Corriere della Sera - 02.11.2019

(C. Jardin) #1


16 Sabato2Novembre2019CorrieredellaSera


Traarte
estoria
Asinistra,
un’immagine
diqualche
annofa
dell’Antico
CaffèGreco,
storicocaffè
letterario
natoaRoma
nel
alcivico
diviadei
Condotti.A
destra,inalto,
l’interno
dellocale
dipinto
daRenato
Guttuso
nel1976.
Sotto,illocale
inunavecchia
fotod’archivio
(RenatoCiofani)

PostantisemitiperlosfrattoalCaffèGreco


Roma,insultisuFacebookcontrol’OspedaleIsraelitico


proprietariodeimuriinliteperl’adeguamentodelcanone


«Prontaladenunciaaipm».Ilgestoredellocalesidissocia


ROMAQuella dell’Antico Caffè
Greco è una storia che finisce
in tribunale segnata da un’ac-
cusa pesante. «Istigazione al-
l’odio razziale» è, in sostanza,
il contenuto dell’esposto che i
proprietari dell’immobile,
l’Ospedale IsraeliticodiRo-
ma, presenteranno domani in
Procura dopo aver raccoltoi
post «dai chiaritoni antisemi-
ti» apparsi sulla paginaFace-
book del locale, storicocaffè
letterario nato nel 1760 al civi-
co86 di via dei Condotti, nel
centro diRoma.
Tuttoiniziaconlacontesa
tra la proprietà dello stabile e
il gestoredell’attività il cui
contrattod’affitto—sotto-
scrittonel 1999, 16 mila euro
al mese —,cessa a settembre


  1. Sei mesi dopo la disdet-
    ta parte l’avviso di sfratto,ov-
    verola scintilla che accende la
    querelle sul locale in cui, in
    250 anni di storia,consuma-
    nocaffèclienti eccellentico-
    me D’Annunzio, Leopardi, De
    Chirico, Goetheeanche lo


scrittore ebreo Primo Levi. Da
una parte l’Ospedale Israeliti-
coattende che «l’ufficiale giu-
diziario notifichiitempi per
l’uso dellaforza pubblica» in
modo da liberare ilcaffè visto
che, dopoivanitentativi di
trattaresulla cifra, il gestore
non sembra intenzionatoad
adeguarel’affittoaiprezzi
correnti in quella porzione di
Roma (da 120 a 180 mila euro
al mese). Dall’altra l’ingegner
CarloPellegrini, che gestisce
l’attività, non accetta di traslo-
carein quanto«proprietario
del marchio»eperché sulla
«tutela di un bene culturale e
di dirittireali di privati» deve
prima esprimersi un giudice.
La battagliavaavanti tra
cartebollateerinvii, mentre
molti interessati a rilevare l’at-
tività bussano alla porta dei
proprietari. Finché la disputa
diventa oggettodicommenti
sul profilo Fb del locale: «Se la
gestione del CaffèGrecodo-
vesse passare ai sionisti, allo-

ra si dovrà includereanche
questo locale nel boicottaggio
controIsraele», scriveGino
Gelli allegando il link dibdsi-
talia.org, un sito proPalestina
eanti Israele.Eigestori del
caffè: «Stia tranquillo, noi sia-
mo proprietari di tutto, mura
escluse.Eanche fieramente
gestori. Non succederà mai».
Negli screenshotraccolti

dall’Ospedale Israeliticopri-
ma cheipost scomparissero
dalla pagina del CaffèGreco,
sono decineicommenti da
domani alvaglio dei pm:c’è
chi diceche gli «israeliani in
generenon muoiono di fame,
sonoipiù ricchi al mondo»,
chi sostiene che gli «ebrei di
Roma» sono «israeliani... non
italiani», mentre altri account

definiscono gli ebrei «avidi»
o «tripolini». Altri ancora en-
trano nel meritoinvitando a
«boicottare l’Ospedale Israeli-
tico», scrive Elvira Cerritelli.
I gestori del Caffè si dicono
«disgustati» dai post razzisti
eannunciano querelacontro
gli autori. «Denunciamoeci
dissociamo, purtroppo non
controlliamo ognicommen-

to», diceCarloPellegrini an-
che se una risposta firmata
CaffèGreco comparenello
storico.Poisulcaso intervie-
ne la politica. Di «offese scan-
dalose» parla il deputatodi
Italia VivaLuciano Nobili, di
«insultivergognosi» Sabrina
Alfonsi, presidentedem del
Municipio, e di «rigurgiti an-
tisemiti» twitta Mariastella
Gelmini diForza Italia. Il vice
governatore del lazio, Daniele
Leodori, esprime «solidarie-
tà» al presidente dell'Ospeda-
le Israelitico Bruno Sed.
AndreaArzilli
©RIPRODUZIONERISERVATA

1760
L’annodifondazionedellocaledi
viaCondotti,nelqualepassarono
traglialtriD’Annunzio,Leopardi,
DeChirico,PrimoLevi

16


MilaeuroIl
canonepre-
vistodalcon-
trattodel‘99,
cessatoaset-
tembre

Idocumentidel‘


Soldati francesi


e stupri in Italia


«Roma ci tradì»


«L’


Italia è un
Paese
conquistato»
che «odiosamente tradì la
Francia; ma noi dobbiamo
mantenere un’attitudine
dignitosa». Nero su
bianco, lo scrisse il 24
maggio 1944 il generale
Alphonse Juin — acapo
del «Corpo di spedizione
francese» che in Italia
combattè a fianco degli
Alleati — riferendosi agli
stupricommessi dai suoi
soldati, soprattutto
marocchini, algerini,
tunisini e senegalesi.
Violenze, in gran parte
concentrate nel Basso
Lazio, da cui il generale
rimase «colpito» e per cui
chiese «provvedimenti». Il
documento, a firma Juin, è
stato trovato all’Archivio di
Stato dell’Eur da Emiliano
Ciotti, il presidente
dell’«Associazione
nazionale vittime delle
marocchinate». «Lacarta
spiega per la primavolta
— sostiene Ciotti —
le ragioni degli stupri
commessi daigoumiers:
risentimento nazionale
per la dichiarazione di
guerra italiana». «Per il
presidente Macron i
goumiershanno fatto —
prosegue Ciotti — l’onore
della Francia e ha chiesto
ai sindaci di intitolargli
strade. Ma per gli italiani
sono solo soldaticolpevoli
di crimini inauditi».
AlessandroFulloni
©RIPRODUZIONERISERVATA

Cronache

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