Corriere della Sera - 02.11.2019

(C. Jardin) #1


CorrieredellaSeraSabato2Novembre2019
CRONACHE

21


L’inchiesta


diGiuseppeGuastella


È


il 26 novembre del 2017
quando sulla lineaTo-
rino-Alessandria un
treno deraglia per la
rottura di un giuntotra due
rotaie. Alle 14,40Umberto Le-
bruto, direttore di produzione
di Rfi, posta un messaggio
nella chat aziendale chieden-
do ai suoitecnici di «accelera-
re l’istallazione» di un parti-
colaresensoreche segnala i
guasti nei giunti, perché «nel
frattempo se dovesse accade-
re qualcosa di brutto nonce la
caveremo facilmente». Tre
mesi dopo, alle 6,56 del 25
gennaio 2018, accade più di
qualcosa: per un giuntorotto
il Cremona-Milanocaricodi
pendolari esce a 130 km/h dai
binari dopo la stazione di
Pioltello, trepersone muoio-
no e altre 102restanoferite. Si
avvera la infausta profezia: Le-
bruto e dieci tra manager e di-
rigenti di Rfi finiscono inda-
gati con la società per disastro
ferroviariocolposo, omicidio
plurimo e lesionicolpose.
Il messaggio WhatsApp,
uno dei tanti estrapolati dalla
Polizia ferroviaria daicellulari
degli indagati, secondo gli in-
vestigatori dimostrerebbe la
consapevolezza deivertici di
Rfi del rischio checorrev ala
circolazioneferroviaria. Non
solo perché non erano stati
istallatiisensori «Marini»,
ma sopratutto perché per più
di un annoemezzonessuno
ha controllatocon gli ultra-
suoni l’integrità dei binari
dellaRete ferroviaria italiana,

Polfer della Lombardia, scrive
che «dal 22 luglio 2014 fino al-
la data dell’incidente non so-
no stati fatti esamicon gli ul-
trasuoni» che, invece, sareb-
bero dovuti avvenire «ogni sei
mesi» su una linea ad altave-
locitàealta capacitàcome
quella, dove i treni transitano
anche a 180 km/h.
Iverticieitecnici di Rfi
avrebberodovuto«garantire
la sicurezza dell’esercizio»,
sottolinea Laurino, datoche
avevano «lacertezza» di
quantofossero indispensabili

icontrollicongli ultrasuoni
sulle linee sottoposte a usura.
In attesa che Galileotornasse
in servizio, a fine 2017 Rfi ave-
va noleggiatoper leverifiche
un «carrello» dalla società
svizzera Sperry (costoquasi
400 mila euro) che aveva sco-
perto una quantità di proble-
mi, tra cui giuntirotti, lungo
la direttriceNord-Sud che
esclude Pioltello. Ma in Rfi
c’era unaconsapevolezza:
«Urge rimettere in pista Gali-
leo», messaggiava molto pre-
occupato untecnico.
Dopo il disastrolachat
aziendaleva in fiamme, i mes-
saggi giranovorticosamente.
A uncollega checercadi sca-
ricar elaresponsabilità sulla
qualità dellerotaie, Marco
Gallini, dirigentediRfi dele-
gatoalla diagnostica, rispon-
de chiedendo «come mai in
Inghilterra si fanno i rilievi ul-
trasuoni ogni quattrosetti-
maneeinRfi ogni 6-12-24
mesi... da quando hanno in-
tensificatoicontrolli hanno
pressoché azzeratolerotture
dellerotaie. Credo che la no-
stra normativa degli ultrasuo-
ni non sia più adeguata».
Sarà ancheper la normati-
va, maresta che su una tratta
come quella di Pioltello dove
passano 500 treni al giorno,
dall’ultimocontrollo di Gali-
leo del 2014 «non risultano
nemmeno eseguiti i rilievi ul-
trasuoni manuali», scrive
Laurino. Se leverifichefosse-
ro state fatte almeno dopo che
un operaio ad agosto 2017 se-
gnalò per la primavolta che
quel giuntoalkm13+400 si
muoveva in maniera anomala,
secondo laPolfer, il disastro
«con moltissime probabilità
non si sarebbeverificato».
©RIPRODUZIONERISERVATA

«Seaccadequalcosasonoguai»


LaretediPioltellosenzacontrolli


IlmessaggionellachatRfiprimadell’incidente.LaPolfer:incuriadal2014


Idanni
Lavista
dall’alto
delle
conseguenze
dell’incidente
ferroviario
diPioltello
—alleporte
diMilano—
il25gennaio
2018
incuimorirono
tredonne
ecifurono
uncentinaio
diferiti
(fotoPolizia)

dato che l’unico mezzo in gra-
do di farlo per prevenirele
rotture, il treno Galileo, era
fermo per manutenzione dal
26 giugno 2016, rimanendoci
fino al6marzo2018, più di
due mesi dopo il disastro.
Nel trattodell’incidentedi
Pioltello la situazione era an-
cora più grave. In unarelazio-
ne agli atti dell’inchiesta chiu-
sa dai pm milanesi Maura Ri-
pamonti e Leonardo Lesti,co-
ordinati dall’aggiunto Tiziana
Siciliano, Angelo Laurino,co-
mandantedellaPg della

GiallodiZandobbio


Indagineperomicidio


L


a morte in ufficio di Bruna Calegari,
59 anni, impiegata del Comune di
Zandobbio (Bergamo),resta un giallo
almeno fino all’autopsia di martedì.For-
malmente il fascicoloverrà aperto oggicon
l’ipotesi di omicidio ma, allo stato, quella
dell’incidente prevale: unacaduta con le
forbici in mano che l’avrebberoferita al
petto e alcollo. ©RIPRODUZIONERISERVATA

SuCorriere.it
Leggilenotizie
dicronaca
intemporeale,
guardaivideo
elefotogallery
sulnostro
sito
http://www.corriere.it
Free download pdf