Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1

88 l Bambini che ricordano altre vite


il bambino aveva tre anni ma, Samuel, non era mai stato morso e non sapeva as­
solutamente che Pertti fosse stato attaccato da un cane e la fotografia stessa non
poteva in alcun modo suggerire l'accaduto.
In un'altra occasione Samuel notò una fotografia di Pertti che lo ritraeva
mentre da bambino si trovava su una sedia a rotelle. Di fronte a quest'immagine
il bimbo affermò che si trattava di lui stesso e che era stato in ospedale con le
gambe ingessate. Quando stavo studiando questo caso ad Helsinki mi venne mo­
strata tale fotografia. Essa mostrava Pertti in una sedia a rotelle ed è facile sup­
porre che avesse sofferto un qualche danno alle gambe; ma non c'era niente che
suggerisse il fatto che le gambe di Pertti fossero state precedentemente ingessate
com'era di fatto accaduto poco prima che la foto fosse stata scattata. Entrambe
le gambe di Pertti si erano fratturate a causa di un incidente in cui il bambino ri­
mase coinvolto all'età di quattro anni. Quando Samuel fece questa osservazione
aveva lui stesso dai tre ai quattro anni.
La dichiarazione di Samuel secondo la quale le fotografie di Pertti erano
delle immagini che lo ritraevano, non furono fatte solo in questa occasione. La
famiglia aveva alcune di queste fote in un album e a volte le guardava; ogni volta
che Samuel vedeva una fotografia di Pertti diceva: « Sono io ». Quando Samuel
una volta vide una foto di Pentti Haikio, il padre di Pertti, disse: « Questo è mio
padre ». Poiché il secondo marito di Anneli Lagerqvist era in qualche modo ge­
loso di Pentti Haikio, tale foto veniva tenuta nascosta, per cui era sicuro che Sa­
muel non l'avesse mai vista prima di questa occasione.
Samuel riconobbe inoltre diversi oggetti che erano appartenuti a Pertti: una
chitarra, una giacca vellutata di fustagno ed un vecchio orologio. Le lancette era­
no andate ormai perdute ed era stato messo in un cassetto pieno di vecchie cose;
ma quando Samuello vide lo notò subito e, dicendo che era suo, insistè per te­
nerlo. A volte dormiva con l'orologio sotto il cuscino, mentre altre lo riponeva in
un cassetto sotto il letto.
Samuel non alluse mai direttamente alla morte di Pertti, ma fece comunque
due affermazioni che riguardavano degli avvenimenti accaduti dopo di essa. Dis­
se ad esempio di essere stato in un luogo dove vi erano molte bare e che alcune
erano aperte (Samuel non era mai stato portato in una camera mortuaria, ma il
corpo di Pertti ovviamente sì). Samuel inoltre riferì quanto la madre di Pertti (la
nonna di Samuel) aveva pianto in seguito alla sua morte ma avrebbe potuto ave­
re queste informazioni per via normale o averle semplicemente supposte.
Quando Samuel fu condotto al cimitero dove era stato sepolto Pertti, guar­
dando la lapide disse: « Questa è la mia lapide ».
Sia la madre che la nonna di Samuel menzionarono anche diverse caratteri­
stiche insolite del suo comportamento che si accordavano con quelle espresse
da Pertti. Quando Pertti era ancora un ragazzino aveva ingoiato dell'acqua fa­
cendo il bagno nella vasca e ciò lo aveva spaventato senza per questo creargli
una fobia nei confronti dell'acqua. Più tardi, fra i 15 e i 16 anni, cadde in mare
da un molo scivolando sul ghiaccio e ci mancò poco che annegasse. Dopo que­
sto incidente cominciò ad avere paura dell'acqua e non voleva più andare a nuo­
tare. Samuel rivelò anch'egli un marcato timore di essere immerso nell'acqua.
Resisteva ai tentativi di fargli il bagno e sua nonna, riferendosi alle lotte che do­
veva sostenere per farglielo fare, diceva trattarsi di un incubo.


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