SONO ALMENO 16 I PAESI INDUSTRIALIZZATI in cui le donne possono prestare
servizio in prima linea o in ruoli di combattimento. Negli Stati Uniti le donne
fanno ufficialmente parte delle forze armate, con incarichi da militari non com-
battenti, ma comunque pericolosi, sin da quando nel 1901 il Congresso istituì
gli Army Nurse Corps, il corpo delle infermiere dell’esercito, che però sono state
impiegate anche come operatrici radio o addette alla logistica. Più recentemente,
possono diventare piloti d’elicottero o meccanici di mezzi corazzati.
Ma anche quando i regolamenti consentono alle donne di ricoprire ruoli di
combattimento, i comandanti si mostrano riluttanti. Ma in quest’epoca di terro-
rismo e scontri etnici le donne «possono trovarsi in battaglia ovunque si trovino,
perché non esistono più campi di battaglia ben definiti», afferma la tenente
colonnello dei Marines Misty Posey, che per due anni, fino a metà del 2019, è
stata comandante delle reclute donna nel centro di addestramento dei Marines
di Parris Island, nella South Carolina. «Anche se hai un incarico amministrativo
o sei addetta ai rifornimenti puoi finire in uno scontro a fuoco».
Le reclute donna, che conoscono bene lo stereotipo del “sesso debole”,
spesso arrivano a dubitare di essere all’altezza. A questo proposito Posey non
STATI UNITI
Tirando avanti con
razioni e ore di sonno
ridotte al minimo, le
reclute di Parris Island
si incitano a vicenda
mentre si arrampicano
su una fune nel corso
dell’esercitazione di 54
ore chiamata Crucible,
cioè prova del fuoco.
Questo addestramento
impegnativo include
prove come la salita
della fune e una marcia
di 80 chilometri
con le armi addosso.
DONNE SOLDATO 115