Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
L 'analisi e l'interpretazione dei casi l 17 3

simile che i casi in cui si manifesta una morte violenta siano più facilmente me­
morabili di altri. Ciò viene messo in evidenza da un altro dei risultati ottenuti
mediante i nostri studi. Abbiamo riscontrato che, nei casi risolti caratterizzati da
morte violenta della precedente personalità, il 94% dei soggetti si ricordava per­
fettamente le modalità del decesso, mentre, nei casi in cui la morte era avvenuta
in circostanze naturali, solo il 52% dei soggetti ne ricordava la causa.
La preminenza di morti violente fra tutti i casi da me studiati in diversi
paesi e facenti parte di differenti culture, mi sembra uno dei dati più rilevanti
nonché una delle più importanti caratteristiche ricorrenti dell'intera fenomeno­
logia. Riprenderemo questo discorso nel capitolo 9, dove considererò i fattori
che possono rendere delle vite più memorabili di altre. Discuterò anche le possi­
bili connessioni con i casi non risolti, che costituiranno l'argomento conclusivo
di questo capitolo.

·

I casi irriso l ti. differiscono da quelli risolti per tre principali caratteristiche
(29). Innanzitutto, i soggetti dei casi che rimangono senza soluzione, ricordano
molto meno spesso il nome della loro precedente personalità di quantò non av­
venga per i soggetti dei casi risolti. Ciò finisce con l'impedire la soluzione del­
l'episodio poiché, come spiegato precedentemente, trovare un individuo che
corrisponda alle affermazioni del soggetto, richiede che quest'ultimo abbia forni­
to quantomeno qualche nome proprio di persona per cui, quando non viene ri­
cordato proprio quello della precedente personalità in questione, risolvere il ca­
so diventa logicamente molto più difficile.
Anche la seconda differenza fra i casi risolti e quelli irrisolti, sembra avere
una spiegazione piuttosto semplice. I soggetti dei casi non risolti, smettono quasi
sempre molto prima degli altri di parlare dei ricordi di una loro vita precedente.
Tale mutamento avviene ad un'età media di sei anni mentre, nei casi che giungo­
no a soluzione, i ricordi continuano fino ai sette-otto anni. Nel capitolo 4, ho at-


I miei collaboratori ed io conducemmo un'analisi sulle relazioni dei casi di apparizioni apparse in
Phantasms of the Living (Gurney, Myers e Podmore, 1886) che si riferivano all'argomento che sto ora dibat­
tendo. Confrontammo i casi in cui la persona apparsa era morta in modo violento o di morte naturale
prendendo in considerazione l'intervallo di tempo intercorso fra l'apparizione ed il momento in cui essa
era stata narrata. Riscontrammo che, nei casi in cui tale intervallo era superiore ai cinque anni, vi erano
molti più casi in cui la personalità apparsa era morta di morte violenta, rispetto a quelli in cui il decesso
era avvenuto per cause naturali; ma, nei casi in cui l'intervallo era inferiore ai cinque anni, non vi era al­
cuna differenza fra i due gruppi. Questo risultato (non pubblicato in precedenza) suggerisce che i casi di
apparizioni che presentano degli elementi sensazionali, quali ad esempio una morte violenta, tendono a
fissarsi nella memoria (e, probabilmente, a passare da un informatore all'altro) molto più dei casi in cui si
è verificata una morte naturale. Tuttavia, gli investigatori che si sono occupati di casi che sono stati rela­
zionati dopo meno di cinque anni dalla data dell'evento, potrebbero non notare questa differenza; né la
differenza riscontrata nei casi in cui l'intervallo supera i cinque anni può in qualche modo spiegare l'alta
incidenza di morti violente registrate.
Non so quanto si possa estrapolare quest'analisi dei casi di apparizione dai casi che suggeriscono in­
vece la reincarnazione. Dobbiamo compiere delle ulteriori ricerche per comprendere le ragioni per cui in
entrambe le casistiche risultano così tante morti violente. L'evidenza fornita in questa nota è indiretta ed
inconclusiva; è ruttavia scontato che la morte violenta sia una caratteristica evidente della maggior parte
dei casi. Questa caratteristica diventa quindi importante e ritengo sia giusto presentare l'evidenza imper­
fetta di cui siamo in possesso, piuttosto che attendere di averne una più perfetta.
(29) Dati riguardanti i casi irrisolti
Tali dati furono pubblicati da Cook ed altri (198Ja, 1983b).

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