Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1

27 6 l Bambini che ricordano altre vite


Dobbiamo anche considerare che vi siano le basi per ritenere che una per­
sonalità disincarnata possa influenzare la sua potenziale madre o possa agire di­
rettamente sugli spermatozoi ed i zigoti, in modo sufficiente da produrre i cam­
biamenti descritti in precedenza. Le osservazioni fatte sulle voglie e le avversioni
che si sperimentano durante la gravidanza suggeriscono che, una personalità di­
sincarnata, possa influenzare le condizioni fisiche della madre. Per ciò che ri­
guarda gli studi condotti nel campo della ricerca psichica, vi sono molti medium
che hanno manifestato i sintomi fisici che gli esseri disincarnati sperimentarono
in punto di morte (30). Se una personalità disincarnata può influenzare una don­
na nel modo suggerito da tali esempi, è solo un breve passo immaginare che sia
possibile influenzare la ritenzione o l'espulsione di uno zigote o di un embrione
all'interno del trattamento riproduttivo.

Come una personalità disincarnata potrebbe influenzare lo sviluppo di
un embrione

I casi i cui soggetti presentano dei segni o dei difetti di nascita corrispon­
denti a ferite o ad altri segni delle loro personalità precedenti, suggeriscono che
un essere disincarnato possa fare molto di più che selezionare l'embrione con
cui associarsi nella successiva incarnazione; può addirittura modificare lo svilup­
po dell'embrione durante il periodo della gestazione.
Ho esposto in precedenza che, in questo volume, non desidero soffermarmi
sui dettagli che riguardano i casi che presentano segni o difetti di nascita. Perciò,
prometto che tornerò sull'argomento in un altro libro o in una successiva edizio­
ne di questo testo.

Le influenze della condotta di una vita sulle circostanze di una successi­
va incarnazione

Ho già posto in rilievo il fatto che, molte persone che credono nella rein­
carnazione, non collegano questa loro credenza con i loro valori morali. Qualcu­
no potrebbe dire che l'idea di tali collegamenti sia una particolarità tipica del­
l'Induismo e del Bùddismo. Ma, poiché molti Occidentali conoscono molto me­
glio i concetti degli Indù e dei Buddisti rispetto a quelli di gruppi quali i Drusi,
gli Alevi, i Tlingit e gli Igbo, quasi tutti finiscono con l'adottare inconsciamente il
concetto di karma, secondo il quale la condotta di una vita determina le circo­
stanze che si presenteranno in una vita futura, sebbene non necessariamente in
quella immediatamente successiva al particolare fatto o misfatto.
Nei casi su cui ho indagato, non ho riscontrato alcuna evidenza degli effetti
che la condotta morale di una vita produrrebbe sulle circostanze esistenziali di

(30) Medium che hanno manifestato gli stessi sintomi fisici sperimentati dai loro comunicanti nel
momento della morte
Degli esempi di ciò possono essere trovati in Balfour (1935) e Osty (1923).
Free download pdf