Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
Alcune speculazioni collegate alla reincarnazione l 259

Nel capitolo 8 ho spiegato che non abbiamo quasi nessuna prova che giu­
stifichi la supposizione secondo cui la reincarnazione costituirebbe una spiega­
zione per ciò che riguarda il fenomeno dei bambini prodigio e che, nessun bam­
bino prodigio Occidentale, ha mai affermato di avere dei ricordi di una vita pre­
cedente. Tuttavia (nel capitolo 4) ho anche detto che, in un soggetto, le memorie
comportamentali apparentemente derivanti da una vita precedente, persistono
molto più a lungo di quanto non accada per i ricordi delle circostanze in cui si è
venuto a sviluppare un tale comportamento. Qualcosa di simile può manifestarsi
anche da un'incarnazione all'altra. Così, se una persona ha acquisito una certa
competenza nel campo della musica, della matematica o di qualche altra attività
della vita, quest'ultima si potrà evidenziare anche in una successiva incarnazione,
nonostante il soggetto non abbia alcuna reminiscenza di una vita precedente in
cui tale capacità si sia sviluppata.

Perché una persona nasce in una particolare famiglia?


In molte popolazioni - fra i Birmani, gli lgbo e le tribù nord-occidentali
dell'America Settentrionale, ad esempio -le due personalità implicate in un ca­
so risultano quasi sempre essere membri di una stessa famiglia o di una stessa
stirpe. Si potrebbe dedurne che, se la reincarnazione si verifica all'interno di una
stessa famiglia, alcune forze psichiche interagiscono per attrarre la personalità di­
sincarnata verso quella stessa famiglia.
Come può accadere ciò? Succede, penso, perché tutte le esperienze che
condividiamo con qualcuno lasciano in noi delle tracce mentali e producono
delle connessioni psichiche fra le persone implicate. Suppongo anche che, quan­
to più a lungo dura un legame fra due individui, e quanto è maggiore la sua in­
tensità, tanto più forte diventerà la connessione fra di loro (5). Quando sorge una
necessità - come ad esempio quando la propria vita viene in qualche modo mi­
nacciata - e quando le connessioni psichiche sono abbastanza forti, può verifi­
carsi una comunicazione telepatica fra persone che sono anche molto distanti
geograficamente le une dalle altre. Spesso tale comunicazione altro non è che


(5) Intensità emotiva delle esperienze condivise e dei legami psichici
Ogni rapporto personale porta alla formazione di un qualche legame psichico e, quanto più a lungo
dura tale rapporto, tanto più forte sarà il legame, il quale verrà ulteriormente rafforzato se si condivide­
ranno delle esperienze molto intense. Fra delle persone sedute allo stesso tavolo durante una crociera si
verrà quasi sempre a creare un rapporto di amicizia che si protrarrà per tutta la durata della crociera. Tut­
tavia, tale amicizia durerebbe molto più a lungo se la nave affondasse ed il gruppo passasse una settimana
in una scialuppa di salvataggio prima di ricevere soccorsi. Similmente, il ricordo di passate sofferenze
convissute tiene in vita alcune associazioni di veterani della guerra_
Anche l'intensità di un'esperienza contribuisce a rafforzare i ricordi, come è stato messo in evidenza
da Thorndike (1905) -che ho citato in precedenza-e, prima di lui, da Butler (1961/1877). Butler fece
un altro esempio utilizzando ancora una volta un viaggio per mare: « se viene visto un oggetto ... ben poco
fa miliare, come ad esempio un iceberg per qualcuno che vada in America per la prima volta, esso creerà
una forte impressione, catturando il nostro interesse; ma se la nave va a sbattere contro l'iceberg e ci si
trova a naufragare, l'impressione ricavatane sarà notevolmente superiore, in seguito ci troveremo spesso a
pensare agli iceberg e ricorderemo quello visto in tutti i suoi dettagli, molto diversamente da quanto sa­
rebbe accaduto se il nostro iniziale rapporto con l'oggetto fosse stato solo un rapporto visivo».

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