Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
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naria vita anteriore anche se non gli fosse mai capitato di averne delle remini­
scenze. Potrebbe poi aggiungere altri particolari tratti dalla sua mente focalizzan­
dosi principalmente su fatti della storia a cui anche la persona meno educata è in
grado di attingere, avendo desunto le relative informazioni da letture, dalla radio
e dalla televisione. Per non disapprovare l'ipnologo potrebbe iniziare a citare
eventi immaginari, sia egli in possesso o meno di una cultura storica.
Il soggetto, inoltre, utilizza una terza caratteristica fondamentale dell'ipnosi:
l'elevato grado di drammatizzazione. Egli mette insieme i differenti elementi di
informazione presenti nella sua mente animandoli per mezzo di una « personali­
tà antecedente ». Questa personalità antecedente è in grado di esprimersi con
emozioni appropriate e una certa stabilità di carattere anche se evocata molte
volte in vari mesi.
In merito all'integrazione dei contenuti mentali abituali e latenti abbinati
alla loro rappresentazione drammatica in una forma espressiva più o meno coe­
rente, l'ipnosi ha molto in comune con il sogno. Ciò che è sorprendente è che
molte persone che non attribuiscono una grande importanza ai loro sogni si tro­
vino poi ad accettare senza riserve ciò che sperimentano durante l'ipnosi. Questa
follia deriva probabilmente dal fascino che l'ipnosi, e la teatralità che l'accompa­
gna, si è guadagnata. Ipnotisti da palcoscenico e altri promotori di effetti speciali
connessi all'ipnosi hanno alimentato l'erronea concezione che l'ipnosi sia un
mezzo infallibile per recuperare memorie quando, in realtà, ciò è ben lungi dal­
l'essere vero.
Si arriva poi al massimo dell'anacronismo quando si sente parlare di « per­
sonalità antecedenti » indotte dall'ipnosi. In un esempio pubblicato, la « perso­
nalità antecedente » evocata sosteneva di essere un corriere del re di Francia che
portava i messaggi, durante il periodo delle crociate, fra la corte di Versailles e
Bordeaux. In quel periodo, però (fra l'undicesimo e il dodicesimo secolo), non
esistevano collegamenti di una certa importanza fra Versailles e il governo Fran­
cese che si stabilirono, invece, solo nel diciassettesimo secolo (5).
In un altro caso, un soggetto ipnotizzato e sottoposto a regressione, raccon­
tò di aver vissuto nell'Inghilterra del diciassettesimo secolo con il nome di Ja­
mes, Conte di Leicester. Egli raccontò come « Lord Cromwell » li sfrattò, lui e la
sua famiglia, dal loro castello. Nei fatti, invece, il Duca di Leicester in quel perio­
do fu Robert Szdney (1595-1677), non James; egli non venne mai sfrattato dal suo
seggio (a Penshurts) e Oliver Cromwell non era generalmente conosciuto -am­
messo che lo fosse - come Lord Cromwell nonostante fosse il Lord Protettore.
Gli anacronismi ed altri errori del genere che ho citato imbarazzerebbero
probabilmente la maggioranza degli studenti delle scuole superiori eppure dimo­
strano un'altra caratteristica dell'ipnosi, ovvero l'assenza delle normali facoltà
critiche. (Gli scrittori che pubblicano questi racconti pieni di fatti inventati senza
fornire alcun commento, non hanno nemmeno questa scusa dal momento che,
quando scrivono, si presume che siano in possesso delle loro piene facoltà men­
tali; ma sembra, a quanto pare, che cose troppo stupide per essere riportate nei
racconti storici trovino comunque un loro posto sotto l'etichetta di «vite prece-


(5) Versailles durante le Crociate
Bloxham (1958) pubblicò questo caso di regressione ipnotica ad una << vita precedente>>.
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