Dimagrire ■ 31Si chiama bastone e carota, o poli-
ziotto buono e poliziotto cattivo: è
un modo di rivolgersi a qualcuno
che da una parte lo sprona, dall’al-
tro lo bacchetta. Serve a mettere in
soggezione e nello stesso tempo a far
abbassare le difese così da manipolare la
sua volontà. Già, ma che succede se l’altro
cui ti rivolgi sei sempre tu? Succede che ti
tratti da scolaretto svogliato. Che quando
poi si impegna vuole il premio. Oppure,
se decide di non impegnarsi, trasgredisce.
Facile capire perché ingrassi.
Insulti e offese per come sei
«Sei la solita stupida. Ma cos’hai nella
testa?». Attenzione, offese e insulti sono
il punto estremo di lontananza da un
atteggiamento fatto di autostima, felicità
e dimagimento. E non è finita. «Guar-
dati allo specchio, come fai ad andare in
giro così?»: una frase che, se l’ascoltassi
rivolta a chiunque, saresti indignata. Ma
quando sei sovrappeso e chi parla allo
specchio sei tu, c’è da fermarsi e riflet-
tere. Perché nessuno ha mai trovato la
gioia di vivere a suon di insulti.›
L’estremo opposto
Le frasi che dici a te stessa individuano il
modo in cui ti stai trattando. E in queste
pagine abbiamo indagato i modi più duri
e amari in cui questo può accadere: ti
tratti come se fossi un sottoposto oppure
come un allievo che deve imparare, o
come un bambino che deve dimostrare di
essere bravo, o ancora come un cagnolino
che deve obbedire. Ma ci sono anche
modi dolci, e non sono meno pericolosi.
Ad esempio: «Dai, oggi sei stato così
sfortunato, ti meriti una ricompensa!».
«Accidenti, dopo una giornata come
questa una coccola non te la negherai,
spero?». «Tu ci hai provato, se il mondo è
cattivo e rema contro che colpa ne hai?».
In questi casi ti rivolgi a te stessa come a
uniingenua, una poverina da consolare.
Parole dolci come zucchero. Quello che si
piazza sui fianchi e non ti molla più.Non ti servono parole
dolci come zuccheroLa leggerezza,
anche fisica, si
ottiene smettendo
di zavorrare i propri
discorsi interiori
con diktat, analisi
e ramanzine