Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1

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no come uno stampo e in quanto parte dello psychophore, influenzano successi­
vamente la forma del nuovo corpo fisico con cui si verrà ad unire lo psychopho­
re nella seguente incarnazione_
Sebbene abbia utilizzato il termine personalità precedente per indicare la per­
sona la cui vita viene ricordata dal soggetto, ho evitato di dire che una personalità
si possa reincarnare interamente, perché non vi è alcuna prova a tale proposito.
Invece, ciò che si può reincarnare è una individualità derivante dalla personalità
precedente e da quelle ancora anteriori (3). La personalità comprende tutte le at­
titudini apparentemente osservabili di un individuo; l'individualità, d'altro canto,
associa a queste le esperienze di questa vita e di tutte quelle che la precedettero.
Così, la nostra individualità è ben più della nostra personalità e contiene in sé
anche quelle parti inaccessibili alle zone consce della nostra mente, che possono
rivelarsi solo in determinate circostanze insolite.
Le varie lingue che ho imparato nel corso degli anni illustrano bene la di­
stinzione esistente fra personalità ed individualità. Nel 1962, quando mi recai in
Argentina per studiare alcuni casi, parlavo abbastanza bene in spagnolo da poter
condurre delle interviste. In seguito non mi sono dato molto da fare per coltiva­
re la mia conoscenza dello spagnolo, sebbene riesca ancora a leggere (con l'ai uto
di un dizionario) le lettere che occasionalmente mi vengono spedite dai corri­
spondenti di lingua spagnola; riesco però a rispondere loro utilizzando un lin­
guaggio estremamente elementare. Ad ogni buon conto, si può dire che il mio
spagnolo sia ormai scomparso - ma solo dalla mia personalità, non dalla mia in­
dividualità. Se volessi cercare di p\lrlare nuovamente in spagnolo, impiegherei
molto meno tempo ad apprenderlo di quanto non sia accaduto la prima volta.
Contrariamente, ho mantenuto una certa competenza per ciò che riguarda il te­
desco ed il francese. Essi fanno entrambi parte della mia personalità. Alla mia
morte, tuttavia, c'è da aspettarsi che la capacità di parlare in queste due lingue
diventi parte della mia individualità; e, quando mi reincarnerò, il risultato degli
sforzi condotti per imparare le lingue straniere si potrà presentare non sotto for­
ma di capacità di parlarle, ma come facilità nell'apprendere quelle che avevo stu­
diato ed imparato in questa vita - o, forse, in altre vite. Ciò credo accada per
ogni tipo di capacità acquisita, intellettuale, fisica o morale che sia. E questo
pensiero mi incoraggia a voler imparare sempre qualcosa di nuovo - forse a
suonare il clarinetto in tarda età (4).

·

(3) Personalità ed individualità
Ducasse (1951) utilizzò questi termini nel considerare la sopravvivenza dell'uomo dopo la morte e la
sua possibile reincarnazione.
Il problema che l'essere che si è reincarnato sia lo stesso di quello morto in precedenza, ha coinvol­
to gli esegeti Buddisti in discussioni a non finire, che lo stesso Budda considerava prive di senso. L'evi­
denza fornita dai bambini che hanno delle reminiscenze di vite precedenti, suggerisce una continuità fra
le due personalità implicate nel caso. Suggerisce anche che vi siano delle forti similitudini fra di loro. Ciò
non significa, tuttavia, che si tratti dello stesso essere; tutte le cose - a maggior ragione le menti umane


  • sono in continuo mutamento.
    (4) Acquisire una nuova capacità in tarda età
    Si dice che Catone il Censore abbia cominciato a studiare il Greco in tarda età (Cicerone, 1923). An­
    che il grande matematico Cari Friedrich Gauss incominciò a studiare il Russo quando era ormai molto an­
    ziano (Dunnington, 1955). Se la reincarnazione è un fenomeno reale, non si può certo dire che questi uo­
    mini, approssimandosi al termine della loro vita, abbiano perso il loro tempo imparando cose nuove.

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