimostrano
una vera e propria sindrome comportamentale che, nei casi più pronunciati, fini­
sce per somigliare in toto al carattere della personalità precedente. (Nel capitolo
4 ho fornito parecchi esempi di una tale sindrome). Non vi sono motivi per pen­
sare che i processi di cognizione paranormale possano riprodurre, effettivamen­
te, un'intera personalità che si trasferisce globalmente in un altro individuo. Cer­
tamente, la parapsicologia sperimentale non offre esempi di percezioni extrasen­
soriali del tipo richiesto; e, solo raramente, altre tipologie di casi spontanei ci of­
frono dei possibili paralleli (17).
Volendo lasciare da parte il problema dell'incomunicabilità, mediante pro­
cessi paranormali, di un complesso gruppo di risposte comportamentali, l'imita­
zione delle caratteristiche di un'altra persona, da parte del soggetto, deve co­
munque richiedere una seria ed importante motivazione. Nella maggior parte
dei casi, tuttavia, non si riesce ad individuare un benché minimo motivo scate­
nante. L'insolito comportamento del soggetto, come più volte ho messo in rilie­
vo, lo porta spesso in conflitto con la sua famiglia, senza fornirgli contempora­
neamente alcun beneficio. Né ho potuto riscontrare alcun motivo, da parte dei
genitori, per indurre i loro figli ad assumere una differente personalità, pur sup­
ponendo che avessero in qualche modo ottenuto le necessarie informazioni -
in modo normale o mediante delle percezioni extrasensoriali.
Nei paragrafi precedenti ho supposto che, la percezione extrasensoriale uti­
lizzata in questa spiegazione, mettesse in comunicazione il soggetto con le perso­
ne tuttora viventi che conoscevano la precedente personalità. (Inoltre, ed un tale
aspetto è presente in moltissimi casi, per entrare in possesso di informazioni con­
tenute in documenti segreti di cui neanche i parenti sono a conoscenza, il bam­
bino dovrebbe utilizzare anche una qualche forma di chiaroveggenza). Una va­
riazione della cognizione paranormale, conosciuta col nome di retrocognizione,
suppone che la sorgente delle informazioni del soggetto, non sia da attribuirsi ad
alcun agente vivente; si basa, invece, su un'ipotetica « memoria universale » in
cui sono contenuti tutti gli eventi della storia dell'umanità. Tuttavia, anche la re­
trocognizione, come tutte le ·altre forme di percezione extrasensoriale, se applica­
ta a tali casi, dimostra alcuni punti deboli. Ad esempio, non spiega come mai il
soggetto dimostri un così consistente talento paranormale soltanto in una situa­
zione: ovvero nel manifestare dei ricordi di una precedente esistenza.
Veniamo ora alla possessione. Per molti secoli, l'idea che una personalità di­
sincarnata potesse influenzare o « possedere» un essere vivente, non è stata mol­
to popolare presso i circoli intellettuali Occidentali; ma, di tanto in tanto, tale
idea è stata utilizzata come spiegazione per i casi che suggerivano una possibilità
di reincarnazione (18). La possessione mi sembra un'importante spiegazione al-

(17) La sindrome dei tratti caratteriali presenti in un soggetto
Qui ho condensato degli argomenti che svilupperò molto più ampiamente altrove (Stevenson, 1980).
Hodgson (1897·1898) utilizzò degli argomenti molto simili per dimostrare come mai credeva che G.P.,
l'entità che comunicava attraverso la medium Leonore Piper, non potesse essere stata costruita da una
forma di telepatia esistita fra la signora Piper e coloro che partecipavano alle sue sedute.
(18) La possessione come interpretazione di alcuni casi suggestivi di reincarnazione

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