Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1

216 l Bambini che ricordano altre vite


Swarnlata Mishra (del cui caso ho parlato brevemente in precedenza) fece
alcune affermazioni che corrispondevano perfettamente alla vita di una donna di
nome Biya, che era morta nel 1939, ovvero nove anni prima della nascita di
Swarnlata, avvenuta nel 1948. Biya era stata sposata ed aveva avuto una bambi­
na. Penso sia ragionevole supporre che, la forte tendenza ad occuparsi amorevol­
mente degli altri dimostrata da Swarnlata, derivi dall'esperienza di moglie e di
madre fatta da Biya. (Questo suggerimento non vuole tuttavia negare che la ma­
dre di Swarnlata non sia stata modello di ispirazione per un tale comportamen­
to). Swarnlata affermò anche di ricordare una breve vita « intermedia » trascorsa
a Sylhet, che si trova ora nel Bangladesh. In tale vita disse di aver imparato canti
e danze Bengali che ora era in grado di eseguire senza che nessuno glieli avesse
insegnati. Sebbene non sia riuscito a trovare verifiche a sostegno di questa sua
vita intermedia, sta di fatto che né Biya né tantomeno Swarnlata, vivendo nelle
zone centrali dell'India ove si parla soltanto l'Hindi, potevano aver imparato i
canti e le danze Bengali; sembra quindi ragionevole supporre che, se Swarnlata
ebbe realmente una precedente vita intermedia, fu in tale occasione che venne a
conoscenza dei canti e delle danze. (Il Bengali è infatti il dialetto predominante
di Sylhet).
Parmod Sharma ricordava due vite precedenti. Una di queste, quella di un
uomo d'affari di successo di nome Parmanand, fu verificata. Ed è in tale vita che
possiamo rintracciare la precoce abilità rivelata da Parmod nelle questioni com­
merciali. Egli aveva anche delle reminiscenze di un'altra precedente esistenza
(non verificata), in qualità di sannyast; ovvero di uomo di (ede. Sia Parmod che
Parmanand erano due persone molto religiose rispetto agli altri membri delle lo­
ro famiglie; sembra quindi ragionevole supporre che la religiosità di Parmod ab­
bia avuto origine nella sua precedente esistenza in qualità di sannyasi e si sia poi
rafforzata durante la vita di Parmanand.

I limiti nelle influenze genetiche e ambientali


Non è il caso che, per far risultare più attraente il valore esplicativo della
reincarnazione, mi metta ora a puntualizzare i difetti e le carenze dei due più co­
muni tentativi di spiegazione e di comprensione della personalità umana fatti fi­
no ad oggi, ovvero delle influenze genetiche ed ambientali. Ho già spiegato che
non considero la reincarnazione come una teoria che non. vuole prendere in
considerazione o sostituire le conoscenze provenienti dalla genetica e dallo stu­
dio dei fattori ambientali, bensì come un supplemento a tali conoscenze. Tutta­
via i fanatici di queste due teorie hanno fatto delle affermazioni che sono ben
più stravaganti di quelle da me fatte a proposito della reincarnazione; e alcuni
dei loro lettori - così come alcuni dei miei - possono convincersi che vi siano
molte più prove a sostegno di queste ipotesi di quante non ve ne siano in realtà.
Le affermazioni fatte a proposito del contributo dei fattori genetici nel ma­
nifestarsi della schizofrenia, forniscono un ottimo esempio del largo divario esi­
stente fra quanto viene affermato e quanto invece si basa su prove effettive. Gli
studiosi della genetica dei disturbi mentali hanno presentato l'esistenza di un fat­
tore genetico nella schizofrenia in modo assai convincente, tanto che, alcuni testi

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