CorrieredellaSeraSabato2Novembre
PRIMOPIANO
3
Gli annunci egli italiani nel ballo della pressione fiscale percepita
●Ilcommento
SEGUEDALLAPRIMA
V
iene introdotto il
principio in base al quale
più inquini più paghi.
Sembra che a esserne
colpite a strascico
saranno tutte le auto. Ma arriva poi
l’esclusione di quelle ibride e
elettriche. Rimane sconosciuto il
destino di quelle alimentatecon
altricombustibili. Comunquevada
a finire, a giudicare dai milioni di
lettori suCorriere.itche hanno
cercatodicapire in questi giorni
come funzionasse questa nuova
imposta, la tassa è stata già in parte
pagata intermini diconfusione,
perdita ditempo. Con in più la
sensazione di una grave incertezza
cherende difficile qualsiasi scelta
diconsumo e investimento da parte
del cittadinocome dell’impresa. Se
poi rispondesse averità il fatto che
a proporre l’imposta sia stato un
viceministro dell’Economiacontro
il parere del ministro titolare, il già
pococomprensibile quadro si
completerebbe. Èveroche non si
può pretendere un percorso lineare
da un governo che è nato
sostanzialmente da dueforze che
hannocontinuato a insultarsi fino a
poche settimane prima. Macome
spesso è accaduto in questi ultimi
due anni quello che emerge è una
improvvisazione del governare,
quale che siano leforzecoinvolte
nella maggioranza. In quest’ultima
maggioranza poi facapolino una
filosofia difondo: usare le imposte
come strumento di indirizzo al
Paese.Persino per agevolare
comportamenti virtuosi.Tale è la
tassa sulle bevande zuccherate.
Posto che sia giusto il messaggio
che lo zucchero faccia sempre male,
è difficile credere che l’unica strada
perseguibile sia quella punitiva
delle imposte. Analogo
ragionamento può essere fatto per
la tassa sulla plastica. Quasi
impossibile far diradare il sospetto
che si tratti inrealtà di scorciatoie
per aumentare le entrate del
bilancio delloStato. Sia nelcaso
delle tasse sulle auto aziendali, sia
nelcaso della plastica, la mancanza
dicoerenza emerge dalle scelte
stesse del governo. Sicarica di
imposte un settore,come quello
della mobilità, mentre al ministero
dello Sviluppo economico si apre
un tavolo per affrontare la crisi del
settore auto. Si introduce una tassa
sulla plastica,teoricamente pagata
dalle imprese ma che inrealtà si
scaricherà acascata sui
consumatori, mentre si dice di
essere impegnati nell’agevolare la
crescita delPaese. Non aiuta il
cannoneggiamento delle misure
che arriva da ogni angolo dello
schieramento politico. Da
quell’opposizione che non si è fatta
scrupolo di aggravare iconti dello
Stato presenti e futuricon misure
come Quota 100 o ilreddito di
cittadinanza. Come pure da parte di
chiteoricamente partecipa a pieno
titolo aivertici nei quali si decidono
i provvedimenticon
capidelegazione di partito, ministri
e viceministri. Il male oscuro della
competizione, dellacampagna
elettorale permanente sta
divorando lacapacità e la
possibilità di amministrare ilPaese.
Giuste o sbagliate che siano le
misure, è la «tassa percepita»
dell’incertezza quella più pesante
che si possa far pagare a cittadini,
famiglie, imprese. E non si senta
assolto chi oggi è all’opposizione
ma ieri era al governo. Né,
tantomeno, chi oggi è
maggioranza.
©RIPRODUZIONERISERVATA
Bottiglie, tappi etetrapak:
così la tassa contro il monouso
Il prelievo? Un euro al chilo
Credito d’imposta del 10% per macchinarieformazione
Il tetto del bonus per le aziendeèfissatoaquota 20 mila
Lanovità
diCorinnaDeCesare
Basta entrareinqualsiasi
supermercatoeosservaregli
scaffali:vaschette, buste, bu-
stine, plasticaovunque che
ora sarà tassata di più. Ècosì
infatti che il governo vuole di-
sincentivare la produzione e il
consumo della plasticamo-
nouso, introducendo un euro
di imposta al chilo. Lacosid-
detta «plastic tax» riguarderà
bottiglie, busteper l’insalata,
vaschette per alimenti (in po-
lietilene), tappi,contenitori
intetrapak del latte o del vino
ma anche imballaggi di «poli-
stirolo espanso,rotoli in pla-
sticapluriballelepellicole e
film in plasticaestensibili».
Escluse le siringhe che rien-
trano invecetraidispositivi
medici.
Gliincentivi
Ma l’ultimaversione dellare-
lazione illustrativa, che ac-
compagna la manovra, oltre a
confermarelatassa, introdu-
ceanche incentivi per le
aziendecoinvolte: un credito
d’imposta del 10% sulle spese
sostenute(dal 1° gennaio
2020 al 31 dicembre2020)
«per l’adeguamentotecnolo-
gico finalizzato alla produzio-
ne»finoaunmassimo di 20
mila euro. Creditoche viene
esteso anche per le spese di
formazione del personale,
nell’ottica,cosìcomevorreb-
be il governo, di una riconver-
sione sostenibile del ciclo
produttivo.Resta fuori dalla
tassazione tuttoilcomposta-
bile su cuiavevainsistitonei
giorni scorsi anche il ministro
dell’Ambiente Sergio Costa.
L’emergenza
La plasticaèun’emergenza
ambientale globale: dal 1947
al 2017 sono state prodotte 8.
miliardi ditonnellatedipla-
stica; il 30%èancora in uso,
ma il rimanente70%èfinito
in buona parteindiscarica
(50%), inceneritore (10%) e so-
lo il 7%ariciclo. Ogni anno
570 milatonnellate di plastica
finiscono nelle acque del Me-
diterraneo, l’equivalentedi
33.800 bottigliettegettatein
mare ogni minuto. E secondo
il Wwf, se iPaesi non adotte-
ranno soluzioniconcreteed
efficaci, entroil2050 l’inqui-
namentonell’area mediterra-
nea quadruplicherà.
IlbandoUe
L’Europa ha decretatoilban-
do al monouso, riconosciuto
primoresponsabile dell’in-
quinamento mondiale, a par-
tiredal 2021.Emolti sono i
Paesi che stanno prendendo
provvedimenti in questa dire-
zione: laTanzania ha vietato
da quest’anno l’introduzione
e la produzione di sacchetti di
plastica di qualsiasi spessore,
mentre sono già due anni che
è stata bandita in Costa Rica la
plastica monodose.
Leaziende
In Italia la «plastic tax» ha agi-
tatonei giorni scorsi tuttele
associazioni dicategoria. De-
finita «iniqua e insensata» da
Federchimica, «che non in-
centiva—hanno aggiuntoi
sindacati—gli investimenti
per la riconversione indu-
strialeolaspinta al riciclo/
riusoeall’economia circola-
re». Ma basta pensare che da
sole, le aziende di beverage di
tuttoilmondo producono
ogni anno oltre 500 milioni di
bottiglie di plastica«usa e
getta».
Ilmonouso
Senzaconsiderareche negli
ultimi anni le materie plasti-
che hanno sostituito progres-
sivamente tutte le altre: ilve-
tro, i metalli, lacarta, il legno
tanto da far diventare iconte-
nitori in plastica praticamen-
te onnipresenticon una diffu-
sione, nel settore alimentare,
ben visibile sugli scaffali della
grande distribuzione dove
nonc’èalimentononconfe-
zionatocon materie plastiche.
Tante sono monouso, che una
volta usate,vengono buttate
perché nonconcepite, pro-
gettate e immesse sul merca-
topercompiere, durante il lo-
rociclo di vita, molteplici tra-
sferimenti e per essere nuova-
menteusatecon la stessa
finalità per la quale sono stati
ideate. Da qui la scelta del go-
verno che agita non solo le
aziende ma anche le associa-
zioni deiconsumatori, perché
il dubbio,come al solito, è che
i nuovicosti siano «scaricati»
direttamente sulle famiglie.
Glieffettisuiprezzi
Come? Con gli aumenti dei
prezziconcui le famiglie ri-
schiano, secondoFedercon-
sumatori, di spenderefino a
138 euroinpiù all’anno. Se-
condoicalcoli del Codacons
la «stangata» può arrivarea
165 euro,considerando anche
lo stop, sempreinchiave
«ecologista», alle agevolazio-
ni sul gasolio per l’autotra-
sporto anche agli euro 3.
©RIPRODUZIONERISERVATA
Ilcompostabile
Restafuori
dallatassazionetutto
ilcompostabilesucui
avevainsistitoCosta
Lefamiglie
SecondoilCodacons
la«stangata»può
arrivarea165euro
all’annoperfamiglia
11 mila
Le imprese
del settore
in italia (il 22%
del totale europeo)
per un fatturato
totale di oltre
30 miliardi di euro
5 mila
Sono le imprese
che fanno prima
trasformazione
per un fatturato
di circa 15 miliardi
di euro
110 mila
Persone occupate
nel settore
1 milione
di tonnellate
Di plastiche riciclate
per la trasformazione
ogni anno, su un totale
di 6,8 milioni
di tonnellate lavorate
dall’industria italiana
3.
I prodotti
con plastiche riciclate
certificate da IPPR
«Plastica Seconda
Vita»
89 %
La presenza media
di plastica riciclata
Comecambianoleimposte
IL COMPARTO DELL’IMBALLAGGIO
10%
riciclati
90%
vergine
Totale imballaggi plastici
Imballaggi e prodotti
per la casa
2017 2018
milioni di tonnellate miliardi di euro (+1,2%)
3,
40,2%
quota export
Fatturato complessivo 2018
11,
Numero
aziende
Fatturato
in milioni di €
Export
in milioni di €
Incidenza
export in %
39,2 40,
1 euro
al chilogrammo
l'imposta sugli imballaggi
in plastica prevista
nella bozza di manovra
CorrieredellaSera
10%
il credito d’imposta
sulle spese sostenute
per la produzione
di manufatti biodegradabili
450 milioni di euro
il contributo ambientale
CONAI per la raccolta
e il riciclo degli imballaggi
in plastica
350 milioni di euro
del contributo ambientale
Conai vengono versati
ai Comuni per garantire
la raccolta differenziata
●
Laparola
MONOUSO
Dal 2021 non si potranno più utilizzare
nell’Ue alcuni prodotti in plastica monouso
come piatti, posate ecannucce. Dal 2024
scatterà l’obbligo di avere il tappo attaccato
alla bottiglia per evitare che si disperda.
diDanieleManca