Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
Introduzione l 31

Nessun caso, incluso quello della Sig.ra Feakes, è perfetto. Qualcuno po­
trebbe sostenere che la Sig.ra Howison possa avere in qualche modo suggerito
l'episodio alla Sig.ra Feakes ponendo nella camicia un fiore blu e che entrambe
possano, in seguito, aver dimenticato l'accaduto. Si potrebbe anche supporre che
la Sig.ra Howison abbia inavvertitamente conformato l'accaduto a quanto riusci­
va a ricordare fino al punto di renderlo quanto più simile alla visione avuta dalla
Sig.ra Feakes. I casi spontanei individuali sono sempre abbastanza esposti alle
critiche di coloro che sono inclini allo scetticismo, ed è per questo che alcuni ri­
cercatori psichici investono i loro sforzi in esperimenti che possano dimostrare
una minore vulnerabilità.
Quanto sono diffuse esperienze simili ai sei casi che ho descritto? Non lo
sappiamo, ma siamo a conoscenza che in Gran Bretagna e negli Stati Uniti alcuni
osservatori hanno dimostrato che una percentuale che oscilla fra il 10 e il 17 per
cento degli interrogati (fra la popolazione in genere) crede di aver avuto almeno
una esperienza di apparizione (non sempre visiva) (22). Molti altri riferiscono di
aver avuto altri tipi di fenomeni paranormali, come ad esempio impressioni di
eventi insoliti che avvenivano lontano e dei quali non potevano avere alcuna
consapevolezza normale. Siamo consapevoli del fatto che quando analizziamo
queste esperienze molte non reggono ad un attento esame; la loro autenticità si
indebolisce quando l'indagine rivela dei difetti di osservazione o di memoria che
riguardano sia l'esperienza del percepiente, sia gli eventi collegati, che entrambi
(23). In un altro ampio gruppo di casi, persone che ritengono di aver assistito a


(22) Analisi delle esperienze psichiche
Dettagli relativi a tali studi possono essere trovati nelle relazioni di Palmer (1979), H. Sidg wick,
Committee (1894) e West (1948).
(23) Pecche nelle testimonianze di casi spontanei
Sono state pubblicate due differenti tipologie di relazioni sui casi spontanei: quelle relative ai casi
investigati e quelle riguardanti casi su cui non sono state compiute delle particolari ricerche. L'investiga­
zione di un caso richiede perlomeno che vengano interrogati gli informatori, attraverso un giro di corri­
spondenza o (preferibilmente) mediante un'intervista personale, sui dettagli dell'esperienza e sugli eventi
ad essa connessi. Tutti i dati di cui si viene così a conoscenza, dovrebbero poi essere verificati utilizzando
delle fonti indipendenti, non accettandoli semplicemente basandosi sulle affermazioni fatte dal perce­
piente. I casi non investigati che spesso vengono ugualmente pubblicati, sono di solito il frutto di una let­
tera ricevuta da un centro di ricerca, cui non ha fatto seguito alcuna indagine.
I casi investigati offrono due vantaggi rispetto agli altri. Innanzitutto, le interviste (o, in mancanza di
ciò, degli scambi epistolari) permettono di eliminare quei casi che non si rivelano autentici e che hanno
un'ovvia e normale spiegazione. Tali casi, accettati all'interno di una serie, possono contaminarla ad un li­
vello impossibile da valutare e possono danneggiare il valore delle conclusioni tratte dalla serie stessa. In
secondo luogo, i casi non investigati possono fornire raramente un quadro complessivo dell'evento. L'in­
formatore è quasi sempre il percepiente ed egli può ignorare o minimizzare l'esperienza dell'agente. Que­
sto squilibrio può portare a delle conclusioni sbagliate, come quella di Rhine (1981), secondo cui gli agen­
ti non sarebbero rilevanti nelle percezioni extrasensoriali.
Dovrei aggiungere, a favore dei casi non investigati, che alcune serie di questi rivelano caratteristi­
che che possono essere riscontrate nei casi su cui sono invece state compiute delle ricerche; e ciò ci sug­
gerisce che l'inclusione di alcuni casi non autentici non sempre possa rovinare una serie.
Per studiare le relazioni fatte a proposito dei casi investigati, il lettore deve abitualmente rivolgersi a
delle riviste specializzate di ricerca psichica, laddove queste vengono pubblicate individualmente o in
piccoli gruppi. Tuttavia, parecchie collezioni di casi sono state pubblicate indipendentemente o separata­
mente dall'ambito delle società ufficiali. Parlo, ad esempio, dei libri di Gauld e Cornell (1979; poltergeist);
di Gurney, Myers e Podmore (1886; principali apparizioni); di MacKenzie (1971, 1982; apparizioni e fan­
tasmi, pubblicato in Italia dalle Edizioni Mediterranee, Roma); di Stevenson (1970b; impressioni telepati-

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