Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
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denti. Alcune persone, ad esempio, possiedono singolari dualità che ci è difficile
spiegare come dovute semplicemente all'interazione fra variazioni genetiche ed
influenze ambientali. La reincarnazione, a tale proposito, merita di essere consi­
derata come il terzo fattore in gioco.
Se noi siamo, a seconda dell'amalgama dei nostri geni, i semplici prodotti
del « caso e la necessità», tanto per usare la frase di Jacques Monod, non possia­
mo aspettarci nessuna soluzione al problema delle differenze di nascita di ogni
individuo. E l'analogia che suggerisce la possibilità di giocare bene o male una
mano a carte ci consola ben poco se una persona cieca dalla nascita non è in gra­
do neanche di vederle. La fiducia nella reincarnazione non ridà la vista ad uno
che è cieco dalla nascita, ma l'analisi esposta in questo libro può, più di altre
spiegazioni oggi disponibili, fornire, in definitiva, una migliore comprensione sul
perché una data persona è nata cieca. La domanda a cui rispondere non riguarda
il motivo generale che può determinare la cecità dalla nascita di alcuni individui,
ma quella che affronta il perché una persona particolare nasce cieca mentre altre
no. La semplice risposta a questa domanda equivale da parte nostra ad ammette­
re che, nel corso della vita, vi sia di fatto una persona associata ad un corpo e
che noi possiamo distinguere questa persona (o la personalità) dal corpo.
Se la reincarnazione fosse vera, la persona cieca dalla nascita può ugual­
mente sperare di godere della vista in un'altra vita. I critici hanno qualche volta
evidenziato questo elemento di speranza sostenendo, con una certa insinuazio­
ne, che il tipo di prove a disposizione derivi, fondamentalmente, dal credere, nei
riguardi dell'uomo, in ciò che si desidera. Questa obiezione, però, parte dall'erra­
to presupposto che ciò che desideriamo debba essere falso. Secondo c"ostoro, sa­
remmo più facilmente persuasi a credere in ciò che desideriamo invece che al
contrario, ma ciò a cui desideriamo credere potrebbe anche essere vero. La no­
stra ricerca sulla verità o sulla falsità di un'idea dovrebbe procedere senza consi­
derare il fatto che essa possa rafforzare o indebolire i nostri desideri.
Oltre a ciò, i casi che ho studiato ne includono alcuni dei quali gli informa­
tori hanno fornito una testimonianza che si opponeva ai loro desideri e credi
personali. Ciò a volte accade quando un caso si sviluppa in una famiglia i cui
membri non credono alla reincarnazione e non accettano l'ipotesi che il loro
bambino possa ricordare una particolare vita precedente. Anche questo è un
soggetto su cui tornerò più in là.
N ella parte restante di questo capitolo definirò alcuni termini e modi di di­
re adottati che a molti lettori possono non essere familiari. Di tanto in tanto farò
alcune digressioni per presentare alcuni episodi che illustrano la manifestazione
della telepatia nella vita di ogni giorno; il lettore che già conosce questi fatti sarà
in grado di giudicare più facilmente i casi dei bambini che sostengono di ricor­
dare le vite precedenti. Traccerò inoltre un breve profilo degli ultimi capitoli di
questo libro.


Termini impiegati nella ricerca psichica


I casi descritti in questo libro rientrano in quella branca della scienza de­
nominata ricerca psichica o, a volte, parapsicologia. Queste denominazioni, però,

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