Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
La credenza nella reincarnazione l 41

offrono un altro esempio di un popolo fermamente convinto dell'idea della rein­
carnazione trasmessa senza la presenza di riferimenti scritti (10).
Ad ogni modo, la comprensione del modo in cui la credenza nella reincar­
nazione sia in grado di tramandarsi di generazione in generazione - attraverso
le scritture o per via orale - non fornisce una spiegazione sul modo in cui tale
fe de apparve per la prima volta. Ciò può essere avvenuto in vari modi.
Si può raggiungere la convinzione nella reincarnazione attraverso argomen­
tazioni filosofiche. Un certo numero di filosofi fra cui Platone, Schopenhauer
(11), McTaggart, Broad e Ducasse (12), hanno preso sul serio l'idea della reincar­
nazione e dibattuto a suo favore.
Nelle Meman·e, Platone descrive la dimostrazione data da Socrate di un gio­
vane che era in grado di risolvere un problema di geometria quando gli fu pre­
sentato per la prima volta. Socrate attribuiva il motivo del successo alla presenza
di una memoria subliminale della soluzione che il ragazzo aveva appreso in una
vita precedente anche se non ne aveva alcun ricordo visivo.
Secondo Platone, Socrate era alquanto categorico quando si riferiva alla co­
noscenza che noi ci portiamo fra una incarnazione e l'altra: «L'anima essendo
immortale ed essendo nata molte volte, avendo scorto le cose che sono qui, le
cose che sono nell'Ade e tutte le cose, non ha nulla di cui non abbia avuto cono­
scenza. Nessuna meraviglia, quindi, se ella sia in grado di rammentare, conside-


ignoranza e di evasività quando li ho interrogati a proposito della fonte delle loro credenze. Probabilmen·
te mi ritenevano un infedele, incapace di condividere la conoscenza dei loro testi religiosi. Se così, essi
hanno tenuto celati i loro libri, ma non le loro credenze. I Drusi del Libano e della Siria rivelano un at­
teggiamento alquanto simile. La maggior partè di loro parla in modo disinibito della credenza nella rein­
carnazione; ma un estraneo non può esaminare i loro testi sacri. Tuttavia, sono a conoscenza dell'esisten­
za di tali testi fra i Drusi, mentre non ne ho la certezza per quanto riguarda invece gli Alevi.
Il Corano fornisce solo un flebile supporto a sostegno della credenza nella reincarnazione. Come la
Bibbia, esso contiene alcuni passaggi ambigui che si prestano ad essere interpretati a tale favore. Altrove
ho citato tali versi del Corano (Stevenson, 1974b/1966 e 1980). Ho anche descritto la credenza nella rein­
carnazione presente fra gli Alevi della Turchia Centro-Meridionale (Stevenson, 1970a, 1980).
(lO) Credenza nella reincamazione fra gli lgbo
Ho descritto altrove la credenza nella reincarnazione fra gli lgbo (Stevenson, 1985).
(11) Le convinzioni di Schopenhauer nei confronti della reincamazione
Schopenhauer (1908) può non essere giunto ad avere le sue personali convinzioni a proposito della
reincarnazione solo mediante il ragionamento filosofico; per l'epoca in cui visse, egli aveva infatti una va­
sta conoscenza dell'Induismo e del Buddismo, le cui scritture furono poi tradotte e studiate in Europa.
(12) Filosofi che hanno abbracciato l'idea della reincarnazione
Piuttosto frequentemente le antologie di libri riguardanti la reincarnazione hanno citato David Hu­
me, implicando che egli credesse in tale concetto o che perlomeno supponesse che una simile ipotesi fos­
se sensata. La frase abitualmente citata è tratta dal suo saggio << Sull'immortalità dell'anima >>, dove egli
scrisse: « La metempsicosi è perciò l'unico fenomeno di questo tipo cui la filosofia possa prestare atten­
zione>> (Hume, 1854, pag. 553). Nei passaggi immediatamente precedenti di tale testo Hume puntualizzò
che, dato che gli animali somigliano sotto molti aspetti agli uomini, non è possibile affermare che que­
st'ultimi abbiano un'anima, senza implicare che anche gli animali la possiedano. Nel prosieguo del libro
egli approfondisce le sue convinzioni a proposito della metempsicosi. (Sembra che egli abbia utilizzato il
termine metempsicosi per riferirsi alla rinascita dell'anima di un animale o di un uomo in un nuovo corpo
animale). Chiunque legga per intero il saggio di Hume, tuttavia, scoprirà che egli non credeva assoluta­
mente all'esistenza di un'anima umana (o animale) e, tantomeno, alla sua sopravvivenza in seguito alla
morte del corpo fisico. Come testimonia Boswell (1970), Hume credeva tranquillamente nella sua morta­
lità.
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