Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1

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bri religiosi dei Drusi. Suleyman non solo si rifiutò in modo deciso di darglielo,
ma rigirò la domanda chiedendo alla donna se non fosse lei ad averlo. (Forse
non si fermò a pensare che se l'avesse avuto non l'avrebbe certo chiesto in pre­
stito). La nonna paterna udì per caso il rude comportamento di Suleyman e gli
chiese di fornire una spiegazione. Improvvisamente il ragazzo si ricordò che nel­
la vita precedente aveva dei libri religiosi e non permetteva mai che lasciassero
la casa. I Drusi che hanno dei libri sacri li venerano e li accudiscono gelosamen­
te a casa; il comportamento di Suleyman, sebbene poco educato per un bambi­
no, era coerente con quello che ci si sarebbe aspettato da un anziano Druso.
Dopo questo incidente Suleyman fece degli sforzi più o meno intensi tesi a
recuperare maggiori particolari dell'esistenza di cui sembrava avere delle remini­
scenze. Alla fine riuscì a ricordarsi che, nella vita precedente, doveva essere stato
il mukhtar (il capo) di Gharife. Si ricordò anche che il suo nome era stato Abdal­
lah Abu Hamdan ed altri particolari della sua vita. Ma considerò che, se avesse
rivelato agli altri che lui, nella vita precedente, era stato un mukhtar, la sua fami­
glia e i suoi amici lo avrebbero preso in giro e accusato di arroganza deridendo­
lo, per cui mantenne il segreto per altri due anni. In seguito iniziò a parlarne, pri­
ma con gli altri ragazzini e poi con gli adulti.
Alcuni dei parenti di Suleyman proposero di portarlo a Gharife per verifi­
care quanto andava dicendo sulla sua vita precedente. Gharife dista circa 30 chi­
lometri da Falougha, ma è situata in un'altra regione del Libano. Nonostante che
i due villaggi siano collegati da una strada, viaggiare da un villaggio a un altro è
tutt'altro che facile e bisogna essere animati da un preciso intento come scoprii
io st esso. Tranne un'eccezione, i membri della famiglia di Suleyman non avevano
nessun rapporto con Gharife. Uno di loro era impiegato là momentaneamente,
ma non poté confermare, per quello che ne sapeva, ciò che Suleyman asseriva.
Più tardi questo parente condusse delle indagini nella cittadina per verificare al­
cune delle affermazioni di Suleyman. Vi furono anche altre persone che, in quel
periodo, confermarono l'accuratezza delle asserzioni.
Come accade spesso in Asia nei casi di reincarnazione, le parole di Suley­
man sulla sua vita precedente si diffusero rapidamente. Un cugino di famiglia in­
contrò (in Arabia Saudita) alcuni abitanti di Gharife che confermarono che le
memorie del ragazzo collimavano con gli eventi della vita di Abdallah Abu Ham­
dam, sul fatto, ad esempio, che fosse proprietario di torchio per l'olio e mukhtar
di Gharife per molti anni prima della sua morte - avvenuta forse per malattia
cardiaca- nel 1942, all'età di sessantacinque anni, e fecero sapere di volerlo in­
vitare nella cittadina. Suleyman dapprima si rifiutò, ma in seguito, fra l'estate e
l'autunno del 1967, si recò due volte a Gharife.
Durante la sua visita a Gharife, Suleyman appariva schivo e come inibito.
La vedova di Abdallah Abu Hamdan e due dei suoi bambini vivevano ancora lì,
ma Suleyman non li riconobbe e neppure riconobbe altri membri della famiglia
che gli furono mostrati in fotografia (8). Altre tre persone e alcuni luoghi di Gha-


(8) Fallimento da parte dei soggetti nel riconoscere luoghi e persone che nel frattempo sono notevol­
mente cambiati
Erano passati venticinque anni dalla morte di Abdallah Abu Hamden, quando Suleyman si recò a vi-

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