Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1

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della bimba (tranne nel caso di errori involontari come quello avvenuto a quat­
tro anni quando parlò di aver già cavalcato dei cavalli).
Non so quando Roberta effettivamente dimenticò la sua vita precedente.
Forse la ricordava ancora per un po' di tempo dopo che sua madre aveva inizia­
to a punirla quando ci si riferiva. Esternamente, tuttavia, nel periodo seguente ai
tentativi di sopprimere i suoi ricordi sembrava rammentarla meno di quanto fa­
cesse la madre. La questione continuò a preoccupare la Sig.ra Morgan, prima in
modo latente e poi in modo più aperto. Alla fine, come ho spiegato prima, diven­
ne « ossessionata » - era questa la sua espressione - dal pensiero di dover rin­
tracciare la famiglia precedente di Roberta permettendo così che si incontrasse­
ro. Iniziò a rimproverarsi di non aver lasciato che la figlia parlasse liberamente
della sua vita precedente; era sicura che in quel periodo Roberta potesse aver
pronunciato qualche nome che potesse permettere una verifica dei suoi ricordi.
Sfortunatamente questa presa di coscienza giunse troppo tardi. Roberta
aveva già nove anni e mezzo e, dall'episodio dei cavalli, non aveva fornito nessun
altro indizio all'identificazione della sua precedente famiglia; non aveva aggiunto
altri nomi a quelli che aveva già citati. La Sig.ra Morgan aveva preso in conside­
razione la possibilità di andare alla ricerca di fattorie con cavalli vicino alla zona
in cui abitava, ma la cosa sembrava poco pratica in assenza di ulteriori indizi che
potessero restringere l'area della ricerca. Non comprendo, però, come mai non
tentò di percorrere la strada di campagna che Roberta stessa aveva indicato sei
anni prima.
Subito dopo la mia visita a Roberta e alla madre nel 1972, le persi di vista e
non riuscii a rintracciarle, non posso quindi aggiungere nient'altro sul successivo
sviluppo del caso.


Il caso di Susan Easdand


Venni a conoscenza per la prima volta di questo caso nel 1968 quando ri­
cevetti una lettera dalla Sig.ra Charlotte Eastland che, avendo letto delle mie ri­
cerche in un giornale, desiderava fornirmi volontariamente delle informazioni
sulle affermazioni e sul comportamento di sua figlia Susan. Sembrava che la bim­
ba avesse dei ricordi, benché frammentari, della vita della sua sorella scomparsa,
Winnie. Ebbi uno scambio epistolare con la Sig.ra Eastland durante il 1968 e,
durante la prima parte del 1969 e nell'estate dello stesso anno, mi recai a farle vi­
sita presso la sua abitazione nell'Idaho. Lì incontrai anche Susan, il soggetto del
caso, e la prima figlia della Sig.ra Eastland, Sharon. Non ebbi però modo di in­
contrare Robert Eastland, il patrigno di Sharon e di Susan che fu anch'egli, se­
condo le rivelazioni della Sig.ra Eastland, testimone di alcune delle affermazioni
di Susan in merito alla vita precedente.
Winnie era un'amabile bambina di sei anni che perse la vita nel 1961 inve­
stita da un'automobile. La sua improvvisa morte sconvolse la famiglia. Sua ma­
dre in particolare rimase particolarmente colpita dalla scomparsa della figlia e
desiderava ardentemente che potesse di nuovo essere insieme a lei. In quel pe­
riodo aveva un'idea molto vaga della reincarnazione; in seguito mi disse che ave­
va sentito dire della credenza diffusa presso i popoli dell'India secondo la quale


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