Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
Il valore esplicativo del concetto di reincarnazione l 219

primi anni di vita, sarebbero cruciali per la formazione della personalità umana
e, di conseguenza, per la successiva presenza o assenza di disturbi mentali. Infat­
ti, questa teoria risale a molto prima della nascita della psicoanalisi e della psico­
logia comportamentale ma, gli aderenti a queste due dottrine, si basarono su una
tale spiegazione e sulle loro radicalmente differenti teorie per dare tutte le possi­
bili risposte a proposito della personalità umana. È curioso come entrambi ac­
cettarono con insolito dogmatismo l'unico concetto che avevano in comune:
quello dell'irriducibile influenza delle esperienze durante i primi anni di vita.
Negli anni '50 sono cominciate ad apparire delle crepe nell'impalcatura teo­
rica costruita su questa iniziale supposizione, che non si dimostrò così assoluta
come fino ad allora si era creduto. Particolarmente pregiudizievole si rivelò la
pubblicazione di alcune relazioni di casi di bambini trascurati o maltrattati che,
venendo in seguito cresciuti in un ambiente del tutto diverso, erano risultati dei
bambini normali. Delle accurate osservazioni finirono per dimostrare che non si
erano verificati dei danni irreversibili nelle loro personalità, diversamente da
quanto ci si poteva aspettare tenendo presente la dottrina fino ad allora in voga.
Un'ulteriore conferma dell'inaffidabilità di una tale teoria provenne dallo studio
delle marcate differenze intellettuali e comportamentali riscontrate nelle perso­
nalità dei gemelli omozigoti cresciuti assieme. Le influenze ambientali che pote­
vano essere alla base di tali diversità non furono identificate. Si giunse infine a
supporr� che fossero troppo sottili per essere notate e, i ricercatori, stanno tutto­
ra tentando di individuare quelle che essi definiscono ottimisticamente con il
termine di influenze microambientali. La parola microambientale sembra piutto­
sto incongrua rispetto alle macroscopiche differenze di personalità cui si deve
dare una spiegazione. Cade così la credenza dogmatica secondo cui ciò che si sta
cercando deve essere nella direzione in cui si sta guardando (33).
Gli psicologi dello sviluppo hanno spinto ulteriormente indietro le loro ri­
cerche ai giorni e alle settimane che seguono la nascita ed hanno cominciato a
prendere in considerazione anche l'influenza delle esperienze vissute dal bambi­
no durante il periodo della gestazione. Anche i risultati di queste ricerche non si
sono sempre dimostrati conformi alle aspettative. Ad esempio, si è scoperto che i
neonati manifestano un'ampia varietà di comportamenti individuali quasi imme-


(33) Il mito dell'importanza cruciale delle prime esperienze nel successivo sviluppo della personalità
Stone (1954) pubblicò una delle prime critiche allo studio dell'isolamento infantile, il quale puntava
sull'importanza cruciale rivestita da tali esperienze nello sviluppo successivo della personalità dell'indivi­
duo. Nello stesso anno Clarke e Clarke (1954) pubblicarono dei dati che sollevarono il problema della
permanenza del deficit comportamentale osservato nella prim9: inf�nzia; Nel 1957 p�bblicai .un? s.tudi�
che esprimeva un .certo scetticismo nei confronti dell'importanza pnmana delle espenenze det pnmt annt
di vita (paragonate con quelle successive) nello sviluppo della personalità umana (Stevenson, 1957). In
questo studio cercai solo di porre in rilievo che, la particolare importanza che veniva attribuita alle espe­
rienze dei primi anni di vita, non era supportata da osservazioni credibili. Non ho continuato ad occupar­
mi a lungo di questo argomento e, quasi subito dopo, sono tornato ad interessarmi alle ricerche che mi
hanno permesso di scrivere questo libro.
Ulteriori relazioni e studi sono stati pubblicati da Cass e Thomas (1979), Clarke (1968), Clarke e
Clarke (1976) (un'antologia di studi su tale soggetto) e Thomas (198 1).
Devo porre in rilievo che non si studiano qui gli effetti dannosi dei gravi stress sociali, bensì si esa­
mina solo l'idea che tali stress abbiano un effetto più nocivo nei primi anni di vita che non in seguito.

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