Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
L 'analisi e li'nterpretazione dei casi l 169

Dei dati più obiettivi potranno essere forniti da ulteriori ricerche sui casi
che presentano segni di nascita o difetti di nascita, come anche da quei casi in
cui si manifesta un cambiamento di sesso o che coinvolgono due gemelli. (Ap­
profondiremo tali casistiche nei capitoli 7 e 8).
A questo punto ho il dovere di dire quale sia l'interpretazione verso cui
vanno le mie preferenze. Non esiste una interpretazione che si adatti a tutti i casi
e non credo che ognuno di essi offra delle prove eclatanti a sostegno della rein­
carnazione. Tuttavia ritengo che la reincarnazione sia, per alcuni versi, la miglio­
re interpretazione. Con ciò non voglio dire che sia l'unica possibile spiegazione,
ma che sembra la più plausibile fra tutte quelle fin qui menzionate (21).
Non mi aspetto che ogni lettore si convinca della realtà della reincarnazio­
ne. La mia ben più modesta speranza è che, se non altro spinto da curiosità, leg­
ga anche i miei primi libri in cui ho fornito delle relazioni molto dettagliate di al­
cuni casi. I dettagli meritano tutta la nostra attenzione. «Più dettagli. L'o riginali­
tà e la verità si trovano solo nei dettagli », esclama uno dei personaggi di Sten­
dhal (22). Non posso che essere d'accordo con tale affermazione. I dettagli non
solo costituiscono l'interesse del caso, ma contengono la chiave per una sua cor­
retta interpretazione.
Dopo aver letto le mie dettagliate relazioni, non credo possiate affermare
che non sussiste alcuna prova a sostegno della reincarnazione, sebbene sia possi­
bile che troviate il tutto poco convincente. Allora mi sorge spontaneo chiedervi:
« Quale tipo di prova potrebbe convincervi a credere nella reincarnazione? ».

Abbiamo compiuto degli sforzi nello Sri Lanka per ottenere la cooperazione dei giornalisti nel­
l'educare i genitori (così come altri giornalisti) a comprendere il valore di un'attenta registrazione dei det­
tagli di un caso. Tuttavia, i genitori di un soggetto hanno le loro priorità. Ho già esposto che, se essi non
vogliono reprimere completamente un caso, finiscono con l'acconsentire alle richieste del bambino, o alla
loro personale curiosità, e si danno da fare in tutti i modi per trovare una famiglia che corrisponda alle af­
fermazioni del loro figlio. Una volta, quando mi trovavo in una piccola città dell'India per studiare un ca­
so, stavo per partire (e così feci), quando venni a conoscenza di un caso di questo tipo (in cui le due fami­
glie non si erano ancora incontrate). Ebbi il tempo per prendere solo alcune annotazioni e per farmi rila­
sciare la promessa, dal padre del soggetto, di non portarlo nella città ove il bambino diceva di essere nato
nella vita precedente, finché non fossi ritornato. Egli acconsentì. Sfortunatamente, questa famiglia viveva
in un luogo piuttosto inaccessibile dell'India e ci vollero circa due anni perché potessi ritornare in quella
cittadina. Quando finalmente mi recai sul posto, venni a sapere che il padre del soggetto aveva pensato
che non sarei tornato mai più, per cui aveva deciso di portare il bambino nell'altra città, ove questi aveva
avuto modo di incbntrare la sua precedente famiglia.
(21) Casi in cui la reincamazione sembra essere la migliore spiegazione
Includo in una lista di tali casi quelli di: Imad Elawar, Swarnlata Mishra, Jagdish Chandra, Bishen
Chand Kapoor, Sukla Gupta, Prakash Varshnay, Dolon Champa Mitra, Shamlinie Prema, Gnanatilleka
Baddewithana, Gamini Jayasena, Ruby Kusuma Silva, Kumkum V erma, Suleyman Andary, Rajul Shah,
Parmod Sharma, Suni! Dutt Saxena, Bongkuch Promsin e Ratana Wongsombar.
Questi casi sono tutti a << lunga distanza ». In tutti è stata fatta una registrazione scritta di quanto det­
to dal soggetto sia prima che le sue affermazioni fossero state verificate, che pochi mesi dopo. Le testimo­
nianze degli informatori non contengono grandi discrepanze o errori. (Vedi nota 19 a proposito delle cri­
tiche espresse da F. Nicol sul caso di Jangdish Chandra).
(22) « Ulteriori dettagli >>
La citazione è tratta da Stendhal (1926, 4: 169).

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