Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1

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provata nei confronti di qualcuno, paura che viene quindi riversata su un'altra
persona, un animale o persino su un oggetto. Il caso studiato da Freud di un
bambino, il piccolo Hans, che aveva una enorme fobia per i cavalli, ci fornisce
un esempio di un tale tortuoso ragionamento. Freud riteneva che la paura mani­
festata dal bambino nascondesse il terrore che egli nutriva nei confronti del pa­
dre; tuttavia, il piccolo Hans aveva avuto delle spaventose esperienze con i ca­
valli, il che basterebbe a giustificare la sua fobia senza dover ricorrere ad ulterio­
ri spiegazioni (2).
Se limitiamo a questa vita la ricerca di eventi che possano aver stimolato e
provocato le varie fobie, probabilmente falliremo nel tentativo di spiegarne la
maggior parte e dovremo cercare altrove le cause che ne sono responsabili. Seb­
bene siano poche le fobie infantili che denotino un significato simbolico, do­


vremmo considerare la possibilità di aver subìto un trauma rilevante in una pas­
sata esistenza (3).


Interessi insoliti e giochi particolari dell'infanzia


Quando un bambino fa dei giochi alquanto insoliti o dimostra degli interes­
si particolari, di solito gli psicologi e gli psichiatri attribuiscono tali tendenze ad
una imitazione degli adulti da parte del bambino o ad un modo per manifestare
sentimenti ed attitudini che il piccolo non riesce ad esprimere attraverso la paro­
la. Ad esempio, giocare a fare il soldato, può fornire al bambino l'opportunità
per esprimere in modo accettabile la sua aggressività. Giocare a fare il dottore,
fornisce invece la possibilità di identificarsi con un membro adulto della fami­
glia, molto spesso con il proprio padre. Molti bambini dimostrano fin da piccoli
uno strano interesse per il lavoro che intraprenderanno poi in età matura. Fra i
grandi musicisti possiamo riscontrare molti esempi in cui, l'influenza esercitata
dai genitori, sembra spiegare adeguatamente l'interesse ed il talento musicale che
essi manifestarono fin dall'infanzia. Ad esempio, i padri di Bach, Mozart, Beetho­
ven, Brahms ed Elgar, erano tutti musicisti. Ma il padre di Dvorak era un macel­
laio, quello di Delius un uomo d'affari, quello di Mendelssohn un banchiere


(2) Il caso del piccolo Hans
Wolpe e Rachman (1960) portarono la loro attenzione sulle traumatiche esperienze fatte dal piccolo
Hans con i cavalli e criticarono severamente la futile interpretazione simbolica della fobia del ragazzo
esposta da Freud (1950/1909).
Il caso del piccolo Hans ha una palese spiegazione e non ha nulla a che fare con la reincarnazione.
Tuttavia l'ho inserito in questo contesto per illustrare come, la ricerca di significati simbolici per giustifi­
care le fobie, possa distrarre l'attenzione dall'evidenza di traumi direttamente responsabili, inclusi forse
anche quelli sperimentati in una precedente vita.
(3) Altre spiegazioni per giustificare le fobie dell'infanzia e dell'adolescenza
Compiendo delle indagini approfondite si potrebbe provare che la madre del soggetto, durante la
gravidanza, subì un forte spavento in circostanze tali da giustificare la particolarità della fobia manifestata
dal suo bambino. Re Giacomo VI di Scozia (Giacomo I di Inghilterra) aveva una fobia per spade e pugna­
li (Calderwood, 1844; Roughead, 1926) che poteva risultare dall'omicidio del segretario della madre (Ma­
ria, Regina di Scozia), Rizzio, che era stato pugnalato a morte in sua presenza mentre ella era in attesa di
Giacomo. Non ho studiato alcun caso di reincarnazione in cui un'esperienza spaventosa vissuta dalla ma­
dre possa risultare essere la migliore spiegazione per una fobia del figlio.

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