Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
Dodici casi di bambini l lO l

ragazza non poteva aspirare a diventare un <( lupetto » degli Scout, arrossì dalla
rabbia. La Sig.ra Jàckson mi scrisse che a volte Erin sospirando diceva: «Avrei
desiderato essere un ragazzo. Perché mai non avrei potuto essere un ragazzo? ».
Erin era una bambina dotata di un'intelligenza superiore alla media. Sua
madre mi disse che già all'età di tre anni sembrava che sapesse leggere, prima
che qualcuno glielo insegnasse. Aveva un talento naturale per il disegno che mi
sembrava - dopo• aver visto alcuni schizzi che aveva fatto - piuttosto insolito
per una bambina di quell'età. Componeva anche delle poesie che potevano be­
nissimo risultare gradite agli adulti.
Durò circa un anno il periodo in cui Erin parlava spesso della sua vita pre­
cedente- dapprima almeno una volta a settimana- ma dall'età di quattro an­
ni in poi ne parlò sempre meno fino a cessare del tutto. Quando la incontrai ave­
va già undici anni e sembrava ricordare molto poco di quanto aveva affermato in
precedenza. Rimasero comunque alcune tracce nella memoria che si manifesta­
vano ad esempio quando stavo parlando con sua madre perché a volte interveni­
va con dei commenti che la riguardavano. Dopo che smise di parlare della vita
precedente, il suo atteggiamento maschile persistette ancora quattro o cinque
anni ma, sebbene all'epoca del nostro incontro manifestas se ancora alcuni tratti
di questo comportamento, era chiaro che si stava ormai avviando verso un nor­
male sviluppo èome ragazza.
I parenti di Erin provenivano da un retroterra religioso convenzionale in
quanto Cristianì Protestanti per cui, all'epoca in cui la figlia iniziò a parlare di
una vita precedente, non credevano affatto alla reincarnazione. La Sig.ra J ackson,
dal canto suo, sembrava essere totalmente ignorante in materia. Fu solo più tar­
di, quando iniziò a leggere qualcosa sulla reincamazione che cominciò a consi­
derarla possibile, ma il padre di Erin rimase scettico. Nel 1980 la Sig.raJackson
aveva già letto alcuni libri di ampia diffusione sull'argomento ma non ne faceva
certo pubblicità. Non credo possibile che qualcuno possa attribuire questo caso
all'incoraggiamento, operato dai genitori, teso a favorire nella figlia fantasie con­
cernenti una vita precedente. La Sig.ra Jackson mi disse, in seguito, che quando
Erin si riferiva alla propria vita precedente, lei le mostrava sempre un garbato in­
teresse senza mai schernirla a motivo delle sue affermazioni, ma senza neanche
incoraggiarla in quelle che le sembravano delle semplici « fantasie ». Questa, in­
fatti, era la sua prima opinione di fronte alle affermazioni della figlia in merito al­
la vita precedente.


L'elenco di episodi significativi che abbiamo fin qui esposto ha mostrato i
punti a favore e a sfavore di ogni caso considerati in rapporto alla possibilità, da
parte dei soggetti, di attingere ad informazioni riguardanti individui scomparsi
impossibili da ottenere per via normale. Nei capitoli seguenti procederò con la
descrizione dei metodi che ho impiegato nelle mie indagini e le modalità di cui
mi sono avvalso per analizzarli ed interpretarli. Prima però sarà mia cura presen­
tare alcune delle caratteristiche ricorrenti in un'ampia gamma di episodi.
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