Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
Introduzione l 25

madre, che era seriamente ammalata al fegato, era andata con suo
marito (mio padre) a Karlsbad (ora Karlovy Vary) per sottoporsi ad
un trattamento, lasciando me, mia sorella e mio fratello dalla sua so­
rella più giovane. Poiché avevamo in quel caso una maggiore libertà
di azione, decidemmo di usarla ricreando una delle avventure per
bambini del Capitano Grant che si era salvato da un'inondazione ar­
rampicandosi sopra un albero. Scegliemmo un grande salice che si
sporgeva sull'acqua sulla riva di un fiume. lo facevo la parte di Paga­
nel e mi identificai talmente con il personaggio che, come lui, caddi
in acqua dall'albero, ma incapace di nuotare iniziai ad affondare. Ag­
grappandomi ad un ramo cercai, con grande difficoltà, di raggiungere
la riva. Nel più muto terrore mio fratello e mia sorella stavano assi­
stendo all'evento dall'albero. Eravamo particolarmente preoccupati
dall'inevitabile punizione. Non potevamo in nessun modo nasconde­
re a nostra zia quanto era accaduto: io ero completamente bagnato e
il mio cappello di scuola nuovo di zecca, con la sua punta bianca -
oggetto di orgoglio e amore - era stato trasportato via dalla corren­
te. Giunti a casa le nostre giovani zie, simpatizzando con noi, decise­
ro di non riferire il fatto andando a Karlsbad, sebbene fossero un po'
a disagio. Esse ci promisero che non ne avrebbero parlato. Potrete
immaginare lo stupore e la confusione- sia nostra che delle nostre
zie - quando, arrivando, nostra madre ci riferì dell'incidente con
dovizia di particolari, indicando il salice, menzionando il cappello
trasportato fino alla diga, ecc ... Si era sognata tutto mentre si trovava
a Karlsbad e, svegliandosi in lacrime e tutta scompigliata, pregò suo
marito di telegrafare immediatamente a casa per sapere se era succes­
so qualcosa ai bambini. Mio padre ammise di non aver telegrafato
ma che, per calmare la moglie, era rimasto per mezz'ora nella sala
d'aspetto dell'albergo e poi era tornato dicendo che tutto era a posto.

Anche in quest'altro caso cito direl:tamente le parole della persona coinvol­
ta. Essa racconta di come sua sorella divenne consapevole, nonostante fosse mol­
to lontana, di un incidente capitatole:


Mentre ero un militare di 19 anni presso l'esercito tedesco, ebbi
un grave incidente durante un'esercitazione presso Wurzburg e a
malapena mi sottrassi ad una morte certa. Mentre cavalcavo vicino
l'orlo di un burrone che costeggiava la strada, fui sbalzato a terra
daWimpennata del cavallo proprio mt;ntre sopraggiungeva una batte­
ria di cannoni e mi trovai vicino alla ruota di uno di questi che era
trainato da ben sei cavalli. Questi si fermarono appena in tempo e io
non soffrii di nient'altro che di grande spavento. L'incidente avvenne
nelle prime ore di un bel mattino di primavera. Nella sera dello stes­
so giorno, ricevetti un telegramma da parte di mio padre che mi chie­
deva se stavo bene. Quella fu la prima e l'unica volta nella vita che
mi si fece una domanda simile. Era stata la mia sorella più grande, al­
la quale ero particolarmente affezionato, a premere affinché si invias-
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