Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
Dodici casi di bambini l 97

non fosse quindi completamente morto ma stesse invece invadendo la casa di
colui che aveva preso il suo posto?
Di fatto, però, le paure della Sig.ra Wright nei confronti delle reazioni del
marito si dimostrarono quasi del tutto infondate. Dalla prima volta che ricevetti
la sua telefonata, nel settembre del 1978, al giorno in cui andai a visitarla, verso
la fine di ottobre, la donna aveva già avuto modo di affrontare, rivelandogli le
sue congetture in merito alle affermazioni del figlio, l'ipotetica indignazione del
marito, ma rimase sorpresa nel constatare che egli aveva già sospettato l'ipotesi
da lei formulata secondo cui Michael fosse la reincarnazione di W alter Miller e
sembrava prenderla bene. Tuttavia non conosco a sufficienza i coniugi Wright
per stabilire se l'inaspettata consapevolezza dell'evento mostrata dal marito deri­
vasse da un reciproco fenomeno telepatico oppure da un normale ed inconscio
passaggio di informazioni.
Ritornando al ragazzo di Catherine Wright, Walter Miller, possiamo dire
che quando rimase ucciso non aveva ancora diciott'anni. In quanto promettente
artista dilettante e bravo studente liceale, Walter Miller non vedeva l'ora di af­
frontare l'ultimo anno di studi che sarebbe iniziato nell'ottobre successivo. Lui e
Catherine si erano conosciuti tre anni prima e tra loro si era stabilito un legame
molto forte che tuttavia non era stato ancora formalizzato. Una notte, W alter era
andato a ballare con un amico, Henry Sullivan, ma aveva probabilmente bevuto
più del dovuto perché, ritornando a casa fu colto da un colpo di sonno mentre
si trovava al volante della sua autovettura e uscì di strada. W alter morì sul colpo,
mentre l'amico ne uscì illeso.
Catherine soffrì profondamente ma, col passare del tempo, si riprese e, cir­
ca un anno più tardi, nel 1968, si sposò con un altro suo amico Frederick
Wright che precedentemente era rimasto in secondo piano. Ebbero dapprima
una figlia e poi fu la volta di Michael. Prima che fosse passato un anno dalla
morte di Walter però, la Sig.ra Wright fece un sogno che lo riguardava, sogno
che altrove, nei paesi in cui casi del genere si manifestano più spesso, sarebbe
stato considerato come annunciatore di una rinascita e la Sig.ra Wright lo inter­
pretò proprio in questo modo. Nel sogno, W alter diceva di non essere morto co­
me tutti pensavano, ma che sarebbe ritornato e le avrebbe fatto ancora dei dise­
gni. Al momento del sogno e anche dopo la nascita di Michael, che avvenne nel
1975, la Signora Wright riteneva che se Walter fosse rinato lo sarebbe stato co­
me figlio di qualcun altro, forse di sua sorella, Carole Miller Davis, la quale era
allora incinta. Alludo a questo episodio solo per ricordare che se anche il sogno
poteva aver predisposto la Si g.ra Wright all'idea della rinascita di Walter, non
poteva certo indurla a credere all'ipotesi che si potesse trattare di un suo figlio.


La nascita di Michael e la sua prima infanzia procedettero in modo normale
nonostante fosse soggetto a difficoltà respiratorie che in seguito superò. All'età di
circa tre anni iniziò a dimostrare di avere delle conoscenze inaspettate su perso­
ne ed eventi. Una volta sua madre rimase sorpresa nel sentirlo urlare il nome
«Carole Miller ». Catherine Wright, dopo la morte di Miller, era rimasta in buo­
ni rapporti con Carole Miller, ma quest'ultima si era sposata dieci anni prima e
Michael; che l'aveva incontrata solo due volte, non l'aveva mai conosciuta se
non con il nome da sposata, Carole Davis.
La precedente affermazione di Michael servì ben poco a preparare la ma-

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