Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
Introduzione l 27

Gli scettici hanno inoltre suggerito l'ipotesi che le apparizioni dei morti
possano coincidere solo casualmente con i decessi delle persone interessate. I
primi ricercatori psichici rivolsero molta attenzione a questa obiezione ma arri­
varono a confutarla attraverso un'attenta valutazione della probabilità casuale
che si possa assistere all'apparizione di qualcuno nel momento stesso della sua
morte (17).
Anche se non è sbagliato, l'argomento della coincidenza casuale può essere
sostenuto solo in relazione ad esempi in cui il morente viene identificato per
mezzo di sogni o di apparizioni senza la presenza di dettagli specifici sulla morte.
Quando assistiamo alla presenza di dettagli - e in molti casi ciò avviene - che
sono al di là della normale capacità cognitiva del percepiente, ci troviamo di
fronte ad una percezione unica, a lunga distanza, di un singolo evento. Per illu­
strare questo caso desidero presentare un altro caso. Il percepiente era Agnes
Paquet il cui fratello Edmund Dunn trovò la morte per annegamento nella baia
di Chicago nel 1889. Ella rese la seguente testimonianza:


Mi alzai all'ora solita nella mattina dell'incidente, forse intorno
alle sei. Durante la notte avevo dormito bene senza sogni o risvegli
improvvisi, ma al mio risveglio ero triste e depressa e non riuscivo a
scacciare via questo stato d'animo. Dopo colazione mio marito si re­
cò al lavoro e dopo che i bambini furono pronti e inviati a scuola ri­
masi sola a casa. Subito dopo decisi di prendere un tè sperando che
ciò potesse allontanare lo stato d'animo tetro in cui mi trovavo. An­
dai fino alla dispensa, presi il canestro del tè e, non appena mi voltai,
vidi mio fratello Edmumd - o la sua esatta immagine - proprio da­
vanti a me a pochi metri di distanza. L'apparizione mi si presentava
di schiena o quasi ed era nell'atto di cadere in avanti - lontano da
me - quasi fosse costretta da due funi o da un cappio annodato alle
gambe. La visione durò solo un momento e sparì oltre una ringhiera
o un parapetto basso ma fu comunque molto chiara. Lasciai cadere il
tè, strinsi le mani al viso ed esclamai, « Mio Dio! Ed è annegato! ».
Alle dieci e mezzo circa mio marito ricevette un telegramma da
Chicago che annunciava la morte per annegamento di mio fratello.
Quando arrivò a casa mi disse: « Ed è malato e l'hanno ricoverato
all'ospedale di Chicago; ho appena ricevuto un telegramma», ed io
risposi: « Ed è annegato; l'ho visto cadere in acqua ». Gli fornii poi
una descrizione particolareggiata di quello che avevo visto. Affermai
che mio fratello, come lo avevo visto, era senza cappello, indossava
una pesante camicia blu da marinaio, era senza giacca ed era caduto

essere il mezzo predominante per alimentare una tale credenza. Uno studio condotto da McClenon
(1982) sulla credenza, da parte degli scienziati, nei confronti della percezione extrasensoriale, ha rivelato
che sono pochi coloro che hanno maturato le loro convinzioni mediante lo studio di libri e di riviste di
parapsicologia; la maggior parte è giunta a credere all'esistenza dei fenomeni paranormali, perché ha vis·
suto personalmente una qualche convincente esperienza.


(17) Casualità ed apparizioni nel momento della morte
Dettagli relativi a questa analisi possono essere trovati in H. Sidgwick e Committee (1894), nonché in
Broad (1962).

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