A SEDICI ANNI, SHRIYA
L’autrice Claudia Kalb ha scritto la storia di copertina su Leonardo da Vinci
del numero di maggio del 2019.
Reddy non ricorda un periodo della sua vita in cui non sia andata pazza
per la scienza. A sette anni leggeva libri di biologia con sua madre, che
stava studiando per l’abilitazione alla professione di medico. All’ultimo
anno delle elementari gareggiava nelle competizioni scientiiche. L’estate
prima della terza media ha cominciato a fare ricerca in un laboratorio di
bioingegneria della Wayne State University a Detroit, in Michigan, dove
ha ideato un approccio non invasivo per diagnosticare rapidamente le
lesioni del melanoma. Il progetto le ha fatto vincere un premio importante
alla International Science and Engineering Fair (Isef) lo scorso maggio.
«La scienza ha a che fare con il come e il perché succedono le cose»,
dice Reddy. «Io ho una gran voglia di farne parte».
La determinazione di Reddy coincide con un crescente impegno in
tutti gli Stati Uniti di aumentare il numero di studentesse che perseguono
una carriera nelle materie di scienze, tecnologia, ingegneria e matema-
tica (Stem). Diverse università e istituzioni, dalla Nasa all’Accademia
Navale degli Stati Uniti, ospitano giornate Stem per ragazze. L’Isef, un
programma della Society for Science & the Public di Washington, D.C.,
ofre una competizione in cui studenti selezionati delle superiori pos-
sono garegiare a livello internazionale. L’evento di quest’anno vedeva
1.842 inalisti, equamente divisi per genere, e tre dei quattro premi più
importanti sono andati a giovani donne, tra cui Reddy.
Mary Sue Coleman, biochimica e presidentessa della Association of Ame-
rican Universities, è ottimista sul futuro delle donne nella scienza. Quando
ha partecipato all’Isef come studentessa delle superiori nel 1959 e 1960,
circa il 35 per cento dei partecipanti erano ragazze. L’equilibrio di genere è
importante, dice, perché le donne portano prospettive nuove nell’afron-
tare enigmi scientiici. Eppure, restano evidenti disparità. Quest’anno le
ragazze all’Isef superavano i maschi in microbiologia e biochimica, ma
rappresentavano meno di un terzo dei inalisti in matematica e ingegne-
ria meccanica. Sempre più donne conseguono titoli di studio avanzati in
queste materie, ma gli uomini detengono i ruoli di professori e direttori
nelle industrie del settore.
Tuttavia, una trasformazione sta avvenendo, dice Maya Ajmera, presi-
dente e amministratrice delegata della Society for Science & the Public. Le
ragazze, inventive e tenaci, sfruttano la tecnologia per risolvere problemi,
che si tratti di progettare un riso dalle proprietà nutritive avanzate o di usare
una tecnica di uncinetto per disegnare un dispositivo Bluetooth indossabile.
Per queste scienziate emergenti, «le cose saranno diverse», dice Ajmera.
«Sono sicura che questa generazione di ragazze si trovi in una posizione
molto migliore per afrontare i problemi più irrisolvibili del mondo». j
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