Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
La credenza nella reincamazione l 45

za, forniscono asserzioni, non prove; e le prove fornite dall'analisi dei casi hanno
avuto una certa diffusione solo di recente. Si può ritenere che essi ne siano stati
convinti da una qualche forma di intuizione o da un ragionamento di tipo filoso­
fico. Chiunque, ma forse più di altri un giovane che si ponga delle domande, po­
trebbe considerare insostenibile la dottrina Cristiana ortodossa secondo la quale
Dio crea una nuova anima per ogni bimbo che nasce. E se qualcuno dovesse ri­
fiutare questo concetto senza però respingere quello dell'anima, potrebbe facil­
mente giungere a supporre che quest'ultima abbia avuto un'esistenza precedente
all'attuale associazione con il corpo, magari in un altro corpo. « Chiunque creda
che la nascita dell'uomo costituisca il suo inizio » scrive Schopenhauer « deve
anche credere che la morte rappresenti la sua fine » (19). La teoria di una sola vi­
ta, come ho menzionato nel capitolo precedente, offende anche il senso di giusti­
zia di molte persone, quando contemplano la differenti condizioni di nascita di
individui diversi. Dall'insoddisfazione derivata da tale insegnamento essi posso­
no passare ad abbracciare l'idea della reincarnazione.
Se la reincarnazione è vera, indizi su di essa possono essere rintracciati nei
confusi ricordi di vite anteriori (20). Circa 2000 anni fa, il grande saggio Indiano
Patanjali chiarì che la quasi universale paura della morte deriva, come afferma
l'Induismo e qualche altra tradizione, dal timore di sottoporsi, durante l'espe­
rienza post-mortem, all'esame retrospettivo della propria vita. La memoria subli­
minale di questa esperienza - che parrebbe spiacevole per molte persone -
potrebbe provocare la paura di un'altra morte che, a sua volta, indurrebbe un'al­
tra (e forse ugualmente spiacevole) rivisitazione delle proprie azioni (21-22).


(19) « Chi crede che la nascita di un individuo costituisca il suo inizio ... »
Schopenhauer (1908, 2:558).
(20) Intimazioni di reincamazione
Ho deliberatamente utilizzato il termine intimazione perché ritengo che l'ode di Wordsworth << Inti­
mazioni di immoralità derivanti dalle reminiscenze della prima adolescenza» illustri proprio ciò che sto
tentando di descrivere.
(21) Analisi della propria vita in seguito alla morte
Le persone che si avvicinano alla morte e che in seguito si ristabiliscono hanno spesso affermato di
aver visto dei flash raffiguranti scene della propria vita. Alcuni autori si rif eriscono a questa esperienza
denominandola << memoria panoramica >> perché, per alcune persone, i ricordi sembrano comporsi in mo­
do contemporaneo. Informazioni relative a tali esperienze possono essere rivenute in Greyson e Steven­
son (1980), Heim (1 972 /1892), Noyes e Kletti (19 77 ), Stevenson e Greyson (1979).
Occorre ora esaminare due ulteriori dettagli. Innanzitutto, le persone che hanno vissuto tale espe­
rienza non la descrivono come un qualcosa di piacevole. In secondo luogo, sono pochi i bambini che af­
fermano di ricordare una loro vita precedente e che hanno inoltre anche delle reminiscenze di una tale
esperienza di << memoria panoramica >>. I casi di Shanti Devi, Nasir Toksoz e Ish war Godbole sono ecce­
zionali: questi bambini infatti ricordavano di aver vissuto un'esperienza di << memoria panoramica>> al ter­
mine della loro precedente esistenza.
Se la reincarnazione è un fenomeno reale, possiamo avere molti altri ricordi subliminali delle vite
precedenti senza per questo avere delle reminiscenze sotto forma di immagini che ce li possano spiegare.
Ho descritto alcuni di questi ricordi riferendomi ad essi con il nome di memorie comportamentali, ma ho
spiegato in precedenza che potremmo avere dei ricordi subliminali cognitivi derivantici da vite preceden­
ti. Il Meno di Platone (di cui ho parlato in precedenza), fu un tentativo per dimostrare ciò. Potremmo con­
siderare il ragazzo protagonista del Meno come il soggetto di un caso che non presenta ricordi sotto forma
di immagini, bensì che possiede dei ricordi subliminali cognitivi che gli permettono di risolvere con estre­
ma facilità dei problemi di geometria. Questo era ovviamente il modo in cui il Socrate di Platone consi­
derava il ragazzo.
(22) Ragioni per temere la morte

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