National Geographic Italy - 11.2019

(Tina Meador) #1
“H O T R O V A T O

IL

CORAGGIO”.

Nelida E. Jean-Baptiste Pellot,
membro di Women of Impact,* è
mediatrice culturale specializzata
in problemi abitativi.
Tempo fa ho tentato il suicidio,
vedevo tutto buio, ma in qualche
modo, in ospedale, ho trovato
il coraggio e la voglia di vivere.

23%
È la percentuale
di seggi nei principali
organi legislativi
e rappresentativi
dei paesi del mondo
occupati da donne,
al luglio del 2019.
Dal 1999, quando
le donne occupavano
solo il 13% dei seggi,
la rappresentanza
femminile in
queste istituzioni -
parlamenti,
congressi, senati
o assemblee - è quasi
raddoppiata.

Avevo nove anni,
facevo la terza
elementare e ho
un ricordo chiarissimo.
La maestra disse che
l’alunno con il voto
più alto nel test che
ci aveva dato sarebbe
diventato capoclasse.
Il voto migliore
lo ottenni io, allora
lei disse: «Oh, avevo
dimenticato di dirvi
che deve essere
un maschio». “Perché? ”
pensai io. Il fatto che
diventasse capoclasse
l’alunno con i voti
migliori o con qualche
abilità particolare
era sensato, ma l’idea
che quella posizione
di prestigio e potere
in classe fosse riservata
a qualcuno solo perché
per caso era nato
maschio era davvero
strana. Così, assalita
da una vampata
di indignazione, dissi
alla maestra: «Questa
cosa non ha senso».
Era la prima volta
che alzavo la voce
contro il sessismo.
Non funzionò, ma fu
un momento che
non dimenticherò mai.


AUTRICE PREMIATA
DI ROMANZI E SAGGI,
NOTA PER IL SUO
T E D T A L K
DOVREMMO ESSERE
TUTTI FEMMINISTI
E PER AVER VINTO
UNA BORSA DI STUDIO
DELLA FONDAZIONE
MACARTHUR.

CHIMAMANDA

NGOZI ADICHIE


Quando ho vissuto
per la prima volta
sott’acqua ho avuto
due momenti di svolta.
Il primo come scienziata,
perché ho visto
le creature marine
nella loro individualità.
Il secondo come donna,
quando ho capito che
venivamo trattate con
sufficienza anche se tutti
si aspettavano che
facessimo le stesse cose
che facevano subacquei,
scienziati e ingegneri
maschi. Ci chiamavano
pupe acquatiche,
bellezze acquatiche
e cose del genere.
Già allora sollevai
la questione: cosa
penserebbero
gli astronauti se
cominciaste a chiamarli
astro-fusti o astro-
maschioni? Ma alla fine,
con un po’ di senso
dell’umorismo e
restando concentrate
sul nostro lavoro di
scienziate, siamo andate
avanti e il successo della
squadra ha contribuito
a spianare la strada
alle donne astronaute.

OCEANOGRAFA
ED EXPLORER-IN-
RESIDENCE DI
NATIONAL
GEOGRAPHIC, HA
STABILITO RECORD DI
IMMERSIONE. NEL 1970
HA CONDOTTO LA
PRIMA ÉQUIPE
FEMMINILE A VIVERE
IN UN LABORATORIO
SUBACQUEO.

S Y LV I A

EARLE

Qual è stato il suo momento di svolta?
D:

Una cittadina mi ha
scritto per dirmi che era
rimasta incinta nello
stesso periodo in cui
è successo a me, che
quando l’aveva detto
al suo capo lui era stato
accomodante e flessibile,
e che era convinta
che questo non sarebbe
accaduto se non
avessi annunciato
pubblicamente la mia
gravidanza. Non so se è
vero, ma ho pensato
che se la mia gravidanza
era servita a cambiare
l’atteggiamento
di un solo datore
di lavoro verso una sua
dipendente madre,
era già una buona cosa.

P R I M O M I N I S T R O
NEOZELANDESE

JACINDA

ARDERN^ Î

LE INTERVISTE SONO STATE MODIFICATE PER MOTIVI DI SPAZIO E CHIAREZZA. LE RISPOSTE ITALIANE SONO STATE RACCOLTE DA ALESSANDRA CLEMENTI

*NATIONAL GEOGRAPHIC’S WOMEN OF IMPACT, UNA COMMUNITY IN CUI LE DONNE CONDIVIDONO LE LORO STORIE: ON.NATGEO.COM/WOMENOFIMPACT.
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