Corriere della Sera - 02.11.2019

(C. Jardin) #1


CorrieredellaSeraSabato2Novembre2019
CULTURA

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ha trovato un modo di riscrivere la storia
delle storie: quella di Giobbe. Ma lo ha fat-
to alla sua maniera, naturalmente. Marco
Carrera, ilcolibrì del titolo, il Giobbe di
SandroVe ronesi, ha poco incomunecon
l’originale biblico, e ancor menocon i suoi
fratelli maggiori creati da Balzac, Mala-
mud o Arthur Miller. Il Giobbe di Sandro
non è unreietto, ha avuto tutto dalla vita:
bello, ricco, buono, è vissuto nello scorcio
di secolo più prospero e pacifico della sto-
ria umana in unazona dellaterra tra le più
belle, agiateetemperate. Essendo ateo
nonèlasuafede in Dioaesseremessa
continuamente alla prova. Bensì quella nei
confronti degli uomini. Ma,comevedrete,
le riserve di umanesimo di questo Giobbe
contemporaneo sono pressoché infinite.
Diciamo che, almeno in questo, ilro-
manzoscrittodaSandrocontrastacon
qualsiasi mia radicataconvinzione esteti-
ca. Non credevofossecosì facile creare un
eroe generoso, altruista e in buonafede in
cui un lettorecome me potesse (o almeno,
volesse) identificarsi.
Lavera arte è filosofica, pensava Baude-
laire.Èun’idea che ho sempreavversato,
un’ideacontro cui lotto da tut-
ta la vita enumerando dentro
di me le opered’arteprivedi
ambizioni speculative.Il colibrì
di SandroVeronesi non siver-
gogna di essereunlibroatesi,
unconte philosophique.Èuna
di quelle meditazioni sul senso
di unacosa che, per dirlacon Va -
sco, senso non ha. Questa strana
assurda irresistibile faticosissi-
macosa che ci portiamo dentro
da che abbiamo memoria: la vita
vissuta, la vita dietro le spalle.
Alla fine delromanzoSandro
celebra la gloria del Dna, il patrimonio più
prezioso e ingombrante di cui ciascuno di
noi dispone, aconfronto del quale sbiadi-
scequalsiasi altrobene materiale. Il suo
ideale, la sua utopia è un mondo gloriosa-
mente multietnico.Temo che sarà deluso.
✽✽✽
Quando poco più che adolescente deci-
di che ti guadagnerai il pane scrivendoro-
manzi, per primacosa ti guardi intorno e
vedi solo nemici potenziali, soprattutto tra
gli amici.Poi uncerto giorno ti svegli spe-
rando che i suddetti amici, nel frattempo
invecchiati accanto ate, scrivano libri bel-
lissimi. È unconforto sapere che qualcuno
lo sappia ancora fare.
Il colibrìentra nella mia vita mentre so-
no alle prese (da anni oramai)con un lun-
goromanzone che mi sta dando filo da
torcere. Studiare il modo in cui Sandro ha
saputoaffrontareerisolvereiproblemi
compositivi posti da un librocosì facile da
leggere ecosì difficile da scrivere, può es-
sere per me (e per chiunque si trovi nelle
miecondizioni nervose) unafonte di ispi-
razione, se non proprio di salvezza.
©RIPRODUZIONERISERVATA

8-9novembre


UnconvegnoaCasarsa


suPasolinieSciascia


irregolaridelNovecento


S’intitola «Pasolini e Sciascia:“ultimi eretici”.
Affinità e differenze tra due intellettuali soli e
disorganici,“fraterni e lontani”» ilconvegno
organizzato a Casarsa della Delizia
(Pordenone), paese di origine della madre di
Pasolini, nei giorni 8 e 9 novembre prossimi
per il quarantaquattresimo anniversario
dell’assassinio del poeta, ucciso all’idroscalo
di Ostia nella notte tra il 1° e il 2 novembre


  1. Inoltre unacerimonia in ricordo di


Pasolini si tiene oggi alle ore 11.30 nel
cimitero di Casarsa, dove ilregista è
seppellito accanto alla madre Susanna
Colussi, morta nel 1981.
Il convegno della prossima settimana,
promosso dalCentro studi PierPaolo
Pasolini incollaborazionecon l’associazione
Amici di Sciascia, inaugura il ciclo di
manifestazioni del «Novembre Sciasciano»,
ideato dagli Amici di Leonardo Sciascia e

diretto da Filippo LaPorta, nella ricorrenza
del trentennale della morte dello scrittore
siciliano, che era nato aRacalmuto
(Agrigento) nel 1921 e scomparve appunto
nel 1989.L’ intento dell’incontro, spiega una
nota dei promotori, è indagare i rapporti «tra
due giganti della cultura del Novecento
intorno a diversitemi: dal potere politico alla
scuola, dal cinema alla sfera del sacro, dalla
poesia allerecensioni».

cisa etichettatemporale, ha saputoconfe-
rire alla vicenda di MarcoCarrera l’impla-
cabile solennità di un annuario.Il colibrìè
un album di famiglia.Unpatchworkcom-
posto da memorabilitranche de vieche ri-
cuciteretrospettivamente dal lettoreresti-
tuiscono il drammaelegioie di una vita
che sen’èandata via davverotroppo in
fretta.Perquestosuogni pagina soffia il
vento della nostalgia e del rimorso.Perché
le cosevanno sempre nel modo in cui eri
certonon sarebberoandate. Questoim-
piantoconsenteaSandrodieliminare
l’inessenziale.Perdirla ancoraconillin-
guaggio operistico, nelColibrìnonc’è un
solorecitativo.Èunsusseguirsi di arie
semprepiù elettrizzanti. La vividezza di
ogni quadroinducequasi al pianto. Non
sempre lacosiddetta narrativa seria ti in-
chioda alla sedia.Il colibrìè capace anche
di questo. Da prestigiatore di lungocorso,
Sandro dàfondo a tutte le astuzie, i truc-
chetti, le scorciatoie, le ellissi di cui ècapa-
ce. Non si fa nessuno scrupolo a riempire
il romanzodicoincidenzeimplausibili e
strazianticolpi di scena. Da scaltrosce-
neggiatore sacome prepararli,come anti-
ciparli, ma noncommettemai l’erroredi

Ilvolume


●Il colibrì
di Sandro
Veronesi
è pubblicato
da La nave
di Teseo
(pp. 368,e20).
Il romanzo è
uscito giovedì
24 ottobre e in
soli due giorni
di rilevazioni è
subito entrato
nella classifica
dei libri italiani
più venduti

L’


ideaèche il visitatoresi
trovi immerso in un’atmo-
sfera sospesa tra sogno e
racconto, oltre iconfini di un (su-
perficiale) apparire. Con la mo-
straRicordi dal futuro(curata da
Claudio Cerritelli) al Museo della
PermanentediMilano (fino al 9
novembre) Guglielmo Spotorno
(Milano, 1938) propone una serie
di (personalissime) visioni che
raccontano il suo (vitale) rappor-
to con il passato. Lasciando intui-
re non tanto una dimensione (in
qualche modo scontata) malin-
conicaedirimpianto, quanto
una (sorprendente) attrazione-
passione per tuttoquello «che

non è ancora stato». E per il futu-
ro qualunque esso sia.
Spotorno sembracosìvoler
documentare (in unacoloratissi-
ma sovrapposizione di azzurro,
nero, grigio,verde, arancio,ros-
so) l’evoluzione di un’ispirazione
in cui si sonofelicemente sovrap-
posteserie dedicatealle traspa-
renzevegetali e marine, alle città
umanizzate, alla new economy,
agli autoritratti e persino alla cro-
naca più attuale (con tanto di tsu-
nami, migranti, Isis). In una se-
quenza (altrettantosorprenden-
te) di stili, dal figurativo più tra-
dizionale all’«informale sferico».
Anche per questo l’universo di
Spotornoèdifficile da limitare,
spaziando (fisicamente) dal mare
della sua Celle Ligure (rifugio per

descritto nei 49 libri della sua vita
(un «diario di bordo» per lui non
molto diverso «da quello che di-
pingo»).
La mostra dellaPermanente si
proponecosì come un momento
di riflessione, di bilancio e di ri-
partenza (visto che si parla di fu-
turo). In cui Spotornorende an-
cora unavolta omaggio ai suoi
modelli e ai suoi maestri: il goti-
co,LucioFontana, AsgerJorn,
EnricoBaj, Wilfredo Lam,
Graham Sutherland, Arturo Mar-
tini. Giocando su visioni che,
spiega il curatore, «rinnovano il
rapportovitale dell’artistaconil
passato intuendo nuoveconnes-
sioni tra materia e luce, superan-
doitradizionali parametri spa-
zio-temporali».

Perché «le ansie del viveredi
Spotorno sono in sintoniacon le
tensioni della sua pittura e il loro
reciprocorespironon si appaga
nel presente ma nel brivido del-
l’avvenire».
Unbrivido legato a una peren-
nevoglia di trovare nuove ispira-
zionienuovi percorsi. Da sem-
pre: da quando il giovane Gu-
glielmo scoprel’artenella galle-
ria inaugurataaMilano negli
anni Sessanta dalla madre Enrica
a quando pubblica il primo libro
di poesia (ViaSant’Antonio,
1963), dal lavoronell’azienda di
famiglia alla laurea in Filosofia
(contesi in esteticametafisica).
Piccoli frammenti di ricordi che
ancora unavolta sanno di futuro.
©RIPRODUZIONERISERVATA

L’artediSpotornoindagailpassato.Guardandoalfuturo


L’appuntamentoAllaPermanentediMilanol’universodelpittorechetracciaunbilanciodellasuacarrieramachecontinuaacercarenuovipercorsi


diStefanoBucci


Le antenne abbracciano il cielo(2019)


Lamostra


●Guglielmo
Spotorno.
Ricordi
dal futuro, a
cura di Claudio
Cerritelli,
Milano,
Museo della
Permanente,
fino al 9
novembre
(lapermanente.
it). Orario:
lunedì 14.30-
19.30; martedì
-domenica
10-19.30,
ingresso libero

lui insostituibile e necessario) al-
le metropoli (Milano prima di
tutto ma poi NewYork,Pechino,
Caracas, Berlino Est).Ununiver-
socomplessoeintrigantecome
quello che, sempre Spotorno, ha

P. P. Pasolini
(1922-1975)

spiattellarli troppo in fretta. Ti cuocea
fuocolentoeapuntino. IlcapitoloSolo
che(pp. 131-144) in cui viene illustratoil
dramma di un uomo che scopre che il suo
matrimonio è stata una spettacolosa men-
zogna e ilcapitoloShakul &Co.(pp. 213-
219) in cui si dàconto della tragedia delle
tragedie sono performancedaantologia,
virtuosismi straordinariamente funziona-
li, spotall’artedel romanzo, in bilicotra
poesiaemelodrammacom’ègiustoche
sia. Seèverocheigrandiromanzi sono
quelli che sembrano essersi scritti da sé,
alloraIl colibrìè un granderomanzo.
✽✽✽
Di cosa parlaIl colibrì? Leggetelo e lo sa-
prete. Quello che posso dirvi è che Sandro

Sandrohatrovatounmododiriscriverelastoria


dellestorie:quelladiGiobbe.AncheseilsuoMarco


Carrerahapocoincomuneconl’originalebiblico



IntuttaItalia


Lepresentazioni


T


our di presentazione perIl colibrì
(La nave diTeseo). Il 7 novembre
Ve ronesi sarà aPescara (festival Fla, ore
19), il 9 al Pisa BookFestival (ore 14con
Va nni Santoni), il 10 al Macro Asilo di
Roma (ore 11)con Edoardo Albinati
(leggeFabrizio Gifuni, introduce Maria
Ida Gaeta). Il 16 è atteso a BookCity
Milanocon Edoardo Nesi (Triennale,
ore 16.30) e il 28 aTorinocon Nicola
Lagioia (Circolo dei lettori, ore 21).

Sandro Chia (1946),Looking at(2017):Sandro Chia. Viaggio in Italiaè la mostra che si apre il 9 novembre alla Galleria Alessandro Bagnai di Foiano della Chiana (Arezzo)


●Qui sopra:
la copertina
del romanzo
di Sandro
Veronesi,
realizzata
daBeppe
DelGreco

●Un’anti-
cipazione
del libro
era stata
pubblicata
su «la Lettura»
#400
del 28 luglio
scorso
Free download pdf